Qualche giorno fa, proprio nei primi giorni di agosto,Susanna Camusso è stata intervistata dal direttore di Rainews 24 Corradino Mineo ad Erice , nella storica piazzetta San Domenico, nell’ambito dell’iniziativa “Cgil Incontri”.
Diversi i temi trattati nel corso dell’evento.
Tra gli argomenti affrontati, il Segretario nazionale della Cgil, ha trattato la chiusura dell’impianto di Termini Imprese e parlato del caso dell’Ilva di Taranto .
“Bisogna uscire dall’idea che solo la Fiat possa produrre auto nel nostro Paese”, ha detto la leader nazionale della Cgil, Susanna Camusso, rispondendo alle domande del direttore di Rainews, Corradino Mineo. Per Susanna Camusso, infatti, a Termini Imerese si “é perso fin troppo tempo a rimanere dentro il perimetro determinato dalla Fiat”, anche perché la casa automobilistica torinese continua a diminuire gli investimenti in Italia” e bisogna quindi guardare ,anche, a chi ha interesse a venire a produrre nel nostro Paese” “Magari la Volkswagen decidesse di produrre in Italia!”
Susanna Camusso, riferendosi all’ipotesi di salvaguardare sia i posti di lavoro nello stabilimento Ilva, che la tutela ambientale, ha evidenziato come sia “possibile e necessario determinare investimenti con le migliori tecnologie disponibili”. Una strada, questa, percorribile con il “primo stanziamento del governo”. “L’importante è che non si pregiudichino gli impianti nel loro futuro e i posti di lavoro”.
Note polemiche la Camusso non è le ha risparmiate poi al Governo in merito alla questione degli esodati ed ha evocato la necessità di un ritorno alla concertazione.
A questo proposito , proprio facendo riferimento al presunto filo germanismo del Premier, la Camusso non ha mancato di sottolineare quanto la Germania sia la nazione con il maggior ricorso alla concertazione al mondo.
In tal senso l’unilateralismo nelle decisioni di politica economica dell’azione di
governo risulterebbe incomprensibile quando non palesemente dannoso.
La riforma Fornero, per esempio, non ha tenuto conto, con il prolungamento dell’età pensionabile, delle diverse tipologie di lavoro, da quelli usuranti a quelli intellettuali , finendo con l’appiattire sulla linea dell’età la ben poco mascherata esigenza del Governo di far quadrare e rientrare i disavanzi del bilancio pubblico.
Con, come unico effetto, il risultato di moltiplicare le disuguaglianze sociali e lo scontro tra generazioni.
“Una generazione senza futuro” sottolinea una signora dal pubblico. Una generazione , come confermato dalla stessa Camusso, bloccata nel suo accesso al lavoro dalla condizione di perpetuata permanenza dei propri padri.
Tutto ciò non fa altro che incrementare la percezione del lavoro come merce di scambio ovvero come liquido di coltura per la creazione di amorali clientele.
E il tema della legalità, nella gestione delle imprese, e del loro rapporto con la pubblica amministrazione emerge dal dibattito con il pubblico, al punto che un anziano intervenuto arriva a definire la lotta alla corruzione come la “Madre di tutte le battaglie”.
Un pubblico molto attento ha assistito al talk show tra il Segretario della CGL e Corradino Mineo.
Un pubblico assai preparato che, negli interventi non ha mancato nel mettere in difficoltà la stessa Susanna Camusso, a testimonianza del fatto che il lavoro non è solo uno dei temi , ma forse, “IL” tema più avvertito in questo particolare momento storico.
L’incontro si è , infine, concluso con il proposito di voler ripartire dal lavoro come stella polare dell’opera del sindacato e con l’auspicio che ripartire dal lavoro sia anche l’obiettivo dell’attività di governo dei prossimi mesi .
Da tutto ciò però non possiamo esimerci da alcune sommesse considerazioni.
Il Sindacato in Italia è una realtà assai potente e non v’è dubbio che certamente i lavoratori hanno potuto contare sulla sua forza contrattuale per l’affermazione e il consolidamento dei propri diritti.
Oggi però a parere di chi scrive, esso pare piuttosto concentrato sulla tutela di chi è già tutelato che di quella di chi, al contrario, di tutele non ne possiede alcuna.
Dov’è il sindacato di fronte alle distorsioni della legge Biagi con i suoi contratti a progetto che simulano rapporti di lavoro subordinato? Dov’ è il sindacato, e in particolare il sindacato della sinistra, di fronte alle false partite IVA, e al tema della riduzione del cuneo fiscale?
Dov’è il sindacato in merito al tema della competitività del lavoro come leva per attrarre gli investimenti? Dov’è il sindacato nell’approfondimento e nella tutela delle cosiddette vedette civiche contro la corruzione , i cosiddetti whistlblower ? Dov’è il sindacato di fronte all’ insufficienza dell’attività di controllo degli ispettori del lavoro e dov’è il sindacato di fronte al gravissimo fenomeno delle false buste paga che prevedono un meccanismo sanzionatorio addirittura più conveniente della denuncia di tale abuso ?
Dov’è infine il sindacato nella valorizzazione delle opportunità per i giovani , nel recupero dei mestieri , nella ripresa del lavoro come motore dell’economia reale e come mezzo per la propria realizzazione personale al di fuori dal modello prevalente della scorciatoia al denaro attraverso la sola speculazione?
Che tutto ciò sia vissuto solo apparentemente come urgente, si perdoni il pensiero maligno, potrebbe, forse, essere dimostrato da certi accordi sindacali dove , probabilmente,dobbiamo temere , si sono barattate posizioni di dirigenti di alcuni attivisti con il reale sostegno di trattative serie a tutela dei lavoratori.
DANIELA MAINENTI