Voglia di cinema! I consigli di Massimo Arciresi
Loving (id., USA/GB, 2016) di Jeff Nichols con Joel Edgerton, Ruth Negga, Marton Csokas, Nick Kroll
Alla fine dei ’50 una pacifica convivenza sociale viene alterata – in seguito alle nozze celebrate a Washington “alla chetichella” tra il bianco Richard Loving e la nera Mildred Jeter – da una sentenza dello stato delle Virginia. Se non si separano, gli sposi dovranno trasferirsi. Così vanno in città e allevano i figli. La politica kennedyana e l’indesiderata ribalta mediatica cambieranno la situazione (in nove anni). Caso esemplare ricostruito da un film (prodotto anche da Colin Firth) che non si perde in contrasti coppia/mondo (che pure ci sono) e rimarca la sofferenza per l’evocativo allontanamento dall’ambiente rurale. Dopo Take Shelter e Mud, confermato il talento di Nichols (che non rinuncia al “suo” Michael Shannon). La distribuzione italiana ci concederebbe, per favore, il precedente Midnight Special?
Oppure
Un tirchio quasi perfetto (Radin!, Francia, 2016) di Fred Cavayé con Dany Boon, Laurence Arné, Noémie Schmidt, Patrick Ridremont
A metà del raduno di beneficenza la commedia di Cavayé (avvezzo al noir) inizia a perdere aderenza, per giungere a una conclusione insapore. Il resto, però, è uno spasso raro. Lo spilorcio interpretato dall’impagabile Boon (un violinista odiato da chiunque, variante parossistica del suo Supercondriaco) è introdotto da un prologo pre-nascita e da tre eloquenti “saggi”, in un crescendo di svergognata avarizia – scalfita dall’interessamento di una collega e dall’arrivo di una figlia di cui ignorava l’esistenza (Arné e Schmidt tengono testa al protagonista) – culminante nella scena del concerto in chiesa.
Voglia di cinema! La frase della settimana
«Sembra un sacrificio umano.» Il giovane coroner Emile Hirsch, dopo attenta analisi (notturna) su un misterioso cadavere femminile pervenuto in obitorio, trae le prime conclusioni e le condivide con il padre/collega Brian Cox nel più che accettabile horror tradizionale e minimale (pochi elementi, fra i quali il senso di claustrofobia e il fortunale che imperversa all’esterno) Autopsy (The Autopsy of Jane Doe, USA/GB, 2016) di André Øvredal.