‘Incursioni contemporanee’, un dialogo aperto con il contemporaneo per Palermo capitale italiana della cultura 2018. Da venerdì, a Villa Zito, la rassegna curata da Sergio Troisi si aprirà con le opere di Franzella. A “dialogare” con la collezione permanente anche Di Piazza, Scalia e Taravella
Dopo il successo del Ritorno di Donna Franca Florio, la mostra-evento di Villa Zito (fino al 20 maggio) che, attraverso il celebre quadro di Boldini e i prestigiosi eventi collaterali, ha permesso a migliaia di visitatori di rivivere l’atmosfera della Belle époque, spazio ai linguaggi contemporanei con la rassegna Incursioni contemporanee, curata da Sergio Troisi, fino al prossimo 10 giugno.
La preview per i giornalisti è prevista per venerdì 6 aprile alle 12, a Villa Zito, con l’intervento del curatore e dell’assessore comunale alla cultura, Andrea Cusimano.
La rassegna – realizzata in collaborazione con il Comune di Palermo, la Regione Sicilia e Visiva e tra le iniziative di Palermo Capitale della Cultura 2018 – è dedicata alla contaminazione tra le collezioni pittoriche della Fondazione Sicilia e i linguaggi contemporanei. Le opere degli artisti Daniele Franzella, Fulvio Di Piazza, Sandro Scalia e Croce Taravella dialogheranno infatti con le opere della collezione pittorica permanente.
“Ciò che distingue questa rassegna, che intercetta i linguaggi contemporanei in tutte le loro declinazioni, è senza dubbio il dialogo e l’interscambio. Non a caso – dice il presidente di Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore – le prestigiose opere di alcuni dei più importanti artisti siciliani del panorama contemporaneo vengono messe accanto alla nostra collezione permanente. L’auspicio è che gli uomini imparino a dialogare così come fanno le opere d’arte”.
Il primo appuntamento, che si inaugurerà venerdì alle 18, sarà la mostra di Daniele Franzella, Gloria.
“Daniele Franzella ha scelto di punteggiare le sale della pinacoteca con interventi che riflettono sulla storia e sulla memoria storica di cui le immagini sono portatrici. Un’operazione – conclude il curatore, Sergio Troisi – di prelievo da un vastissimo serbatoio di foto d’epoca e di manipolazioni attraverso le tecniche digitali, che pone in cortocircuito passato e presente”.