Dopo le poco entusiasmanti prime due opere della tetralogia wagneriana, osservate sia dall’angolazione vocale-strumentale che dal punto di vista delle idee filosofiche del regista, osserviamo, ma soprattutto ascoltiamo: NABUCCO, prima delle tre opere verdiane in programma.
di Federico di Napoli
Ci troviamo innanzi la stessa scenografia del 2010. Stesse scene, se così possiamo chiamarle. Il palcoscenico girevole ad anfiteatro, che ritroveremo sia in AIDA che RIGOLETTO, aiuta a immaginare più facilmente i cambi di ambiente, insieme a un podio piramidale a gradini al centro, tuttavia non sempre agevole per i cantanti; in più, un grande paralume, che viene abbassato e alzato da tecnici mai sufficientemente applauditi, ma che di sicuro hanno più meriti di chi idea “brillantemente” certi compiti.
Le scene e le regie moderne, come già accennato, sono per molti esclusivamente soggettive, incomprensibili; quelle classiche, per tanti altri, antiquate, noiose, scontate; quindi, non volendo urtare la sensibilità di nessuno, specie in questo periodo di crisi, ascoltiamo la musica.
Il Nabucco della prima rappresentazione di questa stagione vede una concertazione con tempi un poco accelerati, poiché considerati, da chi di competenza, forse troppo tristi, influenzando però così, inevitabilmente, anche la resa delle voci; per cui un giudizio su queste potrebbe non essere del tutto obiettivo: anche se risentite, infatti, finiscono col lasciar desiderare edizioni precedenti.
L’abitudine del sottoscritto d’immergersi nella musica, lo ha visto da subito innanzi ad onde troppo alte e correnti che lo sviavano da quella meta che l’opera propone di raggiungere. Persino il bravo coro, che si era distinto nel primo atto e che nel “Va pensiero” ha sempre meritato egregiamente il bis, la sera della prima – spiace dire – ha dovuto effettuare un bis di riparazione, superato solo con la grande magnanimità del pubblico, e in particolar modo di uno spettatore assai motivato, non a caso levatosi al risorgimentale grido di VIVA VERDI.
Nabucco
Dal dramma Nabucodonosor di Auguste Anicet-Bourgeois e François Cornue e dal ballo Nabucodonosor di Antonio Cortesi
Libretto di Temistocle Solera
Musica di Giuseppe Verdi
Nuovo allestimento del Teatro Massimo
Regia Saverio Marconi ripresa da Alberto Cavallotti
Cast
Nabucco George Gagnidze (22, 24, 26, 28)
Devid Cecconi (23, 27)
Abigaille Elena Pankratova (22, 24, 26, 28)
Maria Billeri (23, 27)
Zaccaria Luiz-Ottavio Faria (22, 24, 26, 28)
Michail Ryssov (23, 27)
Ismaele Gaston Rivero (22, 24, 26, 28)
Giulio Pelligra (23, 27)
Fenena Annalisa Stroppa
Gran sacerdote Manrico Signorini
Di Belo
Anna Stefania Abbondi
Abdallo Mario Bolognesi
Orchestra e Coro del Teatro Massimo
Direttore Renato Palumbo