Lo scorso 9 settembre è stato un giorno davvero speciale per il popolo mauriziano. Infatti sono trascorsi 149 anni dalla morte di Jacques-Désiré Laval , missionario francese proclamato Beato da papa Giovanni Paolo II nel 1978.
di Padre Sergio Natoli Omi*
Padre Laval giunse in quel lembo dell’oceano indiano delle isole di Mauritius, senza mai più tornare in Francia, dedicando l’intera esistenza annunciando il vangelo dell’amore a tutta la popolazione, ma come avviene quasi sempre, ad accogliere ed aderire al cristianesimo furono i più deboli, i più bisognosi di credere e sperare: gli schiavi.
Soprannominato “L’Apostolo dei neri” si dedicò, come medico alla cura di tutti i malati bisognosi portando la Parola di Dio tra la popolazione indigena delle Mauritius, che era stata appena liberata dalla schiavitù, ma abbandonata a se stessa. Oggi, le spoglie del Beato riposano a Saint-Croix, poco distante dalla capitale, Port-Louis.
In occasione del pellegrinaggio che si è svolto l’8 e il 9 settembre le spoglie del Beato sono state esposte alla venerazione dei fedeli , che numerosi hanno voluto ricordare la sua opera.
A Palermo questo avvenimento era praticamente gestito dagli Hindu che sono in maggioranza, che invitavano i cattolici alla venerazione del Beato Laval. Oggi sono i cattolici ad organizzare questo appuntamento religioso con la presenza degli Hindu e dei musulmani proprio perché padre Laval è veramente venerato come padre di tutti, come “Padre della Patria”.
in occasione, del 150.mo anniversario della morte di padre Laval, che si celebrerà il prossimo anno, la Chiesa delle Mauritius ha lanciato una raccolta fondi per ingrandire il mausoleo del Beato: quello attuale, costruito nel 1870 con una capienza di cento persone, è divenuto troppo piccolo e si vuole quindi ampliarlo per accogliere almeno 250 fedeli. “Tutti i mauriziani – scrivono i vescovi – senza distinzione di razza o di religione, sono invitati a contribuire a questa opera, segno d’amore per padre Laval che ci ha uniti gli uni agli altri”.