Il numero di pazienti con diagnosi oncologiche in senso lato, e con neoplasie ematologiche più nello specifico, è in costante crescita e grazie al miglioramento delle terapie anche il numero di persone lungo sopravviventi dopo una diagnosi di questo tipo è in aumento. Tuttavia, spesso, le conseguenze del tumore e delle terapie a cui ci si è sottoposti compromettono lo stato di salute complessivo dell’individuo e, anche dopo la fine del trattamento, non permettono di tornare al senso di benessere e al livello di salute globale precedente la malattia. La sessualità femminile e maschile rappresenta uno degli aspetti chiave della qualità di vita ed è strettamente collegata allo stato di salute globale personale, ma troppo spesso è ancora un argomento trascurato e sottovalutato.
La sessualità varia nel corso della vita
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la sessualità come parte fondamentale della personalità di ognuno e dichiara come ogni persona sia un individuo sessuale, indipendentemente dalla sua età, stato di salute, orientamento sessuale e relazioni esistenti. La sessualità è il risultato della complessa integrazione di aspetti fisici, psicologici, intellettuali e sociali, che arricchisce positivamente la personalità, la comunicazione e l’amore. Tuttavia, la sessualità può variare nel corso della vita di ciascuno. La diagnosi di linfoma e il suo trattamento, come succede per molti altri tipi di tumore, può compromettere non soltanto la fertilità e la funzionalità sessuale, ma anche l’interesse, la soddisfazione e la relazione sessuale in sé. Per questo è di fondamentale importanza tenere in considerazione la sessualità nella complessità del suo significato, come aspetto fondante la salute globale dell’individuo, anche durante e dopo il trattamento del linfoma.
Gli studi presenti in letteratura riguardo alla sessualità in pazienti affetti da linfoma sono molto limitati e la maggior parte riguarda soltanto i pazienti più giovani, in relazione al problema della fertilità. Questi studi mostrano come i pazienti affetti da linfoma riportino effetti negativi sulla funzionalità e sulla relazione sessuale, a causa di un calo del desiderio, della soddisfazione sessuale e dell’immagine di sé e come tale influenza negativa rimanga pressoché invariata anche dopo un mese e dopo 6 mesi dalla fine del trattamento. Questi studi hanno evidenziato come sia necessaria una valutazione sistematica della sessualità dei pazienti affetti da linfoma, per poter identificare precocemente i soggetti che necessitano di un supporto specialistico.
E’ quindi importante sapere che una ripercussione negativa sulla propria sessualità e sull’intimità e gli equilibri di coppia a seguito della diagnosi di linfoma e dell’avvio del trattamento è un problema diffuso e condiviso da moltissimi pazienti e dai loro partner, ma è fondamentale affrontarlo e non sottovalutarlo, anche richiedendo un supporto specialistico, in quanto ha importanti ripercussioni sulla qualità di vita e sull’atteggiamento complessivo nei confronti della malattia stessa e della tolleranza al trattamento.
Il ruolo del partner
È inoltre molto importante tenere in considerazione anche l’esperienza del proprio partner, che spesso vive con stress, sensi di colpa e preoccupazioni morali la necessità di rinegoziare gli equilibri nell’intimità della coppia e vede mutare il proprio ruolo da amante a caregiver. Studi condotti in pazienti con differenti tipi di tumori, soprattutto in pazienti con tumore mammario, hanno dimostrato come affiancare al percorso di diagnosi e terapia oncologica un supporto con periodici colloqui terapeutici orientati a rafforzare il legame di coppia abbia un risvolto positivo sia sui pazienti sia sui loro partner per quanto riguarda la consapevolezza dell’impatto della malattia sulla sessualità e il conseguente miglioramento della qualità della propria relazione.
La sessualità, nella complessità del suo significato, ricopre quindi un ruolo fondamentale nella qualità di vita e nel senso di salute globale di ciascun individuo, ma è un aspetto ancora spesso sottovalutato e poco considerato all’interno del percorso di diagnosi e cura del linfoma. È importante sapere che si tratta di un valore importante che può avere ripercussioni sul grado di stress generato e sull’atteggiamento di reazione e risposta alla malattia stessa. Per questo va protetto e preservato anche con l’aiuto di supporti specialistici e percorsi terapeutici di coppia se necessario.
Dr.ssa Alessia Castellino
Medico Ematologo
Comitato di Redazione FIL