La Testa di Ade, detta anche Barbablù, torna in Italia.
di Floriana Spanò*
Il reperto archeologico di grande valore, trafugato attorno al Santuario extraurbano di San Francesco Bisconti a Morgantina (Enna) alla fine degli anni Settanta, venne esportato illecitamente e venduto al Getty Museum nel 1985 dal collezionista di New York Maurice Tempelsman per la cifra di 500 mila dollari. Pare che la collocazione originaria della Testa di Ade fosse il santuario di Demetra, sito all’interno del parco archeologico di Morgantina.
Il reperto è una testa in terracotta policroma, di epoca ellenistica, raffigurante molto probabilmente il dio greco Ade.
Rara e pregiata, unica nel suo genere , sia per il tipo di materiale utilizzato, sia per le consistenti tracce policrome rosso mattone nei capelli e blu nella barba che le fecero dare il il soprannome Barbablù. L’indagine si è così conclusa grazie alla coordinazione della Procura della Repubblica di Enna e dei Carabinieri del Comando Tutela patrimonio culturale hanno riportato in Sicilia la “Testa di Ade”.
A questa conclusione si è giunti attraverso l’esame di alcuni reperti in frantumi abbandonati dai tombaroli a seguito di scavi clandestini in quell’area archeologica.
Tra questi, vi erano 4 “riccioli” recuperati in fasi successive dal 1978 al 1988, che a distanza di diversi anni, nell’ambito di una collaborazione tra il Dipartimento dei Beni Culturali della Regione Siciliana e il museo californiano sono stati comparati, con esito positivo, con la “testa” custodita presso il “Getty”. L’area archeologica di Morgantina, importante città siculo-greca nel territorio di Aidone (En) che, tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80, è stata oggetto di numerosissimi scavi clandestini con conseguente trafugamento di inestimabili capolavori dell’arte greca come la coppia di acroliti arcaici, la colossale statua tardo-classica della dea, ed il tesoro di argenti ellenistici , esportati illecitamente e restituiti all’Italia negli ultimi anni, tutti attualmente custoditi nel Museo Archeologico di Aidone..
Il John Paul Getty Museum di Malibu ha restituito l’opera dallo straordinario valore artistico alla presenza del Console Generale d’Italia a Los Angeles, Antonio Verde, e delle Autorità giudiziarie e di polizia italiane. La piena collaborazione con il Dipartimento di Giustizia Usa e il “J.P. Getty Museum” ha permesso, dopo l’espletamento delle procedure giudiziarie, l’organizzazione della missione di recupero.
Il 24 gennaio 2016, i carabinieri insieme al sostituto procuratore Francesco Rio, titolare delle indagini, sono partiti alla volta di Los Angeles, facendo rientro il 29 gennaio scorso a Palermo, con la “Testa di Ade”.
Si chiude quindi così anche la lunga vicenda per riottenere uno dei reperti della nostra terra.
*Associazione Mialò Art