Dove finisce la magia pura e dove inizia la suggestione. Viaggio nel mondo dell’occulto tra ingenui creduloni e spietati ciarlatani
di Patrizia Romano
Fascino e repulsione. Attrazione e avversione. Credulità, esasperata dall’ingenuità e scetticismo che sfocia nella miscredenza. Il mondo della magia è tutto e il contrario di tutto. Non potrebbe essere altrimenti per una tecnica che pretende di scoprire le forze occulte della natura e di sottoporle al proprio potere. Tutto allo scopo di dominare il mondo fisico e spirituale, influenzare gli eventi e dominare i fenomeni fisici e l’uomo. Obiettivi ai limiti dell’umano, che la magia raggiunge attraverso gesti, atti, formule verbali, danze, suoni, immagini o rituali appropriati. Anche se, in realtà, lo strumento primario della magia rimane la mente dell’operatore e tutto il resto gli serve per focalizzare meglio il suo intento.
Insomma, con il termine magia si tende a indicare tutto ciò che non è scientificamente spiegabile. Tutto quello che non si può spiegare razionalmente con le conoscenze che si hanno viene considerato un prodigio. E, quindi, una magia.
Nel corso dei secoli, la convinzione che chi pratica la magia possieda doni speciali che gli consentono di conoscere a priori il rapporto fra causa ed effetto e di usare questa conoscenza che la gente comune non ha è rimasta inalterata.
DISTINZIONE DELLA MAGIA
Comunque la si definisca e comunque la si consideri, la magia ha esercitato un grande potere fin dalla sua prima apparizione. Potere che viene distinto in base agli obiettivi che intende raggiungere. Si definisce “magia nera” quella esercitata con intenti malefici, “bianca” quella utilizzata per scopi benefici. Esiste, inoltre, un insieme di pratiche riconducibili a una categoria intermedia, denominata “magia rossa”, che non può essere definita buona né cattiva, ma indirizzata a ottenere scopi personali, il più delle volte di carattere sentimentale.
Questa distinzione non viene però accettata da tutti. Infatti, alcuni operatori considerano la magia neutra e la vedono come il fuoco che, in base all’utilizzo, può risultare sia utile e benefico sia altamente malefico e distruttivo.
Nel corso dei secoli si è delineata, comunque, una tipologia più ampia in base all’effetto e ai mezzi utilizzati per esercitarla. La cosiddetta “magia simpatica” o d’incanalamento, per esempio, persegue il proprio effetto magico tramite l’utilizzo di immagini e oggetti che vengono utilizzati come rappresentazione simbolica della persona alla quale è destinato il bene o il male, mentre, per rappresentare lo scopo che ci si prefigge, si ricorre all’uso di amuleti e talismani.
La magia “da contatto”, invece, è caratterizzata dalla preparazione di pozioni e filtri magici, sacchettini da indossare, talismani o amuleti da portare con sé, creati utilizzando oggetti ed ingredienti più o meno naturali.
La terza forma di pratica magica è l’incantesimo, che agisce tramite parole o formule magiche.
Un’altra categoria ancora è quella della divinazione, utilizzata per ricevere informazioni attraverso varie arti mantiche, come l’astrologia, la cartomanzia, la chiromanzia oppure attraverso talenti speciali dell’operatore, come il presagio, la preveggenza o la medianicità.
La quinta categoria è quella “della similitudine”: il simile produce il simile. Quest’ultima viene rappresentata da alcuni popoli primitivi, i quali, prima di andare a cacciare, imitano i movimenti, i versi e i comportamenti dell’animale che si prefiggono di catturare.
Nei casi in cui il mago, durante una pratica rituale, ricorre all’intervento di un’entità soprannaturale, invece, si entra nel campo della negromanzia, dello spiritismo e della demonologia. Mentre l’arte di evocare o invocare potenze sovrumane benefiche è chiamata teurgia.
STORIA DELLA MAGIA
La magia nasce in Egitto, considerata la sua terra di origine, anche se non è detto che già non esistesse prima. Qui, la magia era strettamente legata alla religione. Infatti, come narrano molti testi, sono proprio gli dèi egiziani che diedero il potere ai mortali di praticarla.
Mentre in Grecia si credeva negli dèi e venivano praticate soltanto orazioni e preghiere, in Egitto vi era una grossa coscienza della veridicità della magia. Gli Egizi praticavano veri e propri riti, allargando la magia a molti ambiti. Sin dall’origine, la magia era distinta in magia nera, in magia bianca praticata da sacerdoti e, infine, quella degli sciamani o preveggenti, i quali, attraverso poteri psichici, prevedevano il futuro. Secondo la religione di questo popolo, la magia era incarnata dal dio Heka e sarebbe stato proprio lui a dare il nome alla magia che viene praticata ancora oggi.
