Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Luigi Tabita: il teatro è amore

di Pippo La Barba

Attratto sin da piccolo dal fascino del teatro, ultimamente ha avuto significativi riconoscimenti per la sua interpretazione in Kean al teatro stabile di Palermo e presto lo vedremo in scena in Re Lear che debutta a Catania e sarà in tournée nei più importanti teatri italiani. In prima linea nella battaglia per i diritti civili.

 

di Pippo La Barba

Diplomatosi presso la Scuola d’Arte Drammatica “U.Spadaro” del Teatro Stabile di Catania, Luigi Tabita debutta ventenne con Leo Gullotta in uno spettacolo dal titolo Fantasmi sulla vita di Pirandello. Da allora ha sempre continuato a lavorare e studiare perfezionandosi con maestri come: Calenda, Albertazzi, Soleri, Abbondanza, Warner, Duggher, Chiti, Wertmuller. Ha affrontato in teatro vari generi, dalla commedia alla tragedia al musical con nomi importanti del teatro italiano e internazionale quali: Scaccia, Haber, Guicciardini, Ranzi, Gullota, Pambieri, Croccolo, Martinez, Pugliese, Pirrotta, Brogi, Sammataro, LoMonaco, Manfrè, Dioume, Papas, Churaqui, Danieli, Pezzoli, Bonaiuto, Andò, DeFusco, Scaparro, Vetrano-Randisi, Ranieri, Sastri. In tv ha lavorato in importanti produzioni Rai e Mediaset: Il paese delle piccole piogge con M.Madè e G.Lupano regia S.Martino, Dov’è mia figliacon C.Amendola e S.Autieri regia M.Vullo, Fratelli detective con E.Brignano regia R.Izzo, I cesaroni con C.Amendola regia S.Vicario, Provaci ancora Prof. con V.Pivetti regia T.Aristarco, Ho sposato uno sbirro 2 con F.Insinna regia A.Barzani.Molti i riconoscimenti: tra questi il Premio Gassman nel 2008 come giovane promessa e in occasione della 41^ Giornata d’ Europa-Premio Personalità Europea, ha ricevuto l’ Oscar dei Giovani  per la costanza ed i risultati ottenuti con la sua attività.

Luigi Tabita
Luigi Tabita

Gli ho posto alcune domande:

Tu vieni da una formazione classica che hai acquisito allo Stabile di Catania. Di tuo aggiungi una versatilità che ti consente di spaziare un diversi generi, dalla commedia brillante al musical. Ultimamente hai affrontato con Kean al Biondo di Palermo la poetica avanguardista di Perriera. Da dove nasce questa tua duttilità?

Credo dal mio essere temerario nella vita. Infatti amo affrontare le sfide, pormi degli obiettivi lontani da me quasi impossibili e, attraverso lo studio, cerco di raggiungerli per migliorami come artigiano (così mi piace definirmi) e come uomo. E così ho imparato il tip tap, a suonare la tammorra e cantare musica jazz…(ride)

Da qualche giorno hai iniziato le prove di una nuova “sfida”, Re Lear di W. Shakespeare con Mariano Rigillo. Una tragedia che mette in luce gli istinti più biechi ell’essere umano e descrive una famiglia che si disintegra perché le figlie sono accecate dalla sete di potere sino a tradire lo stesso sangue … molto moderno direi

Shakespeare come i tragici greci è sempre molto attuale. Questa tragedia ha una forza straordinaria perche mette in gioco i peggiori sentimenti dell’animo umano, sentimenti come la follia, la crudeltà, la violenza di figli verso i propri genitori, dove Il materialismo spregiudicato sopra ogni tipo di sentimento e affetto, anche paterno come in questo caso, vince su tutto, anche sulla vita stessa. E’un grande testo di denuncia, che ci fa riflettere sulla famiglia moderna e su i veri rapporti che spesso questa cela dietro le convenzioni sociali, rapporti malati che in realtà, come la cronaca purtroppo ci racconta, all’interno delle quattro mura domestiche si manifestano degenerando in azioni mostruose.

