Il tema strutturale e compositivo nelle opere di Nancy Sofia è il luogo delle relazioni umane, centro emotivo della sua composizione pittorica e della sua narrazione intimista
di Giovanna Calabretta*
Quel nucleo familiare, costituito da legami di sangue o di affinità, che costituisce il fondamento della società, in qualsiasi porzione di mondo ci troviamo. Forse per questo, nelle sue tele, il paesaggio esterno è nebuloso, non ha motivo di “definirsi”o di “imporsi” perché rischierebbe di costituire un limite, inghiottito dal bianco lattiginoso del tempo. Si intuisce invece confortevole e caldo, il contenitore della scena, il luogo intimo, casalingo e addomesticato del “focolare”; non vi è, per tale motivo, alcun riferimento ad un luogo preciso, ad una città o ad una geografia, perché non serve a quella storia che si svolge all’interno del ventre di donna; un luogo sentimentale, di protezione, in cui avviene il nutrimento atavico che alimenta i legami. In questa selezione di dipinti, un ulteriore topos è costituito dalla ‘lettura’, che affianca e lega ancor di più i protagonisti della scena. La “lettura” è dentro la poetica di Nancy come un sottofondo e non è quasi mai una attività personale: viene sentita come azione collettiva, quasi corale, che interessa il singolo come parte del sociale che “vuole condividersi con lui”. Il libro, nel mondo della pittrice, è un oggetto che viene fruito per viaggiare e incontrare l’altro. Le parole scritte evaporano anch’esse nel bianco, proprio come i luoghi reali. Personaggi trovano così un varco per nascere, per venire fuori: per divenire anch’essi ricordi di esseri vivi tra le pagine scritte, proprio come i fiori recisi e schiacciati diventano segnalibri fossili in luogo della vanitas.
Se la presentazione del libro in arte appartiene a quel filone di genere delle nature morte (il libro senza un lettore, rimane un oggetto inanimato e non intellegibile), in questa rappresentazione di un’ humanitas che affonda lo sguardo dentro le pagine di un testo, c’è un indizio di “anima” che viene condivisa, una certezza circa l’azione intellettuale che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi e per la quale potremmo coniare un nuovo genere pittorico delle “nature viventi”. Nelle tele l’autrice non ci lascia individuare un libro ben preciso, un titolo o uno scrittore, come se quei volumi composti da pigmenti e olio di cartamo, contenessero “l’idea del libro”: come un elemento mistico, una scatola eletta a sintomo dell’immortalità dell’anima.
I bambini che individuiamo in ogni opera esposta, diventano personaggi concettualmente essenziali nella scena pittorica, se consideriamo che l’umanità si affanna a scrivere la propria autobiografia perché il nuovo popolo, quello di domani, possa ereditarla. L’educazione e l’alfabetizzazione degli eredi è sentita dalla pittrice come un atto di amore: gli iniziati diventano a loro volta detentori della chiave di lettura che li metterà nella condizione di affrontare il viaggio verso il futuro con un bagaglio prezioso che diventerà la loro storia. Nancy Sofia ci consegna il mondo familiare per scaldarci al calore del suo focolare: proiettando nella sua tavolozza il mistico senso dello spirituale che va al di là del tema e delle parole, passa attraverso un linguaggio riconoscibile e fluido, già consolidato nella personale ricerca figurativa che si alimenta del piacere della pittura e lo comunica. Il mondo dipinto da Nancy è descritto con un lessico che ne scrive tra le righe l’autobiografia, un tempo perduto che, attraverso il filtro della ringhiera, con ritmo giottesco, separa interno ed esterno. Una pittura fatta di volumi spesso “scontornati”, che cerca i fantasmi dentro quei luoghi della mente che sanno far uso della pennellata per dare corpo a suggestioni inesprimibili a parole. L’autrice è capace di produrre un figurativo che sogna di sfigurarsi per non avere confini e che, in alcuni casi, tende a svanire nei contorni, come in antiche fotografie che il tempo fa evaporare. L’arte di Sofia è una carezza emozionale, nei toni e nei contenuti. I colori sono quelli caldi delle terre e dei bruni che vengono magistralmente contrastati da gelidi e precisi interventi azzurri diluiti con olio di cartamo che rende il colore molto fluido e scorrevole, interpretando un panta rei che simula la scorrevolezza del tempo.
*Associazione Culturale RicercArte