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L’aula informatica del Tribunale di Palermo dedicata a Ninni Riggio

Con una cerimonia che si tiene stamattina in Tribunale, sarà ufficialmente intitolata a Ninni Riggio l’Aula Informatica del Tribunale di Palermo...

di Clara Di Palermo

Con una cerimonia che si tiene stamattina nel nuovo Palazzo di Giustizia, sarà ufficialmente intitolata a Ninni Riggio l’Aula Informatica del Tribunale di Palermo. Il ricordo del giudice Di Lello e di colleghi e amici

 

di  Clara Di Palermo 

L’aula Informatica del nuovo Palazzo di Giustizia di Palermo da oggi sarà intitolata a Ninni Riggio, il Direttore Amministrativo, referente per l’informatica del Tribunale di Palermo, deceduto prematuramente nell’agosto di due anni fa.
La cerimonia si terrà stamattina alle 12,30, alla presenza dei familiari e di numerosi esponenti del mondo giudiziario che hanno avuto modo di apprezzare un uomo serio, competente, un servitore dello Stato al quale si deve l’informatizzazione degli uffici del Palazzo di Giustizia.

“Un lavoratore vero, che non si risparmiava – racconta Giuseppe Di Lello, magistrato oggi in pensione, che fu giudice istruttore componente del pool antimafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino -, un vero punto di riferimento in Tribunale sia per i giudici che per gli avvocati. Anche quando lasciò l’Ufficio Istruzione per andare al Ruolo Generale Civile, diede lì il suo apporto di grande organizzatore”.

Ninni Riggio
Ninni Riggio

Dr. Di Lello, voi eravate anche amici…..

“Sì. Un amico sempre di buon umore, sempre disponibile….mi diceva Peppino, appena anch’io andrò in pensione, ti passerò a prendere e ce ne andremo insieme in campagna. Purtroppo non è stato possibile…..”
Ninni Riggio non poté tenere fede all’impegno non per sua volontà ma perché, purtroppo, è morto pochi mesi dopo essere andato in pensione, a 65 anni, dopo un lungo ricovero in ospedale.
“Un uomo stimato da tutti – aggiunge il giudice Di Lello -, e lo dimostra anche il fatto che l’Associazione Nazionale Magistrati abbia deciso di dedicargli un’aula. Non è una cosa che accade tutti i giorni, soprattutto per un non togato”.
Dopo la laurea in Giurisprudenza, Ninni Riggio iniziò la carriera come segretario giudiziario, per diventare, poi, collaboratore di cancelleria, presso l’ufficio istruzione del Tribunale di Palermo, assegnato al Giudice Istruttore Giuseppe Di Lello nel primo pool antimafia.
Nel 1987 vinse il concorso esterno per Cancelliere e nel gennaio 1988, una volta prese le funzioni di Cancelliere, rimase presso l’ufficio istruzione diventato, con l’entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale nel 1989, ufficio del GIP, giudice per le indagini preliminari.
“Nel 1989 è stato assegnato al ruolo generale civile del Tribunale di Palermo – dice Giovanni Moriggi, che per anni ha lavorato a fianco di Ninni Riggio -. Lì ha iniziato ad interessarsi dell’informatizzazione degli uffici giudiziari, contestualmente al lavoro nel ruolo generale civile. Ha continuato a svolgere entrambi gli incarichi per alcuni anni, riuscendo infine a creare la cancelleria dei servizi informatici, resa autonoma negli anni successivi al 1996”.
“Ninni ebbe un grande intuito – ricorda Moriggi -, quello di proporre al Presidente del Tribunale di allora, il dr. Rotolo, che il Tribunale di Palermo fosse sede pilota, a livello nazionale, in tutti i processi di informatizzazione degli uffici giudiziari”.

Quanto aumento il vostro carico di lavoro?
“Si lavorava il doppio perché il processo di informatizzazione procedeva parallelamente all’attività giudiziaria ordinaria, quella cartacea. Posso affermare che se oggi il Tribunale di Palermo utilizza il processo civile telematico, questo si deve a Ninni Riggio. Non aveva alcuna gelosia del suo lavoro, era sempre disponibile a insegnare a chi lavorava con lui. E’ stato un bravissimo direttore di cancelleria e un grande formatore…..io ne sono la prova”.

Commosso il ricordo sia di Giovanni Scarpello, che oggi ricopre il ruolo che fu di Riggio, che di Giuseppe La Mantia, anche lui direttore amministrativo oggi in pensione. “Ninni era dotato di un tale carisma da essere riconosciuto spontaneamente come leader, sia dai colleghi del Tribunale, sia dai numerosi amici e compagni appassionati di moto come lui. La nostra amicizia – ricorda Giuseppe La Mantia – risale al 1977, passata dagli uffici del Palazzo alla vita privata, con una bella frequentazione con le rispettive famiglie. Con Ninni, infatti, condivisi pur con qualche contrasto di vedute, il modo di affrontare le difficoltà della vita quotidiana, non solo quelle lavorative ma anche quelle personali o concernenti la sfera familiare. Era piacevole confrontarsi con lui sui temi più disparati”.

In ultimo, una piccola annotazione di chi scrive che ha avuto il privilegio di conoscere Ninni Riggio, un uomo retto, diretto, che non faceva nulla per essere simpatico, ma lo era lo stesso. Era una persona molto affettuosa, sempre disponibile e, soprattutto, era una persona perbene.

 

 

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