Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

La personale di Giuseppe Patanè a Monreale dal 26 marzo

La personale di Giuseppe Patanè a Monreale si apre con l’installazione di Athanor all’interno del Duomo di Monreale. Un evento straordinario che premia l’impegno dell’artista catanese.

di Redazione

Dal 26 marzo al 24 aprile 2022, il Duomo di Monreale (PA) e il Museo Civico nel complesso del Palazzo di Guglielmo II ospitano la personale di Giuseppe Patanè (Mascali, CT) dal titolo MagmaL’esposizione, curata da Carlo Micheli, col patrocinio della Regione Sicilia, del Comune di Monreale e della Curia Arcivescovile di Monreale, si presenta come una wunderkammer composta da oltre 30 opere, tra dipinti, sculture, ready made, appartenenti a diversi cicli della recente produzione dell’artista siciliano che richiamano tematiche sociali ed ecologiche o rivelano le radici storico-mitologiche della Sicilia e le sue tradizioni culturali, o attrazione e rispetto per la forza immane della natura, del vulcano, del mare.

Un’opera monumentale

“Il titolo – afferma Carlo Micheli – allude al “materiale creativo” che ribolle, puro e libero dalle costrizioni della forma, nelle profondità della mente di Giuseppe Patanè, Demiurgo estroso e ribelle, che, un po’ per noia e un po’ per incoscienza, rifiuta il ruolo di riproduttore seriale di archetipi, intervenendo direttamente sulla struttura stessa delle idee. Nascono così nuovi modelli estetici, complessi come romanzi russi nella formulazione, ma efficaci e diretti come slogan pubblicitari per quanto concerne la fruibilità”.
Il percorso espositivo si apre nella Cattedrale di Monreale. La Cappella di san Benedetto, fino all’8 aprile 2022, accoglierà Athanor, la monumentale opera (6 metri di altezza) ispirata alle tre cantiche della Divina Commedia di Dante Alighieri e realizzata in occasione delle celebrazioni per il 700° anniversario della morte del Sommo poeta.

Il viaggio di Dante secondo Giuseppe Patanè

Il lavoro segue uno sviluppo verticale, suddiviso in tre pannelli sovrapposti, e si presenta come una composizione nella quale prevale la tensione plastica delle figure. Patanè riassume il viaggio dantesco, condensandolo in un’unica realtà immaginifica, che si trasforma in un viaggio interiore, dall’oscurità alla luce. Athanor, il cui nome evoca il forno alchemico dove si alimenta un fuoco, elemento vivificatore e purificatore che eleva tutte le cose a un livello maggiore di perfezione ed è in grado di bruciare tutte le impurità, lancia un messaggio di redenzione e di rinascita, non solo artistica e culturale, quanto morale ed etica.
La rassegna prosegue al piano terra del complesso benedettino di Guglielmo II con la serie dei Tori, che Patanè ritrae nel massimo della loro forza, potenza e bellezza, e prosegue con quella delle Viscere, dove i volti degli eroi omerici e degli dèi greci, scolpiti nella pietra lavica, conducono il visitatore all’interno di una dimensione mitologica così presente nelle quotidianità della Sicilia.

La forza della natura

La mostra continua con le opere Verbum e Logos che, oltre a rappresentare la forza immane della natura che si scatena attraverso il vulcano, sono una celebrazione della dialettica di matrice ellenica, e della loro capacità di fondere pensieri contrastanti per giungere a una visione condivisa della realtà.
Per il catanese Patanè, l’Etna è una presenza incombente, al punto da spingerlo a cercare una simbiosi col vulcano e ottenere, attraverso il fuoco, la fusione magmatica di diversi elementi. È così che nascono le opere di Laterizio primo modulo, in cui l’artista sottopone ad alte temperature materiali come mattoni, tegole, pietre laviche per provocarne la perfetta mescolanza, che si traduce nella creazione di un agglomerato che si presenta formalmente come un’opera
scultorea.
L’insieme di opere di Natura uccisa denuncia invece lo scempio compiuto dall’uomo nei confronti degli animali e della natura. Alberi rinsecchiti, sormontati da teschi corrosi da un prodotto chimico sono i drammatici totem della sconsiderata azione umana nei confronti della natura, in nome del profitto.

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