di Adelaide J. Pellitteri
Alessio Castiglione comincia la sua esperienza nei quartieri difficili della nostra città, ancora prima di laurearsi, spinto da una passione innata per l’essere umano e il suo riscatto sociale.
Con grande impegno, sostenuto dalla sua associazione – la Newbookclub community lab – sta ribaltando antiche modalità, come quella di scrivere nell’isolamento totale per immergersi, al contrario, nella realtà più viva e vivace che offre il mondo esterno. Cosa che ci ricorda, in modo sorprendente, l’uscita dagli atelier dei pittori dell’ottocento che diedero vita alla pittura “en plein air”.
Ultimamente, Alessio Castiglione promuove anche incontri presso istituti scolastici, convinto che per il cellulare sia giunto il momento di farlo diventare un nuovo strumento di studio, piuttosto che demonizzarlo fino a tenerlo fuori dalla classe.
L’Inchiesta Sicilia: Vuoi spiegarci in cosa consiste il Newbookclub?
Alessio Castiglione: Il Newbookclub in questi anni è stato come una creatura per me, un figlio, sicuramente più di un’idea. Fin dal 2012, è stata come una missione: quella di far scrivere tutte e tutti e di riportare il cunto della nostra tradizione nel panorama palermitano contemporaneo. Un modo per incontrarsi grazie alla condivisione di storie. È un laboratorio e una comunità grafomane, un’occasione per promuovere cittadinanza attiva e abbattere le barriere generazionali. Infatti, ai nostri incontri trovi giovani, adulti, anziani, che insieme scrivono e leggono di sé.
Newbookclub: una rivoluzione letteraria
Oggi mi sembra diventato quasi un atto rivoluzionario, ci incontriamo e ci ascoltiamo per davvero condividendo i nostri scritti (poesie, canzoni, racconti). Senza giudicarci e con la voglia di conoscersi nel profondo. Insieme a me adesso ci sono altre persone che mi stanno aiutando, sentendo il Newbookclub e la come una cosa propria e allo stesso tempo di tutti. E’ un risultato che mi soddisfa come ideatore perché è anche il modo migliore per far crescere una visione: circondarsi di quelle persone che vogliono come te cercare di fare qualcosa di utile per se stessi e per gli altri.
L’Inchiesta Sicilia: Nel tuo impegno intravediamo l’evoluzione laica della vecchia “azione cattolica”. Lì, ai tempi, si faceva teatro, c’era il cineforum e si trascorreva molto tempo insieme. Ciò rafforzava l’idea che stando insieme si crescesse con una visuale del mondo più aperta e accogliente verso gli altri. I gruppi che riesci a organizzare si muovono con questo spirito?
Alessio Castiglione: credo ci sia molto della mia educazione cattolica, ma anche della mia fede dentro questa idea, ma è il mio punto di vista. Adesso il Newbookclub ha una visione veramente più ampia grazie a chi dentro ha messo qualcosa di sé, facendolo diventare ciò che è adesso. Sicuramente è un posto accogliente dove chiunque può farne parte senza distinzione alcuna. Nello spirito del Newbookclub rientra il credente, come il laico o l’ateo. Poco importa, ciò che è davvero importante è che ognuno si senta libero di appartenere e partecipare a questa narrazione di comunità unica nel suo genere.
Newbookclub: l’importanza di essere nato a Palermo
Il fatto che sia nata a Palermo dovrebbe essere l’indicatore che questa città è molto più di ciò che raccontiamo di lei. Ma si sa, le buone notizie non fanno tanto rumore. Silenziosamente esistiamo da dieci anni e ciò che siamo riusciti a fare è stato supportato in primis da noi stessi e da altre realtà che ci sono state vicine lungo questi dieci anni. Le nostre attività sono per lo più di volontariato. Ci facciamo forza a vicenda durante i nostri incontri, perché vorremmo rimanere in questa città. Alcuni partecipanti vengono da noi organizzatori per ringraziarci per ciò che portiamo avanti, questo dà valore al nostro impegno quotidiano. Il Newbookclub è la testimonianza che ci stiamo provando, nonostante molte difficoltà.
