Fra le tante proposte della prestigiosa manifestazione in corso a Bari c’è l’opera seconda di Egidio Termine, Il figlio sospeso
Una carriera d’attore intensa, spesa fra ruoli di supporto (ma non necessariamente marginali) tra il 1986 e il 1991 in produzioni cinematografiche e televisive, sui set di Beppe Cino, Giacomo Battiato, Leandro Castellani, Stefano Reali, ma anche di Tornatore, di Sordi, di Amelio, dei Taviani e di Magni, Cavani, Wertmüller. Poi l’exploit da regista con un’opera semplice e intrigante che non mancò di suscitare la curiosità del pubblico, Per quel viaggio in Sicilia, anche interpretata a fianco di Lucrezia Lante della Rovere e Francesca D’Aloja.
Dopo venticinque anni proficuamente trascorsi tenendo corsi di cinema e realizzando corti (spesso proprio insieme ai suoi allievi), Termine si è rimesso dietro la macchina da presa (riservando per sé solo una parte secondaria) per realizzare un lungometraggio che in corso d’opera si chiamava Laurus nobilis e che ora è stato ribattezzato Il figlio sospeso, presentato fuori concorso con favore di pubblico proprio in questi giorni nella prestigiosa vetrina del Bif&st, il Bari International Film Festival, manifestazione che negli ultimi anni è cresciuta parecchio e che quest’anno omaggia, fra gli altri, il compianto Ettore Scola. La trama riguarda un uomo che indaga sul suo passato, sulla figura per lui misteriosa del padre perso quando aveva appena due anni e sulla possibile esistenza di un fratello. Una storia dai risvolti attuali, visto che fra gli argomenti affrontati (ricerca d’identità, idealizzazione di una persona cara scomparsa) c’è la scottante questione dell’utero in affitto. La distribuzione della pellicola è prevista nelle prossime settimane.