Tu ti sei distino in una appassionata battaglia per i diritti civili della comunità L.G.B.T. ormai accettati anche dalla parte più avanzata del mondo cattolico. E’ sempre una questione di diritti o a volte c’è un ammiccamento delle forze politiche per un interesse elettorale? 

Questi sono temi importanti che hanno messo in crisi realmente i partiti al di fuori di ogni interesse elettorale …credimi. In queste settimane stiamo assistendo ad un grande cambiamento culturale, già cominciato nel mondo anni fa, un cambiamento che devo ammettere felicemente è guidato dalle donne anche questa volta.

Esse ci confermano di essere portatrici di un sentire universale, di una intelligenza istintiva che muove il mondo, rispetto alla “bassezza” (e qui ritorna Shakespeare!) del genere maschile che ancora oggi naviga nel peggiore pensiero machista e lo abbiamo visto con i vergognosi interventi dei nostri parlamentari uomini…

Credo che la classe politica debba ascoltare i cittadini ma successivamente debba essere capace di prendere delle decisioni per il bene del cittadino guardando oltre il becero voto e deve, come nel caso delle unioni civili, innescare processi di cambiamento per consegnare a chi verrà un Paese migliore.

Perché in Sicilia il teatro stenta a diventare cultura di massa. In cosa sono carenti le istituzioni?  

Non è un problema siciliano ma italiano. Sono certo che bisogna partire dal pubblico educandolo con una serie di interventi studiati da equipe di professionisti che possano coinvolgere le due più importanti agenzie educative: la scuola e la famiglia. Bisogna fare apprendere il valore del teatro, un valore positivo che apporta giovamento alla nostra vita, fare apprendere il suo aspetto catartico e rivoluzionario. Accanto al percorso pedagogico c’è la necessità di coadiuvare questo con una politica gestionale che trasformi i teatri in  vere fucine culturali aperte alla città per incontri, workshop, mostre, circoli letterari. Il cittadino deve sentire suo quello spazio e cosi vivendolo ne avrà cura. E devo dire che in questa direzione esistono best practice da seguire in ultimo il teatro Massimo di Palermo con l’illuminata sovrintendenza del dott.Francesco Giambrone che ha restituito il teatro alla città con un’offerta intelligente e con una campagna di abbonamenti e biglietti low cost che hanno favorito un incremento di pubblico straordinario. Il tema del prezzo del biglietto infatti è un altro punto importante per un vero avvicinamento di pubblico…

Nella tua famiglia c’è una familiarità con l’arte che risale ai tempi di Pirandello. Al di là della versatilità che vi accomuna, quanto tua sorella Barbara ha inciso sul tuo percorso artistico?

Io ho scelto di fare questo mestiere sin da piccolissimo e chi mi conosce lo sa. Quando anche mia sorella Barbara scelse questa strada per me fu una grande gioia,perché avere una sorella che fa il tuo mestiere è bellissimo: puoi confrontarti, chiedere consigli, provare le scene insieme. Tra me e mia sorella c’è un rapporto speciale come anche con la più piccola che si occupa di moda e la cosa bella è che oltre al grande amore c’è una grande stima professionale che rende i nostri rapporti ancora più forti ed eccezionali.

Secondo te perché molte persone L.G.B.T. trovano in genere realizzazione nel mondo dell’arte e della creatività?

Guarda credo che questo sia uno dei tanti stereotipi che ancora dobbiamo scardinare..c’è il luogo comune che gli artisti siano gay e il muratore no. Nel  mondo dell’arte e dello spettacolo sono magari più evidenti, perché l’ambiente gli permette di poter sperimentare la loro creatività, possono essere più appariscenti anche con la loro immagine per esempio. Ma trovo comunque che sia una cosa casuale e non come la si vuol far passare perche essere gay significa essere più sensibili…Essere gay come essere etero è la stessa cosa, la differenza sta solo nell’orientamento sessuale, ma poi ci sono etero eccessivi e gay eccessivi, ci sono grandi artisti etero e grandi artisti gay. Bisogna cominciare a guardare il mondo con occhi diversi, privi di pregiudizi e stereotipi, solo così saremo veramente tutti liberi.

 

 

 

 

 

 

 

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.