Tram e mobilità urbana. Un binomio che a Palermo fa storcere la bocca a molti. Il tram a Palermo e le nuove linee, infatti, gettano molte ombre in materia di rete tramviara. E ancor più per le polemiche sulle vicende riguardanti le opere della nuova mobilità urbana. Ma anche i temi dell’anello e del passante ferroviario. A cui si aggiungono, appunto, le nuove linee del tram. E poi la metropolitana leggera di superficie, e di tutto ciò definito come Sistema Integrato di Trasporto Pubblico di Massa.
Ognuna di queste opere, per diversi aspetti, evidenzia le proprie criticità. Se è vero che le prime linee sono state realizzate, su di esse grava un grosso sforzo finanziario. Sforzo che ha sollevato non pochi problemi nei bilanci AMAT (l’azienda che gestisce il servizio).
Occorrono più soluzioni
Ma queste da sole non risolvono certo il problema funzionale della mobilità. Il passante ferroviario, la linea che tra l’altro serve l’aeroporto di Punta Raisi, è stato riattivato, ma ancora con un unico binario nel tratto cittadino.
Il raddoppio completo dei binari avrebbe dovuto essere garantito entro il 2019. Avrebbe……..
L’InchiestaSicilia vi guida in questo viaggio intriso di dubbi e polemiche, ascoltando l’opinione di Voci Attive.
La storia infinita
Altri interventi rimangono al palo. La metropolitana leggera di superficie (che dovrebbe collegare la città dallo svincolo Oreto a Sferracavallo) è ancora in fase progettuale.
E’ tristemente nota la vicenda dell’anello ferroviario, con la grave situazione della Tecnis, ditta appaltatrice dei lavori, sul filo del fallimento e nel mirino dell’amministrazione giudiziaria. Così come sono impantanati i lavori nel cantiere simbolo di Via Emerico Amari per il collegamento e la realizzazione della contestatissima stazione di piazza Politeama. Per non parlare dei ritrovamenti di reperti, come successo al Teatro Massimo nel corso degli scavi per l’installazione dei nuovi dissuasori all’inizio di via Maqueda.
Siamo indietro di molti anni
Un solo dato per comprendere la tragedia del blocco subito in diversi punti della città. E’ stato completato soltanto il 30 per cento dei lavori con un ritardo di oltre 2 anni. Facendo le debite proporzioni, ci vorranno almeno altri 5 anni, se nulla dovesse cambiare, e senza voler considerare la prospettiva beffa dell’ennesima incompiuta.
Soluzioni inadeguate
Non si può dire che le opere del sistema di mobilità palermitano siano nate sotto una buona stella. Pensate attraverso l’egida di amministrazioni comunali di diverso colore politico, il tratto distintivo sono le insufficienti soluzioni rispetto alla vera realtà cittadina. Tra l’altro, mostrando come criterio trainante soprattutto la fretta derivante dalla necessità di ottenere nei tempi richiesti i finanziamenti regionali e europei da utilizzare. Una fretta che poi si riflette negativamente sul modo di procedere, viziato, a parere di molti, da talune incongruenze e seri dubbi di legittimità. Prima di tutto da una grande confusione sulle competenze degli attori in gioco. Comune, Regione, MEF, Ministero delle infrastrutture, RFI, ditte appaltatrici, sono spesso artefici di un teatrino di rimpallo di responsabilità sui ritardi. Insomma, il tram a Palermo e le nuove linee stentano proprio a decollare.
Procedure poco corrette
Riguardo alle procedure, solleva molte perplessità l’aver lasciato ineffettuati alcuni passaggi essenziali. Tra questi, per esempio, il PUMS (piano urbano per la mobilità sostenibile), la VAS (valutazione ambientale strategica). Strumenti, che dovrebbero garantire, tramite un percorso partecipato, l’individuazione previa delle possibili criticità e il miglioramento del sistema generale e delle progettualità. Almeno due gli importanti segnali in tal senso, provenienti con modalità diverse, sia dalla cittadinanza che dall’opposizione in consiglio comunale. Uno di questi segnali è il ricorso con il quale 60 cittadini chiedono al TAR di gettare pubblica luce sulla correttezza dell’iter di progettazione. Ma anche sull’approvazione della delibera con la quale il consiglio comunale sviluppa e amplia la rete tramviaria.
La variante al progetto
Approvazione passata con una cospicua variante, senza adottare preventivamente o contestualmente né PUMS né VAS. Tra l’alto, deliberando e integrando la realizzazione di nuovi parcheggi multipiano interrati per alcune migliaia di posti auto in varie zone della città. Questi si sarebbero dovuti realizzare con il contributo dei privati. Questi, in cambio dell’impegno finanziario, otterrebbero le concessioni e garanzie in termini di redditività pluriennale dal Comune. L’altro segnale che mette il tram a Palermo e le nuove linee in ombra è che i dubbi siano stati sollevati anche dall’opposizione. Purtroppo, però, senza ottenere l’annullamento in autotutela della delibera, ma rimanendo in minoranza nella votazione seguita alla discussione.
Il sistema tram a Palermo sotto l’attenzione del Tar
Il TAR si è pronunciato con una ordinanza in cui non si concede la sospensiva dell’iter dello studio di fattibilità e della progettazione esecutiva. Tra l’altro, rimandando alla sentenza il giudizio di merito. Probabilmente tenendo conto del fatto che anche la Regione ha recentemente posto dei paletti. Lo ha fatto, richiedendo al comune con una nota l’osservanza degli adempimenti riguardanti il PUMS e la VAS.
Mobilità o un nuovo sacco della città?
In molti ritengono che bisognerebbe evitare il profilarsi di un nuovo sacco di Palermo perpetrato sotto le mentite spoglie della mobilità sostenibile. Questi stessi non si definiscono nemici del tram o di qualsiasi altro sistema di trasporto sostenibile in se’. Però, vogliono che l’attuazione delle progettualità avvenga nel rispetto delle istanze di qualità di vita, sostenibilità ecologica e di quanto possa ottimizzare il sistema. Vogliono che tutto ciò avvenga in un clima di ascolto propositivo e di partecipazione efficace finora mancati. Il tram a Palermo e le nuove linee, nonché la perfetta funzionalità rimangono un miraggio soltanto.