Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Mamma che paura! Viaggio nelle fobie e paure collettive

Fobie di questo secolo. La fragilità degli esseri umani viene messa continuamente a dura prova dalle grandi paure collettive

di Clara Di Palermo

Mamma mia che paura! L’esclamazione è molto comune e il più delle volte non è associata a un vero timore, a una reale paura per qualcosa. Per molti, però, questa esclamazione nasconde una vera fobia. Volete sapere quali e quante le paure che affliggono l’essere umano? Stabilire quante siano non è facile. Possiamo, però, provare a capire quali siano le più diffuse.

Le paure più frequenti

L’individuo ha certamente delle paure legate alla sicurezza, propria e dei propri familiari, come rileva l’Istat, per cui la paura di restare solo in casa è tra le principali. Segue a stretto giro la paura dell’abbandono, probabilmente accentuata anche dalla pandemia. Moltissime persone temono per la propria sicurezza soprattutto alla sera e hanno paura ad andare in giro nelle ore serali e notturne.

Ricordate la paura del buio? Ci attanagliava lo stomaco quando eravamo piccoli e in tantissimi si dormiva con la lucciola, ovvero una lucina che restava accesa tutta la notte e scacciava via i mostri immaginari.

Ma continuiamo il viaggio tra le paure e le fobie che sono sempre più diffuse. La più casalinga é la sindrome della data di scadenza. La più pericolosa è l’atarassofobia, cioè la paura di vivere senza stimoli, che può generare azioni criminose come il bullismo o azioni insulse di vario genere.
Le fobie di questo secolo sono più diffuse di quanto si immagini e vengono fuori, a volte, anche da chiacchiere in luoghi piacevoli e rilassanti.
Chi non ha intrattenuto discussioni sull’aracnofobia, cioè la paura dei ragni? Questa ha dato vita a una letteratura sull’argomento e ha contribuito al terribile successo di numerosi film.

Parallelamente all’aracnofobia, c’è la fobia per qualsiasi tipo di insetto, primo tra tutti lo scarafaggio, vero spauracchio delle incursioni notturne.

La chirurgia estetica per combattere la paura di non essere accettati

Nel secolo della ricerca della perfezione estetica, di modelli fisici irraggiungibili, di bellezze ottenute con photoshop, una palpebra pendula e un paio di labbra morbide, segno dall’età che avanza, vengono immediatamente nascoste in modo artificioso da botulino o altre gelatine chimiche. Anche questo è esempio di paure collettive o paure del XXI secolo, come ipocondria, la paura delle malattie, e la quasimodofobia, la paura di essere brutti e quindi non accettati dagli altri.

Manie e fobie: nemici invisibili

I fantasmi e le paure collettive non si fermano qui. A volte, oltre all’ambito personale toccano anche quello sociale, dando vita a comportamenti e convinzioni a dir poco paradossali.
In molti casi, le fobie vengono fuori da nemici invisibili che si annidano nella nostra psiche, colpendo in pieno la consapevolezza di sé e l’autostima. Sono difficili da eliminare e necessitano di un aiuto professionale qualificato come è lo psicologo.
Il pensiero di non essere fisicamente ed esteticamente adeguati al contesto in cui si vive produce la pauperofobia, cioè la paura di sembrare poveri e di non raggiungere standard di benessere elevati. Da qui la corsa frenetica all’ultimo acquisto dettato dalla moda, per colmare quel desiderio di possesso che, se negato, provoca angoscia e solitudine. Uniformarsi al gregge regala una sicurezza data dal senso di appartenenza.
Ma sono proprio queste paure che creano una perenne insicurezza verso il futuro.

La Biofobia

Figlia dei nostri tempi e delle battaglie ecologiste, la biofobia è la paura che il nostro pianeta stia morendo a causa di disastri ecologici ed epidemie, presunte o vere, come la Sars, influenza killer o la BSE, le contaminazioni da disastri nucleari o chimici. Queste sono tutte paure collettive per eccellenza. Non osiamo immaginare quale sarà nella nostra mente l’effetto Covid19 negli anni a venire e per quanti anni ancora!
Oggi niente sembra più come una volta. Lo stato di ansietà provocato dal buco di ozono, dallo scioglimento dei ghiacciai, dal maremoto e dai terremoti non aiuta a vivere serenamente il nostro tempo. Un coinvolgimento emotivo completo, definito come epidemia psichica, è spesso alimentato dai mezzi di comunicazione di massa e continuamente rinnovato da notizie fuorvianti e provocatorie. Questi virus della paura invadono il nostro quotidiano e ci legano ad una spirale di sovreccitazione collettiva in continuo cambiamento, quasi sempre inconsapevole.

Finisce una e comincia l’altra?

Appena cessa un motivo di paura, se ne presenta subito un altro ancora più inquietante, di cui prima non si sospettava neppure l’esistenza. Le paure collettive sono innumerevoli e la loro pericolosità è spesso non evidente nell’immediato e quando è riconosciuta è già troppo tardi: il numero dei contagiati è cresciuto in breve in progressione geometrica.
Tutto ciò sembra concorrere alla perdita dei veri piaceri della vita che, in fondo, dovrebbero essere riconducibili ad un sano equilibrio fra noi e la realtà che ci circonda. Ecco che ci si chiude in un mondo parallelo, in fuga dall’ansia e dalle paure, limitando fortemente il godimento di una vita serena.
Ci sembra pertinente, a questo punto, ricordare quanto affermava Franklin Roosevelt: “…l’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura…”.  

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