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Karine Trotel e l’esprit del bello a Palermo

“Sotto lo sguardo di Artemisia” è il titolo dato al primo evento palermitano di Re Evolution Cultura Italia, ideato e curato da Karine Trotel...

di Redazione

Il primo giugno 2016, nella splendida cornice di Palazzo Francavilla, si è svolto il concerto della violoncellista Suzanne Ramon, accompagnata al piano dal maestro Andrea Carcano.

 

di  Giovanna Calabretta*

“Sotto lo sguardo di Artemisia” è il titolo dato al primo evento palermitano di Re Evolution Cultura Italia, ideato e curato da Karine Trotel, cultural manager impegnata a “coltivare l’esigenza e la qualità italiana”, così come riportato nell’elegante invito predisposto per l’evento. Il concerto della violoncellista Suzanne Ramon, accompagnata al piano dal maestro Andrea Carcano, si è svolto il primo giugno 2016, nella splendida cornice di Palazzo Francavilla, sotto gli affreschi di Luigi Di Giovanni e – come riferisce anche il titolo della serata – sotto la grande tela che Artemisia Gentileschi realizzò nel ‘600 e che fa parte di una ricca collezione privata di opere, racchiuse nello splendido “scrigno” architettonico firmato “Ernesto Basile”. Un pubblico selezionato ha così potuto immergersi in questa elegante atmosfera quasi surreale, accompagnato dalle note di Chopin e Brahms, magistralmente eseguite da due rinomati maestri; e anche la “Samaritana al pozzo” di Artemisia sembrava realmente prendere parte all’ascolto del concerto. Il prof. Massimiliano Marrafon Pecoraro ha aperto le porte della dimora, offrendo inoltre al pubblico la possibilità di visitare gli ambienti del palazzo: gli affreschi del giardino d’inverno di Giuseppe Enea, la biblioteca stile Ducrot di Basile, i busti degli antichi proprietari, realizzati dagli autori dei leoni del prospiciente teatro Massimo, Civiletti e Rutelli.

Di origine francese, da qualche anno veneziana d’adozione, Karine ha scelto la nostra Italia come dimora, spinta da un amore, fomentato nel tempo, verso la cultura e l’arte italiana. Laurea in Belle Arti presso l’Université Sorbonne Paris IV, con un passato di giornalista e redattrice per alcuni dei più importanti gruppi editoriali italiani e francesi (Valmonde-Le Figaro, Bayard, Mondadori) ha fondato e dirige un progetto nato da un sogno personale che nel tempo, sta assumendo sempre più l’aspetto di un opera aperta in divenire: una rete performativa denominata Re Evolution Cultura. Sotto il sigillo Re-Evolution si configurano quindi una sequenza di performances di respiro internazionale curate da Madam Trotel, che hanno avuto come location palazzi, giardini e ville storiche italiane. Nei fatti, dal 2011 – quando fece riaprire il giardino veneziano presso Dorsoduro, accanto alla Fondazione Vedova, chiuso e dimenticato dopo la scomparsa dell’artista – la sua mission è stata proprio quella di far “rivivere” spazi e luoghi che hanno configurato la storia e l’arte nel nostro paese. Nel 2013 è stata la volta della mostra di pittura del maestro Casellati presso Villa Colombaia a Forio d’Ischia, poi i concerti all’interno di Palazzo Marin di Venezia e sempre dentro la stessa cornice architettonica, la sfilata dedicata all’eccellenza della maglieria Viero nel 2015.20160601_202506

Re Evolution, come riferisce la sua ideatrice, è una rivoluzione non violenta per riportare alla luce il culto della bellezza partendo dalla storia, letta come testimonianza della vita collettiva della società, facendo rivivere l’esprit che attraversa le generazioni e che è potenzialmente ancora percepibile. Il suo riferimento storico, in tema di macchina dello spettacolo e di arte della diplomazia, ci dice, è la corte del re Sole, e in fin dei conti la somiglianza con la figura del maestro di cerimonie come un Francois Vatel pare calzarle: la sua ci sembra possa essere definita a pieno titolo una produzione artistica: le sue sono esecuzioni di un opera d’arte immateriale ed effimera. Costruisce una sinfonia di sollecitazioni sensoriali, mettendo in scena un’opera unica in cui ognuno interpreta se stesso, dentro un’atmosfera che lei ha contribuito a ricreare. “A Venezia si dice che quando esci di casa sei immediatamente sul palcoscenico, e ti trovi a fare parte di un grande quadro”, ci racconta. E questo è ciò che riesce a fare attraverso le sue Re Evolution; quello che riesce a mettere in scena è qualcosa che ricorda la poetica di Christo attorno alla “presente esistenza” di architetture che, pur essendo formalmente presenti, ormai non “vediamo” più. E mentre l’artista americano “nasconde per svelare”ciò che abbiamo sotto gli occhi, Karine “apre per mostrarci” il nostro spesso dimenticato patrimonio storico-architettonico, e lo fa mettendoci dentro musicisti francesi, compositori tedeschi e pubblico europeo.
Molti sono i nomi di artisti che hanno riconosciuto le atmosfere di Palermo come set ideali delle rispettive performance: dalle sculture viventi di Vanessa Beecroft nella performance “VB62” del 2008, presso la Chiesa dello Spasimo, alle Radici di Regina Josè Galindo presso l’Orto Botanico nel 2015 fino a toccare la scala paesaggistica di Cattelan con la sua scritta Hollywood del 2001 sulla collina della discarica di Bellolampo, visibile dalla città. Ma l’elenco è molto più lungo, se teniamo in considerazione anche registi di opere cinematografiche: da LuchinoVisconti e il suo Gattopardo a Wim Wenders e il suo Palermo Shootig.

Tramite Karine, adesso Palermo, Venezia e Forio d’Ischia hanno una caratteristica comune: aver prestato il proprio passato per dare vita al presente, sotto il segno di una bellissima Re Evolution.

*Associazione Culturale RicercArte

 

 

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