Oltre duecentomila persone, c’è chi dice duecentocinquantamila, hanno affollato sino a tarda notte le vie del Cassaro per vedere questo spettacolo unico, durato più di quattro ore, e che ha visto per la prima volta l’Arcivescovo Cosmopolita di Palermo Corrado Lorefice salire sul carro assieme al Sindaco Leoluca Orlando
di Pippo La Barba
Sull’organizzazione e le caratteristiche dell’ultimo Festino abbiamo sentito il direttore artistico Lollo Franco
Cosa ti ha spinto ad accettare la direzione degli ultimi due Festini e di quello del prossimo anno?
Ho partecipato al bando dell’anno scorso e a quello biennale per quest’anno e l’anno prossimo non certo per bramosia di guadagno. Il budget è veramente modesto, non sono più i tempi che con la cultura si facevano i soldi, oggi tutt’al più si sopravvive.
Cosa ha di particolare il Festino di quest’anno?
Quest’anno il tema del Festino era dedicato a Giuseppe Pitrè e all’itinerario arabo-normanno, riconosciuto Patrimonio Unesco dell’Umanità. Come l’ha definito con felice espressione Leoluca Orlando, è stato un Festino con “il naso all’insù”, nel senso che ha rivolto lo sguardo verso l’alto partendo dal basso. Direi, senza piaggeria, nello stile di questa Amministrazione e della Diocesi guidata dall’Arcivescovo Lorefice.
Perché il popolo palermitano ama tanto Santa Rosalia e questo momento di festa?
Storicamente perché il nome di Rosalia viene accostato alla peste, che recò tanta sofferenza alla città. Nell’immaginario collettivo, la Santa propiziò la successiva palingenesi del popolo palermitano.
Oggi Palermo vive un momento di riscatto?
Tutto sommato sì, e il Festino fa sempre sognare, unisce sacro e profano, e lungo le ali di folla è una rappresentazione del teatro di strada: uno spettacolo tra cielo e terra, con coreografie sospese, danzatori in scena, acrobati, effetti multimediali.
Il Festino è un evento solamente palermitano?
Direi che supera ampiamente l’ambito cittadino. Intanto coinvolge i tantissimi palermitani sparsi per il mondo. Ma è di suo un avvenimento religioso e culturale unico. E’ forse l’ultima festa barocca del mondo, un’occasione irripetibile di incontro tra tradizioni e culture diverse.