“Secondo uno studio compiuto da un istituto di ricerche, la condizione di insularità della Sicilia costa ad ogni suo cittadino 1.308 euro l’anno che, moltiplicati per i quasi cinque milioni di abitanti, da una cifra complessiva pari a circa 6,5 miliardi di euro, corrispondente al 7,4% del PIL prodotto nell’Isola – dichiara Salvo Fleres, portavoce di Unità Siciliana- Le Api -Basterebbero queste cifre per comprendere quanto sia urgente il varo di misure capaci di colmare un simile gap economico, a partire dalla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, dal potenziamento della rete ferroviaria ed autostradale e dalla relativa occupazione.
La continuità territoriale, roba da ridere
A fronte di una tale situazione fanno sorridere amaramente le cifre previste per la cosiddetta “continuità territoriale”, in vigore da domani, pari a circa 50 milioni iniziali, tirati fuori da stanziamenti vari, e 50 per il biennio 21-22 – prosegue Fleres- Oltretutto, tariffe contenute per tratte specifiche fanno delle continuità territoriale una soluzione asfittica per un problema serio. Unità Siciliana – Le Api, invece, torna a suggerire a chi al momento occupa i palazzi della politica di guardarsi intorno in Europa. Per esempio, ad un’idea nata in Spagna dove per Real decreto viene riconosciuta l’impossibilità dei cittadini delle isole di scegliere un mezzo di trasporto diverso dall’aereo o dalla nave.
Soluzione
Soluzione, questa sì, semplice ma efficace: al momento di effettuare la prenotazione del biglietto, non importa con quale compagnia aerea e su quale rotta, purché interna, si apre un menu a tendina dove sono elencati i diversi casi e lo sconto cui si ha diritto. Sarà poi il vettore a chiedere allo Stato il rimborso dell’importo scontato.”
Addetto Stampa
Patrizia Paesano