Turismo in Sicilia: concorrenza ‘sleale’ e mancanza di adeguati interventi da parte delle forze politiche, che non permettono al comparto alberghiero di crescere
di Joey Borruso
In Sicilia il turismo stenta a decollare. E’ quanto sostiene Federalberghi.
Diverse le cause che frenano la crescita e deludono le aspettative degli albergatori. Da un lato il marasma dell’offerta ricettiva di oggi e dall’altro un quadro di tributi e normative, acerrimi nemici dello sviluppo imprenditoriale. E allora cosa bisogna fare per dare l’input giusto?
A chiarirci le idee sulla situazione in cui versa il comparto è il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara.
Le statistiche ufficiali ci aiutano a leggere i fenomeni, ma alcuni numeri reali non appaiono. Per esempio contiamo in Italia 420 milioni di presenze ogni anno, però per il ministero del Turismo sono un miliardo. Quindi 600 milioni sono quelli che si riversano nelle strutture non legali.
Ma la domanda nel settore turistico cresce o è ferma
La domanda mondiale cresce e si stima che, entro il 2020, si arriverà a 2 miliardi. Su ottomila comuni in Italia, Palermo è al quarantaduesimo posto in Italia e il secondo per il Mezzogiorno dopo Napoli con 1,2 milioni di presenze.
Le istituzioni stanno sostenendo in maniera adeguata il turismo?
Sul fronte nazionale, anche quest’anno siamo riusciti a bloccare l’aumento dell’Iva e per la prevenzione incendi è in arrivo una soluzione che dà risposte a tutti: a chi ha già fatto i lavori e ai clienti, perché dà sicurezza e dà indicazioni a chi i lavori di adeguamento deve ancora farli. Ma c’è molto altro da fare.
Progetti per il futuro?
Abbiamo creato quest’anno in Federalberghi un grande progetto di ottanta proposte per migliorare il turismo, che abbiamo raccolto da tutte le associazioni nazionali, e si chiama: ‘Il turismo lavora per l’Italia’.
Un contributo importante da presentare agli schieramenti politici per potere chiedere il loro sostegno.