In molti, e sempre di più, sostengono che le elezioni amministrative siano una sorta di banco di prova per le politiche, un po’ come negli Stati Uniti sono le elezioni di midterm, ossia di metà mandato. E quest’anno i sondaggi danno il PD come favorito anche nelle 5 grandi città italiane che vanno al voto in queste ore.
Di prospettive e risultati, mentre molti italiani si recano alle urne, anche in diversi comuni della Sicilia, parliamo con Antonio Ferrante, Presidente della direzione regionale del PD.
Un bel lavoro di squadra
Come sta il PD siciliano?
“Il Pd siciliano gode di ottima salute, in poco piú di un anno, e con le difficoltà legate alla pandemia, abbiamo ricostruito il nostro tessuto locale e regionale, a partire dai circoli. Un primo risultato – dice Ferrante – è merito del lavoro del nostro segretario regionale Anthony Barbagallo, della segreteria e di tutti i dirigenti, a partire dalle nostre segretarie e dai nostri segretari di circolo che ringrazio per l’impegno e la presenza costante. Così per le amministrative di Ottobre proponiamo ai siciliani candidate, candidati, programmi e alleanze convincenti e quindi vincenti. In tanti comuni importanti abbiamo rafforzato l’alleanza con il movimento Cinquestelle, un saldo iniziale più che positivo in prospettiva delle amministrative di primavera e delle regionali il prossimo anno. Sappiamo che c’é molto da fare, soprattutto per coinvolgere donne e giovani che devono rappresentare sempre di più il centro della nostra azione politica”.
L’intesa con i Cinquestelle
Quindi alle prossime regionali i siciliani vi troveranno ancora con i Cinquestelle?
“Stiamo lavorando per un coalizione che includa tutte le forze che oggi si contrappongono al governo Musumeci e contro le destre xenofobe, sovraniste e che vogliono riportare indietro la lancetta dei diritti di decenni. Con i cinquestelle l’alleanza si sta rafforzando, attendiamo che Conte indichi i responsabili regionali e provinciali, ciò che conta è condividere valori e progetti, in questo senso, tanto nelle agorà quanto nei vari incontri, parliamo di temi comuni: ambiente, diritti, innovazione e transizione energetica”.
Puntare sulle personalità dei candidati
Considerate le Amministrative come una possibilità di rivincita dopo i risultati deludenti del 2016? E sarà l’alleanza con i Cinquestelle la chiave?
Ogni stagione politica ha la sua storia, noi abbiamo imparato dagli errori del passato – confessa Ferrante -. La chiave comunque non sta nelle alleanze tra partiti ma nei progetti e nelle personalità che presentiamo e presenteremo ai cittadini. Pensare che si vinca aggregando ceto politico è una scommessa della vecchia gestione che ha ottenuto qualche vittoria di Pirro, roboante per carità, per poi crollare miseramente. Oggi occorre parlare di visione e di futuro e,così, raggiungere gli elettori che fino a ieri, non volendo votare a destra ma non trovandoci convincenti, ha disertato le urne. Mi riferisco in particolare alle donne ed ai giovani che cercano battaglie ideali nelle quali rivedersi. Come Pd siciliano che guarda a loro abbiamo sottoscritto il protocollo contro il riscaldamento globale, aderito al referendum per l’eutanasia legale e in tutte le grandi battaglie per i diritti”.
Il mondo con gli occhi dei giovani
Il PD siciliano che rapporto ha con i giovani, in una terra che li vede sempre più allontanarsi in cerca di futuro professionale?
“Nelle varie epoche non ci sono state classi dirigenti che abbiano ignorato o danneggiato volontariamente le nuove generazioni, semplicemente sono incappate tutte nello stesso errore, migliorare ciò che per loro da giovani non aveva funzionato. Fissare lo sguardo sulle cabine telefoniche mentre il mondo andava verso gli smartphone ha la logica conseguenza di rendere la politica aliena agli occhi dei giovani e, cosa più grave, li allontana dalla Sicilia, alla ricerca di luoghi che siano il linea con il loro mondo. In questo anche noi dobbiamo superare certe nostre rigidità e affidarci alle nuove generazioni con umiltà, la cosa più di sinistra che esiste oltre ogni etichetta o delimitazione più o meno strutturale, interna o esterna”.
Parità di genere o di opportunità?
La parità di genere: personalmente credo più in una parità di opportunità che non nella parità di genere. Dobbiamo davvero farne ancora una questione politica?
“Occorrono interventi concreti in ogni campo che diano alle donne la piena possibilità di realizzarsi nelle loro specificità, partendo alla pari con gli uomini. Una sfida che è culturale e poi politica – precisa Ferrante -, che possa definitivamente rendere la figura femminile nella società autonoma e specifica. Per dirla con un motto, mai piú “donne con gli attributi” ma “donne”. Dalla doppia preferenza di genere agli investimenti del PNRR, il Pd é in prima linea per la piena parità. A questo deve corrispondere un nuovo protagonismo delle donne, che vada nella direzione dell’intersezionalità, sempre nell’ottica di emancipare la figura femminile da quella dimensione di “categoria” cui oggi è ancora rinchiusa”.
Una storia fatta di lotta per i diritti
E il PD dall’esterno… secondo lei come viene visto?
“Incontrando tanti giovani so che per loro si è riconosciuti come riformisti e di sinistra per ciò che si fa e si propone prima che attraverso pedigree di lunga militanza o distinguo interni. Anche in tema di formazione delle future classi dirigenti occorre abbandonare la cultura delle cabine telefoniche, dobbiamo condividere i nostri valori e la nostra storia perché le nuove classi dirigenti possano renderle attuali evitando l’errore di porsi come nostalgici portatori di una storia irripetibile. Sinistra oggi é diritti, dall’eutanasia legale alla lotta ai cambiamenti climatici, ed é umanizzazione del progresso, dalle nuove forme di comunicazione alla rivoluzione nel mercato del lavoro. In questo il Pd siciliano c’é e ci sarà sempre di più”.
Una donna per Palermo?
L’ultima domanda è sul capoluogo siciliano: avete un progetto per governare questa città?
“A Palermo occorrerà una coalizione convincente e un programma che guardi alle donne e ai giovani, in grado di superare le difficoltà strutturali puntando sull’innovazione e sulla sostenibilità. Un progetto riformista nei fatti prima che nei simboli e aperto a quei movimenti che fanno di questi temi la propria sfida quotidiana. Se avremo più profili che possano incarnare questo progetto celebreremo le primarie, intese come confronto tra personalità e nient’altro.
Personalmente vorrei fosse una donna a guidare la coalizione, così come nelle liste e nella composizione della giunta. Nota forse controcorrente: non mi ha mai convinto l’espressione “candidatura civica”, penso invece che per vincere e governare la quinta città d’Italia serva un profilo che abbia capacità politica e amministrativa e che, con la candidatura, operi una scelta di vita. Non è più tempo di candidate o candidati “civici” che, in caso di mancato successo, tornano alle proprie professioni ringraziando tutti per la bella esperienza”.