Uno stimolante workshop teorico-pratico relativo all’antica tecnica del collodio umido è stato recentemente organizzato dalla Scuola di Fotografia Palermofoto coinvolgendo per due intere giornate i componenti del Branco Ottico, un gruppo di sperimentazione fotografica molto preparato ed attivo prevalentemente dal 2015
di Andrea di Napoli
Palermofoto, di cui fanno parte Salvo Veneziano, Dodo Veneziano, Giovanni Ombrello e Giuseppe Sinatra, è una sezione dedicata alla fotografia dell’associazione ACSI cp G. Matteotti asd che promuove lo sport e la cultura.
Tra le decine di tecniche di ripresa e di stampa che si sono succedute in quasi centottanta anni di storia dalla invenzione ufficiale della Fotografia, il collodio, una sostanza viscosa, fino al 1880 svolse la funzione di legante tra i sali d’argento e il rigido supporto di una fragile lastra di vetro, per ottenere gli ambrotipi, laboriosi esemplari unici, positivi, dal caratteristico “fondo” nero e solitamente racchiusi in un astuccio. Le lastre al collodio umido devono venire esposte prima che questo si secchi e possono essere trattate in modo da diventare negative stampabili sulla carta sensibile. Il collodio venne impiegato anche nella produzione dei ferrotipi, anche questi esemplari unici e positivi, su un sottile lamierino smaltato. La straordinaria epoca del collodio terminò quando, per gli usi fotografici, la gelatina di origine animale si rivelò più rapida e versatile.
Nel corso dell’interessante attività laboratoriale, gli infaticabili partecipanti (Ottavio Amato, Chiara Caponnetto, Giuseppe Cerasia, Gerlando Giaccone, Silvia Moneti e Serena Pizzolitto) hanno realizzato numerosi ambrotipi prediligendo la ritrattistica ed alternandosi, pertanto, dietro il vetro smerigliato o davanti all’obiettivo delle artigianali fotocamere di grande formato, costruite personalmente da Mimmo Cangemi, e rimanendo immobili per gli interminabili secondi di una lunga esposizione.
Al giorno d’oggi, realizzare le proprie immagini utilizzando materiali autentici e veicolarle attraverso supporti concreti, da maneggiare con estrema cura, consente, alla fine, di provare perfino il gusto del possesso tangibile di tutto quello che una fotografia rappresenta.
Animati dalla “curiosità e dalla passione per tutto quello che ruota attorno alla fotografia”, Davide Rossi, unitamente agli amici Donato e Tommaso, piuttosto che seguire un preciso metodo didattico, preferiscono instaurare un rapporto amichevole con gli allievi, ai quali trasmettono, oltre a tutte le informazioni sulla materia, un grande entusiasmo, indispensabile per ottenere dei validi risultati e continuare da soli ad inseguire la Luce e la Fantasia.
Rivolgere l’attenzione alla conoscenza e alla pratica delle antiche tecniche fotografiche costituisce, probabilmente, la maniera più efficace e creativa per sfuggire alla spirale di prodotti sterili o omologati che poco si discostano l’uno dall’altro pur di andare incontro ad un generico (cattivo) gusto dilagante.
Con uno sguardo rivolto al Passato la Fotografia può ancora farci sognare!