Voglia di cinema! I consigli di Massimo Arciresi
Il diritto di contare (Hidden Figures, USA, 2016) di Theodore Melfi con Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monáe, Kevin Costner
A Hollywood, quando vogliono, sanno ancora fare dei film socialmente impegnati, magari ambientati in un passato prossimo raffigurante benissimo i travagli di un ammaccato presente, che sono per di più abili a intrattenere anche grazie a performance d’alto livello. È l’esatto profilo del secondo lungometraggio di Theodore Melfi (il primo è il più indipendente St. Vincent), che ricostruisce, non senza tendere all’enfasi (ma quando si riesce a controbilanciare, ben venga!), la vicenda di tre impiegate afroamericane della NASA negli anni ’60 (fervente epoca di conquiste spaziali), Katherine G. Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson, in grado di distinguersi per le loro competenze matematiche e tecnologiche in un periodo in cui l’emancipazione (pure femminile) era soltanto una bella parola. Notevole Costner.
Oppure
Il padre d’Italia (Italia, 2017) di Fabio Mollo con Luca Marinelli, Isabella Ragonese, Anna Ferruzzo, Mario Squeglia
Commesso gay abbandonato dal compagno, il triste Paolo s’imbatte in Mia, incontenibile e incinta. E propensa alla fandonia: riesce a convincere l’insicuro giovanotto ad accompagnarla – con un furgone aziendale – da Torino ad Asti, e poi a Roma, Napoli, in Calabria… Road movie esistenziale come tanti se ne girano (perfino in Italia), eppur capace di suscitare empatia. Merito delle scelte narrative del regista Mollo, che evita le banalizzazioni, e di sicuro degli interpreti: forse Ragonese è un po’ spaventata dal suo esuberante ruolo (affrontato comunque con professionalità); Marinelli è una garanzia.
Voglia di Cinema! La frase della settimana
«Sai cosa mi spaventa, Kev? Che sarebbe facile.» Il pugile gravemente infortunato Vinny Pazienza (un Miles Teller non al massimo delle sue possibilità) al suo scoraggiato allenatore Kevin Rooney (il camuffato Aaron Eckhart) durante la difficile riabilitazione (che porterà di nuovo agli allenamenti) nel tiepido ma non disprezzabile biopic sportivo Bleed – Più forte del destino (Bleed for This, USA, 2016) di Ben Younger.