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Medicina dell’esercizio: una nuova frontiera per combattere il cancro

L’exercise medicine o medicina dell’esercizio si sta facendo largo anche in Italia. Enormi i vantaggi dell'esercizio fisico nella qualità di vita post-tumore

di Fondazione Italiana Linfomi

Grazie ai progressi della ricerca scientifica, oggi esistono ottime possibilità di curare i linfomi e di raggiungere la remissione completa. Oltre a sconfiggere la malattia, un obiettivo prioritario della Medicina dovrebbe essere quello di preservare il benessere generale del paziente e la sua qualità di vita, che può talvolta essere compromessa dagli effetti collaterali delle terapie e dal carico psicologico del percorso di cura.
Per raggiungere questo obiettivo così importante, ci viene in aiuto una nuova disciplina basata su un potente “farmaco” anti-tumorale, privo di effetti collaterali e a basso costo: l’attività fisica.

Medicina dell’esercizio: quali benefici?

L’exercise medicine o medicina dell’esercizio si sta facendo largo in Italia, seppure con ritardo rispetto ad altre parti d’Europa e del mondo, e sono sempre più gli esperti di scienze motorie ad entrare negli ospedali per occuparsi di pazienti malati di tumore e linfoma.
L’esercizio fisico regola l’insulina, rafforza il sistema immunitario, stimola l’organismo nella produzione di sostanze con proprietà onco-soppressive delle cellule neoplastiche, riduce il grasso viscerale e la cardiotossicità. 
I benefici dell’esercizio fisico sono riconosciuti dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che consiglia di svolgere attività almeno 150 minuti a settimana, praticando almeno due volte a settimana esercizi di forza e stretching. I vantaggi in termini di qualità di vita e sopravvivenza post-tumore sono molteplici

La qualità di vita dopo il tumore

  • salute del cuore
  • forza ed efficienza fisica
  • contrasto osteoporosi
  • prevenzione e controllo di diabete, obesità, ipertensione
  • equilibrio endocrino-metabolico
  • aumento delle difese immunitarie
  • efficienza mentale e prevenzione deficit cognitivo nell’anziano
  • equilibrio psico-emozionale e aumento dell’autostima

L’inattività fisica è un fattore di rischio

Recenti studi hanno dimostrato una riduzione del 20% del rischio di morte causata da tumore nelle persone fisicamente attive rispetto a chi conduce una vita sedentaria e ancora l’OMS considera l’inattività fisica il quarto fattore di rischio globale di mortalità, in quanto raddoppia il rischio di malattie cardio-vascolari, è causa di diabete di tipo II e di obesità, aumenta il rischio di tumori, osteoporosi, depressione e ansia.

Medicina dell’esercizio anche dopo la chemioterapia

In Italia occorre ancora superare una certa reticenza che considera l’attività fisica come qualcosa di sconveniente per il malato. Al contrario, l’attività fisica agisce positivamente sulla tossicità delle terapie anti-tumorali, siano esse manifestazioni a breve termine (es: nausea, vomito, stipsi) o conseguenze più insidiose (es: cardio-tossicità, inefficienza cardio-vascolare, aumento del grasso viscerale con incremento del peso, osteoporosi), andando quindi a depotenziare i processi di invecchiamento causati dalle terapie stesse e i loro effetti peggiorativi sulla qualità della vita dei pazienti.
I benefici appaiono evidenti anche dopo la chemioterapia o in caso di trapianto allogenico.
Svolgere esercizio fisico, quindi, si può considerare a tutti gli effetti uno strumento di prevenzione oncologica:
– prevenzione primaria: riduce il rischio di tumore, anche di quelli del sangue
– prevenzione secondaria: riduce il rischio di recidiva e le tossicità a lungo termine

Un manuale di attività motoria per pazienti con linfoma

È fondamentale che l’attività venga prescritta al paziente o ex paziente tenendo conto delle sue condizioni generali e che essa sia svolta con regolarità e continuità.
Sul sito FIL è disponibile il manuale di attività motoria per pazienti con linfoma, redatto da un pool di esperti appartenenti a varie discipline mediche, nell’ambito di un progetto sviluppato dall’I.R.C.C.S. Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari, dall’A.O.U. “Sant’Andrea” di Roma, dall’I.R.C.C.S. Centro Riferimento Oncologico di Aviano e dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con il Ministero della Salute e la Regione Puglia.
Se è vero che i farmaci curano il cancro, è altrettanto dimostrato che l’esercizio fisico cura la persona con il cancro.

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