Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Maggioranze arcobaleno o variabili nella futura Ars?

Elezioni, sprint finale. Siamo tutti presi dall'attenzione su chi vincerà. Qualcuno già immagina interminabili analisi da moviola, per la corretta definizione dei risultati...

di Redazione

Elezioni, sprint finale. Siamo tutti presi dall’attenzione su chi vincerà. Qualcuno già immagina interminabili analisi da moviola, per la corretta definizione dei risultati. Cosa avremo, allora, Maggioranze  arcobaleno o variabili nella futura Ars?

 

 

di  Mario Guglielmino*

Le ultime informazioni  sulle intenzioni di voto dei siciliani  alle prossime elezioni regionali sembrano confermare l’indirizzo già per molti versi noto. Queste ci rappresentano un elettorato diviso tra quattro grandi aree: il centrodestra, i grillini, la sinistra di governo, la sinistra ‘critica’. La quinta in gioco, l’opzione Siciliani liberi, paga purtroppo la minore forza mediatica.
Siamo tutti presi dall’attenzione su chi vincerà, probabilmente come in uno sprint al fotofinish, e qualcuno già immagina interminabili analisi  da moviola, per la corretta definizione dei risultati. Non a caso il Movimento 5 stelle ha agitato negli ultimi giorni lo spettro del voto di scambio, chiedendo la presenza degli osservatori  dell’Osce, e  Crocetta, il grande (sic!), escluso dalla competizione, in attesa  di un agognato posto  nella segreteria nazionale del Pd, ha subito fatto eco al loro appello.
Da più parti ormai si invoca il cosiddetto voto utile, per consentire almeno a una  compagine di primeggiare con decisione e certezza. In effetti, tranne  gli addetti ai lavori, pochi siciliani hanno ancora riflettuto, soffermandosi sull’idea che, per la legge elettorale vigente in Sicilia, le mappature d’aula  non consentirebbero, secondo le stime e i sondaggi odierni, a nessuna formazione, nemmeno la più estesa e variegata,  di  poter  assumere un ruolo guida in modo del tutto autonomo dalle altre forze  politiche che pure saranno  perdenti.
Quel che si profila potrebbe essere la prova generale per un ‘nazareno in salsa  sicula’  o di una ‘grande coalizione’ per necessità, che escluda grillini e  sinistra critica.

C’è chi già, tra gli addetti ai lavori, pensa al possibile avvento di un governo tecnico.
Il Pd, secondo alcuni, sarebbe già pronto a offrire, per un certo senso di responsabilità, il proprio sostegno  nel caso di  una vittoria del centrodestra, che in aula  non avrebbe  comunque i numeri per governare in maggioranza. E a ben vedere, potrebbe essere questo il vero discrimine rispetto all’atteggiamento dell’altra sinistra non di governo, che  vorrebbe procedere, in tutti i casi, con barra  dritta.
Ma lo stesso problema si presenterebbe e si materializzerebbe dinanzi ai grillini, festanti subito dopo l’eventuale loro vittoria. In questo caso, vi sono stati  recenti diversi segnali di ‘occhiolino’ a loro rivolto da parte del mondo della  sinistra con Fava. I grillini, per la verità, come  spesso succede, sembrano non gradire affatto, e  anzi pubblicamente disdegnano ogni semplice idea  di accordo con chicchessia.
In realtà, un’azione di governo a  maggioranze  variabili sui singoli provvedimenti, con base comune grillina, sarebbe la vera  sfida che potrebbe uscir fuori da questa  competizione elettorale. La cosa, però, a parte la possibilità concreta di una loro vittoria, sembra davvero poco realizzabile nel contesto italico e, ancor meno, siculo.

E’ anche alla considerazione delle possibili maggioranze d’aula, quindi, che i siciliani  dovranno prestare attenzione e orientare di conseguenza  le proprie scelte nella cabina del voto.

*Presidente dell’Associazione politico culturale Voci Attive

 

 

 

 

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