50 milioni di bambini costretti ogni anno a fuggire da guerre, carestie e povertà
di Claudia Ferreri
“ Il piccolo corpo di Aylan Kurdi ritrovato sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, morto annegato nel tentativo di raggiungere l’Europa, o del bambino di Aleppo, seduto in un’ambulanza, dopo essere stato estratto vivo dalle macerie di un palazzo, hanno sconvolto il mondo intero. Ognuna di queste immagini rappresenta i tanti milioni di bambini in pericolo di vita che chiedono che la nostra compassione per il singolo bambino si traduca in azioni per tutti i bimbi del mondo”.
Ricordando queste immagini indelebili, il direttore dell’UNICEF , Anthony Lake, lancia l’allarme, all’uscita del Rapporto 2016 sui bambini in fuga (http://www.unicef.org/emergencies/childrenonthemove/uprooted/ ).
Una fotografia in bianco e nero. 50 milioni di bambini nel mondo che ogni anno sono costretti a fuggire da situazioni drammatiche nella speranza di una vita migliore in nuovo paese, sui quali pesano i traumi di conflitti e violenze nel loro paese, i rischi dei viaggi (dall’annegamento alla malnutrizione e alla disidratazione) .
Hanno bisogno tutti di assistenza e dei servizi fondamentali che non possono essere negati. Spesso diventano vittime di sfruttamento da parte delle organizzazioni criminali ed anche di xenofobia, restando ai margini di una società sempre meno accogliente nei confronti degli stranieri; esposti a continui pericoli perché privi di documenti e di identità. Minori che a volte spariscono nel nulla. La Turchia è lo Stato che ospita il maggior numero di rifugiati recenti e, secondo l’Unicef, con ogni probabilità anche il maggior numero di minori rifugiati al mondo che, a sua volta, proviene soprattutto da Siria e Afghanistan (il 45%).
Cifre da pugno nello stomaco: 28 milioni fuggono da violenze e conflitti interni al loro paese di origine, di cui 10 milioni sono i bimbi rifugiati e 17 milioni sono sfollati nel loro stesso paese. 20 milioni fuggono da condizioni di indigenza e povertà o violenza. Per non parlare dei bambini non accompagnati che hanno presentato una richiesta di asilo. Nel 2015 sono stati più di 100 mila i bambini senza genitori che hanno presentato richiesta d’asilo in 78 nazioni, un numero triplicato dal 2014.
In Italia nei primi cinque mesi del 2016 sono sbarcati oltre 7.000 bambini soli.
“Quale prezzo pagheremo tutti se non garantiamo a questi giovani un’istruzione e l’opportunità di vivere un’infanzia normale? Come potranno contribuire positivamente alla società? Se non potranno farlo, non solo non ci sarà futuro per loro, ma anche le loro società ne pagheranno il prezzo“, afferma il direttore dell’UNICEF.
Una situazione drammatica che, se non può essere arrestata, sicuramente può essere migliorata. Il Rapporto infatti suggerisce 6 azioni per migliorare la tutela e l’aiuto per i bambini rifugiati e migranti:
- intensificare la protezione da violenze e sfruttamento dei minorenni rifugiati e migranti, in particolare di quelli non accompagnati
- porre fine alla detenzione di bambini che hanno chiesto asilo o che sono migranti introducendo una serie di soluzioni alternative
- tenere insieme le famiglie e garantire loro il riconoscimento legale
- offrire a tutti i minori migranti e rifugiati opportunità educative e l’accesso a cure sanitarie di qualità e ai servizi sociali di base
- promuovere la conoscenza delle cause alla radice dei movimenti di massa di rifugiati e migranti e interventi risolutivi
- combattere xenofobia, discriminazione e emarginazione.