Anche dai dati della demografia di impresa emerge la presenza di una Sicilia a diverse velocità.
di Giacomo Giusti*
Nei giorni scorsi Unioncamere e Infocamere hanno diffuso come oramai è consuetudine il bilancio della nati-mortalità delle imprese italiane relativamente all’anno 2015 che insieme al dato sulla Cassa Integrazione Guadagni di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo, rappresenta uno dei dati economici più tempestivi (e quindi maggiormente attesi) per la valutazione congiunturale dello stato di salute del sistema economico del paese almeno visto sotto l’ottica della capacità delle imprese di saper resistere alle intemperie del mercato e quindi di permanervi ma anche sotto il punto di vista della creazione di nuova imprenditoria.
Dai dati diffusi da Unioncamere-Infocamere emerge un risultato piuttosto lusinghiero per la Sicilia. In un contesto nazionale che ha visto il tasso di crescita del numero di imprese più robusto degli ultimi quattro anni con un +0,75%, la Sicilia si è distinta per presentare un livello di sviluppo pari a +0,82%, dato che consente all’Isola Maggiore sia di migliorare di quasi tre decimi di punto l’analogo indicatore del 2014 ma anche di collocarsi nella parte alta della graduatoria regionale costruita su questo indice. Una graduatoria che capeggiata dal Lazio vede la presenza di numerose realtà del Mezzogiorno che sono in grado di fare meglio di importanti aree del Nord. La Sicilia ad esempio presenta un tasso di crescita superiore a quello di Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Veneto ed Emilia-Romagna. Come di consueto il dato medio di un territorio così composito come la Sicilia nasconde al suo interno andamenti molto diversificati. Andamenti che possono essere già desunti dall’analisi provinciale delle informazioni ma che si accentuano scavando maggiormente nel territorio come meglio vedremo più avanti. La variabilità provinciale del fenomeno è molto rilevante. Infatti gran parte del dato complessivo dell’Isola è determinato dalle fortune della provincia di Palermo che ha chiuso l’anno appena trascorso con un eclatante +1,96%, dato che fa del territorio del capoluogo regionale la terza realtà provinciale italiana più performante dopo Napoli (+2,29%) e Roma (+2,05%). Dati questi che insieme a quello di Milano e a quello di Reggio di Calabria confermano come l’evoluzione almeno numerica del tessuto imprenditoriale sia fortemente connessa alla presenza di un rilevante polo territoriale. La superiorità di Palermo sulle altre province siciliane è talmente eclatante da relegare tutte le altre province su livelli che solamente in tre casi (Siracusa, Agrigento e Catania) sono superiori alla media nazionale mentre le altre cinque province si collocano su un piano decisamente inferiore che è prossimo allo zero ad Enna e Catania se non addirittura negativo come ad esempio accade a Caltanissetta che ha chiuso con un bilancio di -0,23% (che equivale a dire che le imprese che hanno chiuso i battenti sono in numero superiore rispetto a quelle che invece sono giunte nel 2015 sul mercato). Se quindi già l’analisi dei dati provinciali mette in evidenza la presenza di una Sicilia a diversi livelli di velocità, l’analisi di segmenti territoriali non coincidenti con suddivisioni amministrative evidenzia delle spaccature ancora più profonde.
Per dare una dimostrazione di quanto appena affermato possiamo prendere in considerazione la partizione della Sicilia in 71 sistemi locali del lavoro che è stata già oggetto di illustrazione e analisi in un precedente articolo su L’Inchiesta Sicilia (cfr. Il mercato del lavoro nelle microzone della Sicilia). E in particolare analizziamo sia quanto accaduto nei sistemi locali del lavoro singolarmente presi ma anche creando una partizione che suddivide i comuni della Sicilia in due gruppi: il primo di questi è costituito da tutti i 71 comuni capoluogo di sistema locale del lavoro che possono essere considerati come le aree maggiormente attrattive dell’Isola con riferimento almeno agli spostamenti per motivi di lavoro mentre il secondo gruppo è costituito da tutti gli altri comuni. Già questa partizione mette in evidenza la presenza di una forte dicotomia. Il gruppo dei 71 comuni capoluogo infatti sovrasta decisamente il complesso degli altri comuni con un tasso di crescita dell’1,15% vs +0,31%. Un divario che si spiega soprattutto con la decisa propensione da parte dei territori maggiormente attrattivi di accogliere nuove iniziative imprenditoriali a cui si aggiunge comunque una tenuta un pochino migliore in termini di resistenza alle intemperie del mercato da parte delle imprese già presenti. Andando invece a considerare i singoli sistemi locali del lavoro emergono alcune considerazioni interessanti soprattutto sul fatto che anche in territori meno performanti è possibile trovare qualche “isola felice”.
