Voglia di cinema! I consigli di Massimo Arciresi
La tenerezza (Italia, 2017) di Gianni Amelio con Renato Carpentieri, Micaela Ramazzotti, Elio Germano, Giovanna Mezzogiorno.
Nell’adattare molto liberamente (insieme al redivivo Alberto Taraglio) il romanzo di Lorenzo Maroni La tentazione di essere felici, Amelio, con tocchi assai personali, crea uno di quei film che, magicamente, sono in grado di parlare a qualsiasi spettatore. Un opaco avvocato (Carpentieri, magistrale) non comunica più con i figli (Mezzogiorno e Arturo Muselli, sottilmente opposti); piuttosto, stabilisce un rapporto con gli spaesati vicini (la candida Ramazzotti e il tormentato Germano), trasferitisi a Napoli da poco con i loro due bambini. Due famiglie crudelmente sovrapposte, in una scarnificazione del passato che, forse, può aiutare qualcuno a ricominciare. Splendidamente interpretato anche da Greta Scacchi (il regista le regala una sola, memorabile sequenza), un dramma struggente e perfettamente armonizzato.
Le donne e il desiderio (Zjednoczone stany miłości, Polonia/Svezia, 2016) di Tomasz Wasilewski con Julia Kijowska, Magdalena Cielecka, Marta Nieradkiewicz, Dorota Kolak.
Nella Polonia del 1990, fatta di promesse “occidentali” derivanti dalla caduta del Muro, in un austero condominio gli aneliti (non solo passionali) di quattro donne son destinati a restare paradigmaticamente frustrati. Agata (Kijowska), moglie e madre, è turbata dal parroco; l’insegnante d’aerobica Marzena (Nieradkiewicz), oltre a essere inconsapevolmente desiderata dall’insegnante Renata (Kolak), sogna lo star system, e sua sorella Iza (Cielecka), direttrice scolastica, assilla l’amante vedovo. Wasilewski immerge la nudità delle sue attrici in una fotografia espressivamente desaturata (a cura di Oleg Mutu).
Voglia di cinema! La frase della settimana
«…È uscito dal nulla, non lo conosciamo: come possiamo fidarci di lui?» Il settenne Tim, allarmato dall’improvvisa comparsa di un prepotente fratellino in giacca e cravatta (in realtà una specie di cinico agente soprannaturale in incognito) tenta di aprire gli occhi ai suoi intontiti ed eccessivamente tolleranti genitori nel sostanzialmente metaforico e abbastanza simpatico cartoon Baby Boss (id., USA, 2017) di Tom McGrath.