Gli Egizi si affidavano molto alla preveggenza, anche se sviluppavano formule magiche e incantesimi. Parlare del futuro faceva sì che esso avvenisse. A volte anche in senso negativo, attraverso malefici o maledizioni. È proprio in questo contesto, infatti, che nascono le maledizioni, quasi sempre dirette verso coloro che avevano commesso gravi colpe.
Non è, comunque, soltanto l’Egitto considerato il luogo natio della magia, ma anche la Persia, abitata da soldati, cittadini, mercanti, ma anche da individui chiamati magi – da cui sarebbe nata la parola “magia” – i quali avevano il dono della profezia. Erano seguaci di Zoroastro e praticavano tutte le magie riconducibili alla sfera psichica, come l’interpretazione dei sogni, la pratica dell’astrologia e altro. Proprio Zoroastro fu considerato per lungo tempo l’inventore della magia.
Invece, nella cultura tribale africana, la magia è legata a esseri evoluti, provenienti dalla stella Sirio, prima del 3000 a.C. Solo pochi anni fa la moderna astronomia, con i suoi potenti strumenti di osservazione e di calcolo, ha potuto confermare l’effettiva esistenza di quel pianeta. Gli antichi africani avevano già in tempi remoti teorizzato che Sirio è costituita da materia più pesante della stella principale… e il tutto è confermato dall’odierna astronomia! È per questo che si considera l’Africa la patria dell’astronomia.
Insomma, tutti i Paesi del mondo hanno un proprio ruolo nella creazione della magia, e questa si è tramandata da qualche dio all’uomo.
Durante l’era greca e romana la magia subì una fase di forte declino. Solo alcuni saggi mantennero le antiche tradizioni fino a portarle nella storia di oggi, come gli abitanti della Gallia, i Druidi, che veneravano molte divinità rappresentate da forme della natura. Questi furono i primi a sviluppare l’alchimia. Tale tipo di magia, la magia celtica, fa di questi territori la madrepatria della specializzazione nella magia bianca. Profondamente spirituale, si fonda sull’armonia tra la persona e le forze occulte della natura.
Durante tutto il Medioevo, il misticismo era fortissimo, anche se troppo legato alla religione cristiana: la vera magia era quella pagana che veniva condannata e che quindi era in forte decadimento. Ricordiamo la caccia alle streghe e agli stregoni.
Durante Rinascimento, Umanesimo e nei secoli successivi la magia fu messa molto da parte per dar spazio alla scienza.
LA MAGIA OGGI
Rispetto a questi presupposti storici, il modo di concepire la magia oggi sembra un paradosso. Scomparsi ormai gli antichi rituali, assistiamo soltanto a riti satanici, perversioni di gruppo e promesse di guarigioni di ciarlatani senza scrupoli. Probabilmente i mistici di un tempo, non appena si sono resi conto di come stesse prendendo piede una mentalità corrotta e dedita alla monetizzazione, hanno pensato bene di non tramandare più la magia originale con tutto il suo bagaglio di riti e tradizioni.
Secondo dati raccolti dopo le clamorose inchieste giudiziarie contro cartomanti, guaritori, santoni e ciarlatani vari, emerge che in Italia operano circa 7 mila manipolatori della magia al servizio di poco più di 10 mila clienti.
La Sicilia, in particolare, secondo dati dell’Adiconsum, annovera più di 600 soltanto tra maghi e cartomanti. Secondo dati della Guardia di Finanza, invece, sempre in nell’Isola emergono circa 1000 “imputati di magia”, il 20% dei quali si è occupato di guarigione, utilizzando alcune tra le più svariate forme di esorcismo: da quello evocatorio a quello anatemico. L’uno è utilizzato per fare la diagnosi e l’altro per espellere il demonio, che ha provocato la malattia, dal corpo dell’ammalato.
Qualsiasi rimedio, comunque, è sicuro, efficace e, soprattutto, nel pieno rispetto dell’articolo 121 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza che sottolinea: “…fare il mago in Italia è vietato per legge… è vietato il mestiere di ciarlatano…”, così come è vietata “… ogni attività diretta a speculare sull’altrui credulità o a sfruttare e alimentare l’altrui pregiudizio…”.
La cosa curiosa è che c’è chi rivendica, addirittura, un albo professionale vero e proprio che argini gli imbroglioni, gli impostori e i ciarlatani, classificando e regolamentando i veri professionisti. Ma professionisti di che? I dati emersi sino a ora sono soltanto quelli ufficiali, o meglio, tutto quello che si sa attorno al fenomeno. In realtà, cosa si conosce veramente sulla magia? La confusione in questo campo regna sovrana. Occultismo, tarocchi, astrologia, parapsicologia. Tutte voci che spesso, in qualche modo, si affiancano alla massoneria, alla teosofia e all’alchimia. Il resto è tutto affidato alla credulità .