I componenti della Community
L’Inchiesta Sicilia: Chi sono i collaboratori più attivi della Community?
Alessio Castiglione: Abbiamo dato vita alla parola Starter per chi ha deciso di creare insieme a me un gruppo organizzativo funzionale alla gestione del Newbookclub, di cui non potevo più occuparmi da solo. Tra questi, negli ultimi anni devo dire grazie a persone come la pedagogista Gaia Garofalo, l’esperto narrativo Simone Napoli, gli psicologi Nazareno Inzerillo e Morena Famà, l’editor Margherita Chinnici, la progettista Andrea Lentini, la linguista Miriam Guercio, la traduttrice Juliette Neil, lo studioso Gioacchino Alessio Capizzi, e di recente la nostra nuova entrata Federica Perez. Sono persone meravigliose, sono dei professionisti, che a titolo gratuito hanno deciso di far crescere il Newbookclub migliorandolo con tutte le loro capacità.
Nuovi progetti per il Newbookclub
L’Inchiesta Sicilia: Con alcuni racconti scritti durante gli incontri del Newbookclub è stata pubblicata un’interessante raccolta dal titolo Prima di voltare pagina. La community ha nuovi progetti?
Alessio Castiglione: Prima di voltare pagina è un assaggio di ciò che potrebbe arrivare. Non sarà l’ultima pubblicazione, ci stiamo lavorando migliorandoci costantemente.
L’Inchiesta Sicilia: Stai dimostrando che applicare le regole all’incontrario può dare buoni frutti. Scrivere fuori dal proprio isolamento, portare il cellulare in classe… Riguardo quest’ultima “idea”, so che si tratta di un progetto che ha anche ottenuto un importante riconoscimento. Ci spieghi di cosa si tratta? Ci racconti questo tuo modo di vedere la realtà in maniera completamente nuova?
Alessio Castiglione – Non è facile spiegare una visione; ti arriva da qualcosa o qualcuno che non riesci sempre a decifrare. È frutto di ciò che impari, leggi, ascolti, osservi, vivi. L’idea del Newbookclub nasce perché ho vissuto anch’io un isolamento giovanile che ho cercato di risolvere, costruendo un gruppo di supporto che avesse la mia stessa passione. Ero convinto che da qualche parte a qualcuno piacesse scrivere e leggere come me, e così è stato. Il cellulare e i social network in classe con il progetto Edu-social Algorithm è un’idea nata durante la pandemia, c’era tanto tempo per pensare e questa è stata una delle mie ultime intuizioni.
Come cresce un’idea?
Sono tutte cose che richiedono un’esplorazione costante. Perché un’idea cresca non puoi fermarti altrimenti rischia di perire. Ciò che la alimenta sono lo studio e la ricerca. Quello che faccio adesso mi soddisfa come persona. La cosa più importante per me è trovare qualcosa di cui abbiano bisogno tanti altri, condividere un utile comune dà senso al mio operato. Di recente proprio Edu-social Algorithm è stato selezionato come unico progetto della Shortlist “Scoperta nel Sociale” dei Lovie Awards, un comitato che annualmente premia i progetti più innovativi di Internet nel panorama europeo. A questo risultato ci sono arrivato grazie al Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell’Esercizio Fisico e della Formazione di Unipa, l’IPB e il CIEB di Braganza, alle quattro scuole coinvolte nel progetto con i docenti e gli studenti, che hanno reso possibile tutti i risultati di Edu-social Algorithm.
Il cellulare in classe
L’Inchiesta Sicilia: Nello specifico, qual è la tua idea circa il cellulare in classe? (questa domanda, se a riguardo dai la risposta all’interno della domanda precedente possiamo eliminarla).
