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L’Europa è donna? Diamo i numeri!

di Clara Di Palermo

L’Europa è donna. L’affermazione potrebbe suscitare ilarità ma se guardiamo ai dati della rappresentanza femminile tra gli europarlamentari, ne comprendiamo il senso.
Nel Parlamento europeo, infatti, la percentuale di donne è quasi del 40% (sono dati di febbraio 2024), quindi più alta rispetto a quella registrata nei parlamenti nazionali, non solo a livello europeo.

Parità di genere

Il Parlamento Europeo sostiene da tempo, e attivamente, la parità di genere anche se nei vari stati membri, nei vari ruoli della vita pubblica, come si accennava prima, le donne sono ancora in numero inferiore agli uomini.

Alle prossime elezioni europee, l’Italia chiamata al voto nei giorni 8 e 9 giugno (quindi tra pochi giorni) dovrà eleggere i 76 eurodeputati che la rappresenteranno nella prossima legislatura. Nella circoscrizione Sicilia- Sardegna, le candidate donna sono 42 su 86 e le eurodeputate italiane, attualmente, sono il 41% degli eletti italiani.

Davvero l’Europa è donna? Ecco le donne al vertice

La prima donna Presidente del Parlamento europeo, incarico frutto di elezioni dirette, fu Simone Veil, sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz, eletta nel 1979 e rimasta in carica fino al 1982.
Oggi, e fino al prossimo ottobre, è una donna a guidare il Parlamento europeo, Roberta Metsola, maltese, succeduta all’italiano David Sassoli a seguito della scomparsa di quest’ultimo.

Fonte immagini: Pixabay

Dei 14 vicepresidenti in questa nona legislatura, le donne sono sei.
Ursula Von Der Leyen è diventata Presidente della Commissione europea. Ad affiancarla, un Collegio di commissari formato da 12 donne e 14 uomini.

Poche donne nelle istituzioni economiche

Continuando a esaminare i vertici delle istituzioni europee, non possiamo dimenticare Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea (incarico che dura 8 anni e non è rinnovabile), sostenuta dal Parlamento europeo. Sua la richiesta di più incarichi di alto livello negli affari economici e monetari per le donne, dato che ancora oggi l’area economica e i processi decisionali che la riguardano registra la percentuale più bassa in termini di parità di genere.

E nei vari Stati?

Sui numeri c’è anche qualche curiosità, soprattutto se confrontiamo quanto avviene nei singoli stati membri dell’Unione europea. La Svezia, ad esempio, nel suo parlamento ha quasi raggiunto la parità tra uomo e donna nel numero di seggi: ben il 49,6% è occupato da donne. Stati come Malta, Ungheria, Croazia o anche la Grecia, invece, hanno una rappresentanza femminile, nel loro parlamento, ancora inferiore al 20% (fonte dati: Istituto europeo per l’uguaglianza di genere).
Se il sistema delle quote di genere, infatti, ha portato nel corso degli anni a una progressiva riduzione nel divario tra uomo e donna, questa non ha prodotto una reale parità di genere negli organismi legislativi

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