La legge sullo stalking, di strada ne ha fatta. Le remore sono sull’applicazione della stessa legge, ma anche sulle strategie legali che gli avvocati della difesa mettono in atto, per difendere il proprio assistito.
di Luca Licata
Prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime. La legge sullo stalking persegue questi tre obiettivi, che rappresentano i principi cardine della legge sulla violenza di genere. Infatti, negli ultimi anni, con l’introduzione del reato di stalking e con la legge sulle ‘Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere’ si è data maggiore forza sia alla tutela giudiziaria, sia al sostegno alle vittime. La normativa, rientra interamente nel quadro delineato dalla Convenzione di Istanbul (2011), che rappresenta il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante, sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne, e la violenza domestica.
La novità più interessante, è il riconoscimento della violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione. La Convenzione, poi, prevede anche la protezione dei bambini testimoni di violenza domestica e richiede la penalizzazione delle mutilazioni genitali femminili. Della raccolta e monitoraggio dei dati, si occupa l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad), organismo interforze Polizia-Carabinieri. Per le segnalazioni è attivo il 1522: il numero verde di pubblica utilità della Rete nazionale antiviolenza. Sono in campo molteplici interventi: la tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica; le risorse per finanziare un Piano d’azione antiviolenza e la rete di case-rifugio, eccetera. Inasprita anche la disciplina penale con misure cautelari personali, un ampliamento di casi per le associazioni a delinquere, la tratta e riduzione in schiavitù, il sequestro di persone, i reati di terrorismo, prostituzione e pornografia minorile e contro il turismo sessuale. Teoricamente, la legge prevede pure la promozione di iniziative di informazione e sensibilizzazione per combattere, già sul nascere, la violenza di genere: formazione nelle scuole; corsi di formazione per gli operatori delle strutture sociosanitarie, per migliorare la prima accoglienza; forme di collaborazione con gli enti locali e le associazioni per potenziare l’accoglienza e il sostegno alle vittime; task force e gruppi di lavoro per pianificare le iniziative e divulgare le best practice. Non sempre, però, ciò che prevede la legge, viene realizzato.
Il Consiglio dei Ministri, ha approvato il decreto legge in materia di sicurezza e per il contrasto alla violenza di genere. Con l’obiettivo principale di combattere e prevenire il fenomeno della violenza sulle donne, ed il femminicidio. Tra le misure approvate: l’aumento della pena per il reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi; inasprimento anche nei casi in cui alla violenza assiste un minore (la cosiddetta ‘violenza assistita’, che è uno dei fattori di rischio principali per la trasmissione intergenerazionale della violenza); provvedimenti contro lo stalking, messo in atto anche attraverso strumenti informatici o telematici; l’arresto obbligatorio in flagranza per delitti di maltrattamento familiare e stalking. Infine, alle forze di Polizia viene data la facoltà di allontanare il partner violento, se c’è un rischio per l’integrità fisica della donna. Viene, inoltre, introdotto un permesso di soggiorno per motivi umanitari per le donne straniere che subiscano violenze nel contesto domestico. Altro cardine del decreto, è che, in caso di stalking, una volta presentata la querela, la stessa diventa irrevocabile, in modo da evitare che la vittima sia costretta a ritirarla sotto ulteriori minacce. Provvedimenti vengono presi anche per quanto riguarda la protezione della vittima durante l’iter processuale. E’ stato pure introdotto il gratuito patrocinio per le vittime di maltrattamenti, mutilazioni genitali femminili e stalking (in linea con la Convenzione di Istanbul), a prescindere dal reddito.
Proprio per sottolineare la necessità di prevenire il fenomeno e la volontà di un’azione sinergica fra istituzioni, per conseguire questo risultato, il governo mette in campo un piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere. Si tratta, di un piano per porre in essere azioni positive volte a informare e sensibilizzare in particolare uomini e ragazzi, sul tema della violenza e ad educarli al rispetto tra i generi.
Non possiamo dire, in realtà, che, sotto il profilo squisitamente legislativo, di strada verso il reato di violenza contro le donne, non ne sia stata fatta. Le remore, piuttosto, sono sull’applicazione della stessa legge. Nonché sulle strategie legali, che gli avvocati della difesa, mettono in atto per difendere il proprio assistito che, pur essendo un criminale spietato, riesce a farla franca con poco.