Alessio Castiglione: sto cercando di mettere per iscritto questo metodo didattico con la tesi dottorale che sto scrivendo e che dovrebbe uscire fuori nel 2025. Rispetto al tema, sto leggendo e scrivendo tanto in questi ultimi tre anni. Per rispondere alla tua domanda credo in una scuola che sappia prendere spunto dal futuro che stiamo già vivendo. Un futuro fatto di ambienti digitali e fisici dove poter ibridare nuove pratiche educative di successo. Osservare i giovani d’oggi ci aiuta a comprendere dentro quale mondo vivremo. Sono loro le nostre sfere di cristallo, e mi hanno già suggerito tante attività che applicate in classe hanno prodotto ottimi risultati. Se siamo in grado di ascoltarli e osservarli davvero, i giovani sono le nostre risorse più importanti. Alcune volte credo che questa cultura della divisione anagrafica giovane-adulto, abbia fatto solo del male e irrigidito tanti schemi difficili da cambiare. Quando parlo con un ragazzo o una ragazza molto più giovani di me, non mi sento mai superiore per quantità d’anni o qualità d’esperienza. Il risultato è un dialogo dove entrambi ci miglioriamo a vicenda. Non so se è un “trucco” pedagogico, ma lo consiglio vivamente.
Giovani e adulti
L’Inchiesta Sicilia – Siamo sempre pronti a denigrare i giovani (e le cronache più recenti, purtroppo, non aiutano) ma tu che li conosci meglio di chiunque altro, cosa puoi dirci di loro e del loro oggi? E soprattutto, cosa dobbiamo aspettarci dal loro futuro? Esistono “cure” per il loro malessere?
Alessio Castiglione – “Il malessere” – se così lo passiamo chiamare – non è giovanile, piuttosto direi che è diffuso e non conosce età. Ad esempio, vedo negli adulti una profonda fragilità che arriva a cascata sui giovani che rispondono, in assenza di esempi e modelli, con atteggiamenti che sono il risultato di molte mancanze. Tutti provano a suggerire strategie e disposizioni. Ognuno solo adesso ha cominciato ad alzare la voce – spesso però più sui social che negli spazi di vita reali – per dire la propria su ciò che dovremmo fare ora. O peggio: ciò che dovrebbero fare gli altri al posto nostro, sempre perché incapaci di riconoscerci alcuna colpa. Questa ottica dell’intervento senza prevenzione è un altro risultato dell’incapacità di prestare un’autentica e costante attenzione al mondo giovanile, al quale si affidano tante responsabilità senza riuscire a distribuircele come è giusto che sia.
Le responsabilità degli adulti
Dietro un giovane che sbaglia c’è sempre un adulto colpevole (anche più di uno). Cosa ci aspettiamo da loro se non stiamo facendo niente per migliorare la qualità della vita, del lavoro, del pianeta che gli stiamo lasciando? Anch’io alla soglia dei trent’anni mi sento responsabile e, nel mio piccolo, fin quando potrò, cercherò di fare il possibile per supportare anche solo un singolo giovane verso il cammino della sua maturità. Quando le istituzioni sono lontane, la scuola impreparata, i genitori in difficoltà, mi chiedo perché ancora la società non si sia accorta degli educatori e dei pedagogisti che studiano per lavorare proprio su questo. Dovrebbero essere viste come delle figure imprescindibili in tutti i campi d’esperienza dei giovani, ma anche degli adulti.
Altre attività sociali
L’Inchiesta Sicilia: Vuoi parlarci di qualche altra tua esperienza nel sociale della quale non ti abbiamo chiesto?
Alessio Castiglione: In pochi sanno che nonostante molti impegni, continuo a fare attività narrative all’interno del Parco del Sole, un posto meraviglioso situato vicino a Ballarò dove insieme ad altri operatori faccio scrivere i bambini dai 6 ai 14 anni. È la mia “ora d’aria buona” a settimana dove trovo l’essenza di questa città, che non è solo fatti di cronaca nera, mafia, criminalità, corruzione, disservizi, ecc. C’è una Palermo che non si racconta a sufficienza, quella che in silenzio sta cercando di credere in se stessa. Grazie Adelaide per avermi permesso di raccontarla attraverso questa intervista.
L’Inchiesta Sicilia: Grazie Alessio per questa bella chiacchierata. I nuovi progetti rendono vive le città e L’Inchiesta Sicilia tiene a dar voce ai loro promotori.