Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Messina, Miscela D’Oro apre un locale tra gusto e design

Assunti 24 giovani guidati dal cuoco palermitano Filippo La Mantia. L’iniziativa-pilota caffetteria e ristorante di Miscela d'Oro destinata ad essere esportata nel mondo.

di Redazione

Un trionfo di sicilianità dove terra, aria, acqua e fuoco convivono e si fondono in un unicum architettonico in grado di coniugare le tendenze contemporanee: è lo stile che contraddistingue la scelta di uno dei maestri indiscussi del design mondiale, coinvolto per la prima volta in Sicilia da Miscela D’Oro in un progetto pilota destinato ad essere esportato in altri paesi.

L’architetto Piero Lissoni ha curato il nuovo progetto di un luogo storico di piazza Cairoli, nel cuore di Messina: la “porta della Sicilia” si abbellisce grazie alla firma di un brand internazionale del made in Milano – New York, sedi della Lissoni & Partners, che ha fatto risplendere un palazzo barocco risalente agli anni 20 del secolo scorso, per decenni simbolo cittadino con l’ex bar Billè.

La famiglia Urbano

Il merito dell’iniziativa è di Miscela d’Oro S.p.A., torrefazione artigianale dal 1946: la famiglia Urbano, giunta alla terza generazione, produce qui il suo caffè ed esporta il nome della città in 50 nazioni; con questo significativo investimento ha voluto imprimere un’identità forte e trasmettere un incoraggiante messaggio di ripartenza. Il sipario sull’elegante nuovo ritrovo si alzerà nei prossimi giorni, nonostante le difficoltà post pandemia e dovendo, a malincuore, rinviare il grande evento inaugurale nel rispetto delle norme. 

Design ricercato e materiali di pregio

Antiche maioliche palermitane incastonate in alte colonne, pietra lavica smaltata nel pavimento e nelle superfici verticali, salotti con divani e poltrone di design iconico accanto a sedie in vimini e alcuni pezzi di antiquariato siciliano, mensole e vetri che si aprono lungo il soffitto, boiserie in legno e panche custom-made per ricordare la tradizione ebanistica delle chiese, il verde acqua del bancone sovrasta il colore nero dell’Etna, una cucina a giorno incuriosisce l’utente. Elementi e gradazioni che partono da un’accurata ricerca di materiali e lavorazioni pregiate e tipiche, con l’obiettivo di stupire e impreziosire atmosfere rilassanti e solari. Il nucleo dell’intervento è al piano terra del piccolo edificio che domina la piazza più importante di Messina, concepito sfruttando il contrasto tra la facciata e un interno elegantemente interpretato, cui si aggiungono due dehors, uno spazio completamente esterno su cui insistono grandi vele bianche e una “scatola architettonica”, dove la trasparenza e il gioco di luci realizzano una connessione tra la sala e l’interno cucina così da coinvolgere il cliente nella preparazione di piatti e dolci.  

Filippo La Mantia (foto di Gianmarco Chieregato)

L’azienda per questa nuova realtà ha assunto 24 giovani, per metà donne, guidati dal cuoco palermitano Filippo La Mantia“Uno spazio legato all’arte del caffè, ispirato alla storia dell’accoglienza siciliana, con un percorso che va dalla pasticceria alla cucina. Bar, ristorante, ritrovo, caffetteria: un’idea progettuale che mi ha subito affascinato e spinto ad approfondire la straordinaria storia del cibo della provincia di Messina, tradizioni variegate che ci consentiranno un’accurata selezione di piatti autoctoni. Insieme col nuovo team ho riesplorato la mia cucina, dandole una chiave di lettura dove l’innovazione incontra la tradizione, affinchè il cliente si possa identificare in un preciso luogo. Non trattandosi di una classica caffetteria, l’offerta gastronomica proporrà colazione, gelati, cocktail oltre la ristorazione, ma soprattutto un ambiente dove assaporare il silenzio, accompagnati da una luce rilassante e un suono ovattato capace di farci sentire come a casa”. 

Un dettaglio delle maioliche

L’identità visiva è stata curata dal dipartimento di grafica di Lissoni & Partners: alcune piante come caffè, palma, fico, melograno, fiori d’arancio si trasformano in incisioni e vengono applicate su alcuni materiali come il packaging della pasticceria, i menú e le divise; infine un tocco d’oro opaco in alcuni punti del locale richiama le antiche preziosità della nostra terra ma anche il logo degli investitori. 

Lissoni

Con sede a Milano e New York, da oltre trent’anni Lissoni & Partners sviluppa progetti internazionali di architettura, interior, product design e graphic design, oltre ad avere la direzione artistica di importanti aziende.
Guidato da Piero Lissoni, lo studio mescola differenti competenze con un approccio sartoriale grazie al quale si distingue in ambiti diversi, mantenendo una cifra stilistica e un’identità visiva fortemente riconoscibili.

L’Architetto Piero Lissoni in una foto di Veronica Gaido

Improntati al rigore e alla semplicità, i lavori dello studio sono caratterizzati da cura dei dettagli, coerenza ed eleganza con un’attenzione particolare alle proporzioni e all’armonia.

Piero Lissoni è direttore creativo di Alpi, Boffi, Living Divani, Lema, Lualdi, Porro e Sanlorenzo, per i quali disegna diversi prodotti. Riconosciuto tra i maestri del design contemporaneo, collabora con numerosi marchi internazionali tra cui Alessi, Antrax, Atlas Concorde, B&B, Bonacina1889, Cappellini, Cassina, Cotto, De Padova, Fantini, Flos, Glas Italia, Golran, Illy, Janus et Cie, Kartell, Kerakoll, KN Industrie, Knoll, Nerosicilia, Olivari, Salvatori, Tecno, Viccarbe.

Lo studio, organizzato in diversi ambiti di intervento, comprende Lissoni Casal Ribeiro dedicata a masterplan, landscape design e architettura; Lissoni Associati, orientata all’interior, al design di prodotto, alle direzioni artistiche e agli allestimenti; Lissoni Graphx specializzata in graphic design, comunicazione visiva e brand identity. Lissoni New York sviluppa invece progetti di interior sul mercato americano.

La Mantia

Nato a Palermo nel 1960, Filippo La Mantia decide di fare il cuoco nel 2001 dopo anni passati a cucinare per gli amici in varie occasioni e così il cibo diventa un mezzo per comunicare. Trasferitosi a Roma nello stesso 2001, inizia a cucinare nelle case private, dove il suo modo di “fare cucina” piace e viene parecchio apprezzato. Da qui, passa a fare il consulente per un ristorante della capitale, dove sperimenta il lavoro “in brigata” e decide di studiare per approfondire le sue conoscenze. Nel ristorantino romano riscuote grande successo di pubblico e dopo una serie di esperienze dall’isola di Java, in Indonesia, alla Sardegna e nuovamente a Roma, approda a Milano dove apre, con il suo socio, un ristorante che è un particolare luogo di ritrovo e relax. Area cucina, area colazione, area musica, privee identificano questo luogo di molteplici esperienze sensoriali.

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