Con “Calia e simenza”, in scena al Teatro Jolly di Palermo sino al 15 maggio, Giovanni Nanfa e Francesco Giunta elaborano un gioco di sottile ironia sulle abitudini dei siciliani
di Pippo La Barba
Grande successo di pubblico alla prima del 6 maggio di “Calia e simenza”, un testo scritto da Salvo Marano e Giovanni Nanfa.
Due ore travolgenti ed esilaranti di boutade e musiche con cui il duo Nanfa e Giunta vuole rappresentare cos’è la Sicilia a chi è nato al di là dello Stretto. L’abbinamento tra calia e simenza è un gioco, un modo originale pi “passarisi u tempu”.
La calia rappresenta la semplicità, la simenza la complessità, perché richiede una precisa strategia per separare il seme dal guscio.
Lo spettacolo è piacevole e coinvolgente grazie alla scorrevolezza del testo e alle notevoli performance dei due protagonisti; le musiche e le canzoni sono scritte e interpretate da Francesco Giunta in maniera ironica, in un dialetto sicuramente più leggero rispetto a quello classico palermitano appesantito dal sarcasmo.
Da sottolineare anche la bravura delle due ballerine Simona Erta e Viviana Buzzotta, le raffinate coreografie di Iaia Carcione, il sobrio accompagnamento al pianoforte del maestro Nicola Vitale.