di Clara Di Palermo
Avete notato che già si comincia a respirare aria natalizia? In molte strade delle nostre città, Palermo inclusa, i commercianti hanno già abbellito vetrine e marciapiedi con le decorazioni natalizie e le luminarie, nell’intento di attirare più acquirenti e rimpinguare le casse.
Contestualmente a ciò, le riviste ci suggeriscono destinazioni suggestive per le prossime vacanze natalizie o per il ponte dell’Immacolata. Come ogni anno, a farla da padrone sono piccoli, piccolissimi centri dell’Alto Adige, del Trentino, della Valle d’Aosta, dove i famosi “Mercatini” attirano turisti e visitatori. Ma ci siamo mai chiesti cosa sono questi mercatini dalla magica atmosfera? Ben organizzati, curati e molto ben promossi, non sono altro che una gigantesca vetrina dell’artigianato e delle tradizioni culturali e culinarie di quelle zone.
Cosa vieterebbe a noi di fare lo stesso? Ce lo chiediamo ogni qualvolta le anonime e ripetitive bancarelle di prodotti di importazione invadono le nostre strade…….. Non abbiamo noi, forse, tradizioni, usi, costumi da valorizzare, artigianato da promuovere? A nostro avviso ne abbiamo a iosa. Eppure si continua a preferire la scorciatoia di tristi fiere in cui a farla da padroni sono giocattoli, dispositivi elettronici e accessori vari importati dall’estero. Si continua a dare spazio alla festa di Halloween (che proprio non ci appartiene) e si mortifica la tradizione dei morti, dei pupi di zucchero………
Quando capiremo che le tradizioni di un popolo sono come dei pilastri, le solide basi sulle quali costruire il futuro? Ma davvero vogliamo permettere che i bambini crescano senza la memoria delle nostre tradizioni?