Trattare delle culture dei popoli, delle società, delle civiltà, analizzare e confrontare i miti e la storia, l’arte, le tradizioni, le religioni, approfondirne gli influssi reciproci fatti di migrazioni, conflitti ed intrecci etnico-culturali, lanciare un messaggio di coesistenza e cooperazione fra popoli di differente origine e percorso.
di Ninni Casamento*
E’ questo il contenuto e lo scopo delle “Conferenze Sicilia-Mediterraneo” organizzate dalla Società-Siciliana per l’Amicizia fra i Popoli ogni anno, da ottobre a giugno, e giunte ormai alla 13° edizione. Non è un compito facile ma, pian piano, anno dopo anno, è venuto fuori un sistema di conoscenze e di saperi paragonabile a una piccola enciclopedia. Un sistema che ha attraversato e attraversa tuttora momenti assai delicati e oggi financo tragici dei rapporti fra i popoli e le culture.
Le tragedie dei popoli, l’aggressione, l’invasione, l’occupazione, il massacro dei popoli non sono novità nella lunga storia umana, tutt’altro. La novità sarebbe se i popoli -mi riferisco in particolare alla Sicilia e al Mediterraneo- prendessero coscienza del fatto che le contraddizioni fra di essi, le differenze culturali e religiose, le incomprensioni e le rivalità che portano poi ai conflitti non sono reali, non sono basati su interessi divergenti e contrapposti, anzi è interesse comune dei popoli quello di marciare e progredire in pace valorizzando ed esaltando le differenze culturali quale patrimonio inestimabile di ciascuno e di tutti. Ma perché, allora, questo non avviene? Perché ci sono interessi che sono esterni ai popoli o anche interni ai popoli ma non dei popoli che spingono verso la rottura e la catastrofe. Sono quindi questi interessi che bisogna separare e isolare non le culture e le civiltà. Le culture sono tutte belle e pacifiche, sono una ricchezza per i valori di cui sono portatrici. Non solo, ma non esiste cultura al mondo che non contenga gli influssi di altre culture, non esiste scienza e tecnologia che non si basi su studi ed esperienze di altri. Le culture sono comunitarie non individualiste anzi è proprio l’individualismo esasperato che distrugge le culture e porta germi di guerra (ma non ce ne accorgiamo perché ci seduce).
Conferenze tematiche
Coerentemente con queste idee sono organizzate le nostre “Conferenze”. Già i relatori, ciascuno dei quali è autorevole studioso, non sono portatori di un “pensiero unico”. Sono di diversa provenienza, estrazione culturale e orientamento religioso e politico. Ciascuno propone il suo patrimonio di conoscenze, di studi e di convinzioni tanto che può capitare di ascoltare opinioni opposte da una conferenza all’altra: è proprio questa la caratteristica e il fine stesso delle “Conferenze”.
Si è parlato e si parla di lingua siciliana negli sviluppi storici e culturali e di letteratura, arte, tradizioni e folklore di Sicilia. Della storia originale e superba di Sicilia negli eventi nei personaggi, nel divenire della cultura e dell’arte, nell’incontro con le civiltà, scoprendo tanti aspetti sconosciuti o nascosti o distorti. Di società e culture mediterranee, dai miti alla storia, alle religioni con specifiche analisi dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’Islam, di migrazioni, conflitti ed intrecci visti non tanto come un succedersi di eventi ma cause ed effetti del progresso della civiltà umana. Si è parlato del Mediterraneo anche come luogo geografico e sede di popoli e culture esaminandone la complessità e gli aspetti unitari per trarne fuori un’idea, l’idea di una società “mediterranea” multietnica e multiculturale, comunitaria, fondata sulla cooperazione di popoli diversi proprio come ai tempi dell’emirato e del regno di Sicilia dall’827 al 1266.
*Presidente Società Siciliana per l’Amicizia fra i Popoli