Intanto il sistema locale del lavoro maggiormente performante contrariamente a quanto ci si può attendere dalla lettura delle cifre esposte fin qui non si trova in provincia di Palermo ma in quella di Messina. Si tratta del piccolo Sistema Locale del Lavoro di Mistretta (composto oltre che da Mistretta dal solo Castel di Lucio) che ha chiuso il 2015 con una crescita del 2,88%. Ma se uniamo all’elemento di performance del 2015 anche quello dimensionale ecco che torna a spiccare il territorio palermitano ed in particolare il Sistema Locale del Lavoro centrato intorno al capoluogo. Sistema che oltre al comune capoluogo comprende altre 17 circoscrizioni comunali tra cui spiccano in termini dimensionali Monreale e Carini e che rappresenta in tutto circa 67.000 imprese. Ebbene questa area è stata la seconda più performante di tutta l’Isola con una crescita del 2,64% frutto in particolare di una elevatissima natalità di impresa a cui si è aggiunta una mortalità comunque ridotta rispetto alla media. Ma in ogni caso quello che appare maggiormente interessante notare è che i sistemi del lavoro che presentano le performance più significative si collocano su varie parti dell’Isola: se prendiamo come parametro di riferimento il tasso di crescita medio nazionale (pari a +0,75) l’analisi dei dati Unioncamere-Infocamere restituisce la presenza di 16 aree con performance superiore a tale livello. Nel messinese oltre alla già citata area di Mistretta si aggiungono Lipari e Capo d’Orlando, nel palermitano al sistema locale del lavoro centrato sul capoluogo si aggiungono Bagheria, Cefalù e Partinico mentre per quanto riguarda le altre aree esse si concentrano essenzialmente nell’agrigentino, catanese e siracusano a cui si aggiunge Mussomeli che è l’area maggiormente performante di un’area nissena dove abbiamo visto si concentrano le situazioni di maggior disagio. Venendo invece ad analizzare quelle che sono le situazioni meno virtuose si nota come 28 sistemi locali del lavoro siciliano abbiano chiuso il bilancio demografico imprenditoriale del 2015 in territorio negativo. Si tratta in generale di territori piuttosto piccoli in termini di numerosità complessiva di impresa (la media di iniziative imprenditoriali presenti in queste aree è valutabile intorno alle 3.600 unità per ogni sistema locale del lavoro a fronte ad esempio delle oltre 8.000 mediamente presenti nelle aree che hanno chiuso in territorio positivo).
Tra le aree a maggiore presenza di impresa con risultati negativi si segnalano l’area di Caltanissetta (che però di fatto si può considerare su livelli prossimi alla stabilità avendo chiuso l’anno con una variazione del -0,01%) e quelle decisamente più critiche di Gela e Milazzo che hanno riscontrato bilanci rispettivamente pari a -0,87% e -0,63%. Più in generale il Sistema Locale del Lavoro che ha chiuso il 2015 con il deficit più significativo in termini di crescita del numero di imprese è stato quello di Caronia con -2,19%.
*Istituto Guglielmo Tagliacarne
I primi 10 e gli ultimi 10 sistemi locali del lavoro siciliani (*) per tasso di crescita imprenditoriale. Anno 2015
POS | SISTEMA LOCALE DEL LAVORO | TASSO % DI CRESCITA 2015 | POS | SISTEMA LOCALE DEL LAVORO | TASSO % DI CRESCITA 2015 |
1 | MISTRETTA | 2,88 | 62 | LEONFORTE | -0,66 |
2 | PALERMO | 2,64 | 63 | MAZZARINO | -0,68 |
3 | NARO | 2,01 | 64 | GELA | -0,87 |
4 | LICATA | 1,76 | 65 | PACHINO | -1,07 |
5 | SIRACUSA | 1,76 | 66 | BIVONA | -1,09 |
6 | AGRIGENTO | 1,61 | 67 | CASTELBUONO | -1,11 |
7 | BAGHERIA | 1,51 | 68 | GANGI | -1,13 |
8 | CATANIA | 1,17 | 69 | SANT’AGATA DI MILITELLO | -1,24 |
9 | CEFALÙ | 1,15 | 70 | SALEMI | -1,25 |
10 | BRONTE | 0,98 | 71 | CARONIA | -2,19 |
(*) Per conoscere i comuni che fanno parte di ogni sistema locale del lavoro consultare