Siamo iperconnessi, ipervirtuali, ipersocial, iperinfluencer ma anche ipersensibili.
di Claudia Ferreri
Il 30 aprile la “rete italiana” festeggerà il suo 30esimo compleanno di connessione. L’inizio di una vera rivoluzione in Europa che nel mondo conta tre miliardi di connessi. Il progetto fu realizzato da Cnr- Telespazio, Italcable e Cnuce. Un lungo lavoro iniziato negli anni ’70 da un gruppo di ricercatori pionieristici appoggiato dai creatori di internet: Robert Khan E Vinton Cerf. Ma se l’Italia ai tempi era i l quarto nodo europeo per diffusione e utilizzo della rete, oggi è quart’ultima. Nonostante ciò ormai l’uso/abuso dei social network è in dubbio. Una recente ricerca ha evidenziato che se si controlla il socila più di 15 volte allora si parla di patologia. Una vera e propria dipendenza. Si calcola che su un campione di 2500 ragazzi, il 5% viene considerato un potenziale “malato del web”. I più a rischio sarebbero i giovanissimi e gli anziani. Certo, bisogna capire come si usa il web. Se per lavoro e studio ok, se inizia a diventare l’unico mezzo di comunicazione sociale, di svago, di gioco allora può creare delle problematiche. Sì, perché rimanere davanti un schermo ci priva di tantissime cose.
Il contatto fisico diretto, il guardarsi negli occhi, provare emozioni tangenti e non virtuali, filtrate, da qui anche l’isolamento. si guarda e si parla di più con un elettrodomestico che con delle persone in uno spazio temporale distorto. Se prima ci si incontrava personalmente in piccole comunità di quartiere, oggi ci si “incontra” virtualmente nel Web, senza uscire di casa. Ed a pagarne le spese sono i bambini più piccoli che vengono lasciati soli davanti a schermi interattivi, pensando di fare cosa buona e giusta. E, si sa, il troppo stroppia. Ma internet ed i social non sono solo il male. Internet ormai è una realtà globale sempre più diffusa nei vari settori della vita. Pensiamo come la rete ha unito il mondo, a tutte le informazioni che è in grado di fornirci, al miglioramento che ha apportato in moltissimi campi lavorativi, all’economizzazione del tempo e alla sua contemporaneità della comunicazione.
Grazie a questa tecnologia oggi chiunque abbia un computer, una tastiera, e una connessione ad Internet può diventare autore e pubblicare le proprie idee in qualsiasi ora del giorno e della notte. Uno dei benefici che viene dalla creazione dei social network è la possibilità di trovare nuovi amici oppure contattare persone lontane da noi. Con i social network non solo si fanno nuove amicizie, ma si possono imparare tante cose entrando in contatto con altre culture.
Siamo iperconnessi, ipervirtuali, ipersocial, iperinfluencer ma anche ipersensibili. La nostra privacy infatti è messa a dura prova. Molto dipende anche dal singolo utente: condividere foto e momenti personali sui social network e sulle chat è sempre un rischio ed è bene riflettere prima di farlo. La facilità e la leggerezza con cui i ragazzi pubblicano e diffondono informazioni personali sui social network ne è una prova evidente. Ed è una delle cause scatenanti del cyberbullismo o bullismo in rete. Il problema della sicurezza informatica e della tutela della privacy online diventa attuale ogni giorno di più e le polizie di tutto il mondo hanno creato appositi team altamente specialistici per la lotta al crimine via Internet. Recentemente Whatsapp ha aumentato la sicurezza introducendo la crittografia end to end. Ovvero, da oggi, i messaggi (ma vale anche per foto, video, vocali e chiamate oltre che ovviamente per le chat di gruppo) che ci scambieremo tramite WhatsApp saranno protetti da un codice segreto e saranno visibili solo dalle persone che li hanno inviati e ricevuti (end to end). Nessun male intenzionato e nemmeno lo staff della celebre app potrà conoscerà quel contenuto. Occhio, quindi, a non lasciare incustoditi i vostri “mezzi di comunicazione” !