Dal 2014, in Sicilia si registra un decremento demografico sempre maggiore, tanto da mettere in forte rischio demografico l’intera regione. Secondo dati del Cresme, Centro di ricerche economiche, sociologiche e di mercato, tra 20 anni, la Sicilia, registrerà oltre mezzo milione di abitanti in meno. Andamento demografico della Sicilia
di Patrizia Romano
Le dinamiche della popolazione siciliana, nell’ultimo mezzo secolo hanno decisamente mutato il profilo della regione.
Nel corso degli ultimi anni, si rileva in Sicilia un andamento altalenante: dal 2004 al 2010, una costante crescita della popolazione, nel 2011, un brusco calo, nel 2012, una forte tenuta, mentre nel 2013, una notevole risalita. Dal 2014, invece, comincia un decremento sempre maggiore, tanto da mettere in forte rischio demografico l’intera regione che, secondo dati del Cresme, Centro di ricerche economiche, sociologiche e di mercato, tra 20 anni, la Sicilia, registrerà oltre mezzo milione di abitanti in meno. A partire dal 2014, infatti, è iniziata una dinamica negativa, in cui la consistenza demografica regionale conta un avanzo di 81.856 iscritti, più l’1,6 per cento di abitanti, imputabili, però, esclusivamente alla componente straniera.
Alla base di questo andamento negativo, stanno diversi fattori. In primo luogo, il processo di invecchiamento cui la popolazione siciliana va incontro e che nei prossimi anni, porterà a un calo consistente della popolazione regionale, registrando circa 190 mila abitanti in meno nel decennio 2016/2026 e oltre 322 mila nel decennio successivo, per una contrazione netta nel ventennio 2016-2036 di 513 mila abitanti, -10,1 per cento.
L’altro fattore che influisce notevolmente sul decremento demografico dell’Isola, è il tasso di disoccupazione, tra i più alti in Italia, superato solo dalla Calabria. Fattore questo che ha spinto verso un esodo di massa, le popolazioni giovanili.
Andando via i giovani, di conseguenza, diminuiscono le giovani coppie che decidono di mettere su famiglia, quindi, riduzione delle nascite. Nel frattempo la popolazione anziana si riduce, passando a miglior vita. Ciò provoca, inevitabilmente, un forte divario tra nascita e mortalità. Tradotto in percentuali, il rapporto nati/morti è sceso da 2,2 fino a 1.
Nell’arco dell’intero periodo, il numero dei nati cala maggiormente nelle province di Enna, – 64,1 per cento, Caltanissetta, – 58,8 per cento, Agrigento, con un – 57,9 per cento, a Catania, – 45,1 e Ragusa, – 34,9.
Nel 2017, l’indice di vecchiaia per la Sicilia registra che ci sono 145,8 anziani ogni 100 giovani.
Da un punto di vista anagrafico, le consistenze demografiche dipendono, oltre che dall’andamento naturale, nascita e morte, pure dall’andamento migratorio, che registrano iscrizioni e cancellazioni. Quest’ultima componente ha notevolmente condizionato l’entità della popolazione residente in Sicilia.. Anche se non si tratta di residenti, questi rappresentano una fetta importante di popolazione.
La quota di iscritti stranieri sul complesso dei residenti in Sicilia sale dall’1,4 al 3,2 per cento. Gli stranieri residenti in Sicilia al 1° gennaio 2017 sono 189.169 e rappresentano il 3,7 per cento della popolazione residente.
La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 29,2 per cento di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Tunisia, 10,6 per cento e dal Marocco, 7,9 per cento.