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Negli abissi del dolore

di Redazione

La stagione di concerti 2012 del Teatro Massimo prosegue con una rarità sinfonico-corale: lo Stabat Mater di Antonín Dvořák diretto da Pietari Inkinen. Un’opera strettamente legata a una catena di eventi luttuosi che avevano colpito in quei mesi la famiglia del musicista

Nuovo appuntamento della Stagione 2012 del Teatro Massimo che segna il ritorno sul podio del direttore finlandese Pietari Inkinen prima dell’impegno nel 2013 con il nuovo allestimento del Ring di Richard Wagner, titolo portante della prossima stagione operistica.

Sabato 27 ottobre (ore 18.30) Inkinen dirigerà l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo in uno dei capolavori sinfonico-corali del tardo Ottocento, lo Stabat Mater op. 58 di Antonín Dvořák. Nei ruoli solistici canteranno il soprano Lisa Houben, il mezzosoprano Annely Peebo, il tenore Dominik Wortig e il basso Luiz-Ottavio Faria.

Scritto fra il febbraio e il maggio del 1876 e revisionato alla fine del 1877, questo “Stabat Mater” è strettamente legato a una catena di eventi luttuosi che avevano colpito in quei mesi la famiglia del musicista: la morte prematura, uno dopo l’altro, dei suoi tre bambini. Dvořàk, uomo di fede profonda, rimase tanto segnato da questi avvenimenti che cercò conforto in un archetipo del lutto materno e iniziò a mettere in musica, pur non conoscendo bene il latino, i versi duecenteschi della famosa Sequenza di Jacopone da Todi dello Stabat Mater: un percorso negli abissi del dolore scandito dalle invocazioni e dall’angoscia di una Madre, la Madre di Dio, in pianto presso la croce del divino suo Figlio. Partita come una confessione privatissima, l’opera si venne poi però sciogliendo in una semplicità rasserenante, appena velata da un’ombra, costante, di tristezza e confortata dai tratti di una partecipe coralità popolare. In altri termini, la tragedia personale dell’autore si stempera nell’afflato collettivo e il passo duro, aspro, legnoso del testo medievale si quieta in impreviste oasi di serenità. Atteggiamenti musicali tipici del dolore romantico (modi minori, andamenti cromatici, accordi di settima diminuita, rulli di timpani e simili) si alternano frequentemente a modi maggiori e a climi rasserenati, quasi a suggerire l’afflizione stessa come uno stato transitorio verso la beatitudine. I dieci pezzi in cui è suddivisa l’opera, distribuita tra parti solistiche e corali, hanno un andamento e un carattere uniforme, tendenzialmente grave e moderato (si tratta in realtà di dieci tempi tutti quasi lenti, trattenuti, con un unico scatto vivace nell’Amen conclusivo) e sembrano voler smussare gli angoli, distendere la tragedia in un bagno di malinconia corale che trova consolazione nell’immensa nostalgie per le melodie, i ritmi, i colori, i riti del proprio originario villaggio di campagna.

La prima esecuzione ebbe luogo a Praga il 23 dicembre 1880.

 

Pietari Inkinen direttore

Pietari Inkinen, violinista e direttore d’orchestra finlandese, è dal 2008 Direttore Musicale della New Zealand Symphony Orchestra con la quale è protagonista di numerose tournée internazionali e incisioni discografiche (fra cui l’integrale delle sinfonie di Sibelius) che hanno ricevuto notevoli consensi dalla critica. Dal 2009 è anche Direttore Principale Ospite della Filarmonica Giapponese, incarico che affianca a numerosi inviti delle principali orchestre mondiali fra cui la Staatskapelle di Dresda, la Deutsches Symphonie Orchester di Berlino, la Gewandhaus di Lipsia, la Bayerische Rundfunk, la WDR di Colonia, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, la Filarmonica della Scala, l’Orchestra Sinfonica della Radio Viennese, la Filarmonica di Rotterdam, la Sinfonica della BBC, la CBSO, la Filarmonica di Israele e l’Orchestre Philharmonique de Radio France di Parigi. Numerosissime le collaborazioni con i più noti solisti di oggi, dai violinisti Vadim Repin, Hilary Hahn e Nikolaj Znaider, ai pianisti Jean Yves Thibaudet e Alexander Toradze. In campo operistico ha diretto diverse produzioni al Teatro dell’Opera Nazionale finlandese e alla Monnaie di Bruxelles. Nel 2012 ha debuttato a Berlino con Eugene Onegin. Nel 2013 dirigerà al Teatro Massimo la nuova produzione della Tetralogia di Wagner. Ha inciso per le etichette Naxos ed Emi.

 

Lisa Houben soprano

Vincitrice di numerosi concorsi internazionali, ha calcato numerosi palcoscenici europei in importanti titoli operistici come AidaToscaFidelioAndrea ChénierLa bohèmeManon Lescaut, e ha interpretato pagine di musica contemporanea e del Novecento. Vanta inoltre un’intensa attività concertistica e discografica.

Annely Peebo mezzosoprano

Dopo gli studi in Estonia e a Vienna, dove è entrata nella compagnia della Volksoper, si è esibita nei maggiori teatri lirici europei, fra cui la Scala e il San Carlo. Protagonista del film musicale Les leçons de tenebres, prodotto da France 3 e Arte, nel 2004 si è esibita con Andrea Bocelli a Tallinn e successivamente nel Te Deum di Bruckner diretto da Georges Prêtre. Nel 2006 ha partecipato al concerto “Christmas in Vienna”.

Dominik Wortig tenore

Formatosi alla Robert–Schumann–Hochschule di Düsseldorf, si è perfezionato con Brigitte Fassbaender e Kurt Moll. Ospite delle principali istituzioni operistiche tedesche, è impegnato anche nel repertorio barocco e in quello liederistico, ha partecipato a numerose incisioni discografiche.

Luiz-Ottavio Faria basso

Formatosi a Rio de Janeiro, all’American Institute of Music Studies e alla Juilliard School of Music, si è esibito nei principali teatri del Brasile, degli Stati Uniti, in Canada e in Austria. In Italia è stato ospite, oltre che del Teatro Massimo, anche del Carlo Felice di Genova, dell’Arena di Verona e del Teatro alla Scala di Milano.

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