Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda la coraggiosa figura del giornalista Mario Francese, assassinato dalla Mafia il 26 gennaio 1979. L’impegno civile e la sistematicità nel condurre inchieste difficili, a volte molto pericolose, di cronaca giudiziaria cercando di mettere in risalto una verità scomoda hanno contraddistinto la sua penna; al punto da rendersi nemico implacabile delle cosche mafiose.
L’oggetto delle sue ricerche
Le sue ricerche ebbero come oggetto le vicende più oscure e scottanti della Sicilia criminale dell’epoca: l’uccisione di Peppino Impastato, del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo, di Cosimo Cristina, la strage di Ciaculli, la ricostruzione post terremoto del Belice, la frattura nella “commissione mafiosa” tra gli elementi di Luciano Liggio e quelli dell’ala moderata cosiddetta “guanti di velluto”, gli appalti della diga Garcia segnarono il percorso ascensionale dei corleonesi, delle cui dinamiche perverse Francese fu lo sfortunato interprete; egli riuscì addirittura, unico in tale intento, a intervistare la moglie di Totò Riina, Ninetta Bagarella.
Da chi venne decretata la sua morte
La sua morte venne decretata ed eseguita dal killer Leoluca Bagarella per ordine di Totò Riina, Raffaele Ganci, Francesco Madonia, Michele Greco e Bernardo Provenzano. Per anni la sua vicenda rimase nel dimenticatoio; il figlio Giuseppe tenacemente cerco di ricostruirne i fatti. Francese è stato un giornalista esemplare per l’acume nel valutare fattori e moventi di avvenimenti assai complessi e per la passione impavida che lo spingeva a denunciare il crimine sempre e comunque “Leggi bbono i carti e parra cca ggenti” (leggi bene le carte e parla con la gente). Parlare oggi ai giovani nelle aule scolastiche di Mario Francese significa attualizzare un modello comportamentale basato su etica e moralità, introiettando valori comportamentali funzionali all’acquisizione di una cittadinanza responsabile. Sconfiggiamo l’illegalità attraverso la conoscenza e il ricordo.
Agende in Rete
Il CNDDU propone di sviluppare un’esperienza culturale dal titolo “Agende in Rete”, da profilare in rete tra giornalisti (locali e nazionali) impegnati in prima fila nella difesa della legalità e mondo della scuola, che sia non occasionale e che consenta di condividere le esperienze da Nord a Sud ai fini della divulgazione dell’impegno sociale.
Ogni istituto collegandosi alla piattaforma potrà entrare in collegamento con l’incontro e interagire con domande e riflessioni.
#AgendeinRete
Prof. Romano Pesavento Presidente CNDDU