Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Nicola Giosuè: un artista a tutto tondo

Considerato dalla critica, l'uomo dai mille volti, Nicola Giosuè ha sempre diversificato le sue performances nel mondo dello spettacolo, acquisendo una formazione professionale eclettica. In questa nostra intervista, l'artista palermitano si racconta così......

di Patrizia Romano

Attore, cantautore, trasformista, autore di testi musicali e tanto altro ancora. Nicola Giosuè, considerato dalla critica, “l’uomo dai mille volti”, è un artista palermitano dalla personalità eclettica. Dote, che ha acquisito, dando vita a svariate performance, interpretando ruoli diversi e cimentandosi in ambiti variegati dello spettacolo. In quello musicale, per esempio, passando dal pianobar al partenopeo classico, attraversando la pop italiana. Nell’ambito teatrale, invece, comincia con lo show di cabaret e canto, intraprendendo un percorso che lo porta a esibizioni più impegnativi. Nel settore cinematografico, interpreta piccoli ruoli, ma in grandi film e accanto ad attori importanti. Nell’ambito televisivo, partecipa a programmi noti, facendosi spazio con piccoli ruoli.
Quello che, comunque, lo fa conoscere al grande pubblico è il suo personaggio artistico Sotto….Zero. Una splendida performance, che sposta Nicola Giosuè da un ambito dello spettacolo all’altro, riscuotendo ampio consenso.
Insomma, teatro, palco e televisione, sono il suo habitat, come lui stesso dichiara con naturalezza.

Nicola Giosuè si racconta a L’Inchiesta Sicilia

Ma, tra tutte le performances artistiche, qual è quella in cui Nicola Giosuè si identica di più?
Lo chiediamo a lui stesso, che si racconta così….
Io mi identifico come attore e non perché sia una mia preferenza, ma perché, in fondo, attori lo siamo un po’ tutti. Quindi, anche fuori dal personaggio artistico, nella vita comune, tutti siamo o siamo stati attori. Io sono nato attore; tant’è vero che sono un autodidatta. Il segreto è quello che ho sempre creduto nei ruoli interpretati anche nella vita di tutti i giorni. Quindi, mi identifico molto di più nell’essere attore.

L’approccio al mondo dello spettacolo

I primi esordi nel mondo dello spettacolo risalgono intorno agli anni Novanta.
In quale veste si approccia a questo mondo.
In realtà, io già da ragazzino realizzavo delle performance. Per esempio, amavo tanto fare delle imitazioni. Ricordo che cominciai, profanando un luogo sacro come una chiesa, perché all’epoca facevo il chierichetto all’Istituto Santa Lucia di Palermo. E proprio lì, durante la Settimana Santa, in una sorta di ispirazione, a fine Messa, quando la chiesa si svuotò, dall’altare, cominciai a sentirmi su un palco. E, così, cominciai a imitare il prete che aveva detto Messa qualche minuto prima. Questo è un piccolo aneddoto e un piccolo segreto che non avevo mai svelato a nessuno. Adesso, lo sapete voi in esclusiva. E’ proprio lì, che scopro la mia vena artistica. Non so perché proprio dentro una chiesa, ma le cose stanno così. Stiamo parlando dei primissimi anni ‘80, se la memoria non mi inganna. Poi, negli anni 90, inizio a ufficializzare il tutto.

Formazione commerciale

Lei ha una formazione scolastica tecnico commerciale, rafforzata dall’esperienza lavorativa nell’azienda commerciale di famiglia.
Come nasce l’impulso verso il mondo, diametralmente opposto, dello spettacolo?
Mi sono approcciato a questo mondo come un uomo che ha dovuto reinventarsi in un settore, dove non ha conseguito nessuno studio. Un settore, però, dove mi sono sempre sentito a mio agio, pur non avendo mai studiato recitazione, musica o canto. Mi sono sentito sempre a mio agio in un mondo opposto a quello della mia famiglia d’origine; famiglia di imprenditori.

Un taglio con il passato

Io sono un artista e ho voluto dare un taglio al mio passato, pur andando contro i consigli della mia famiglia e rompendo gli schemi. Una famiglia di imprenditori ragiona con la calcolatrice in mano. Ragiona con i dati statistici e con i bilanci. Io, invece, da artista, ho sempre ragionato con i miei sentimenti, con la mia spiritualità e con il mio cuore. Non ho mai pensato al dio denaro. L’impulso verso questo mondo non è altro che un volere essere me stesso, rompendo gli schemi familiari e affrontando non pochi problemi con la mia famiglia d’origine. All’inizio, proprio per le mie scelte, non è stato facile essere accettato dalla mia famiglia.

Scoprire di avere talento

La passione e il talento sono, comunque, in side; sono dentro di noi.
Quando si accorge veramente di questa passione, magari, recondita in qualche parte profonda del suo animo?

Dopo la prima esperienza in chiesa, di cui ho già parlato, qualche anno dopo, il mio alter ego diventa Renato Zero. Per me diventa una musa ispiratrice. In quegli anni, parliamo della metà degli anni Ottanta, i miei coetanei seguivano tutt’altro genere. Seguivano Vasco Rossi, i Pink Floyd. Per cui, pensai di essere un prodotto di nicchia. La mia spiritualità e la mia sensibilità non erano accettate e neppure comprese dai miei coetanei. Pertanto, io ascoltavo i brani di Renato Zero di nascosto, facendoli miei, ripetendoli, cantandoli. Però, non mi potevo esibire, perché non avevo il coraggio di esternare la mia passione e il mio talento.

Nicola Giosuè e il mondo della moda

Ultimamente, ha preso parte, con il suo team, alla Milano Fashion Week dedicata alle collezioni femminili. Un’esperienza, per Lei, nuova e insolita.
Come è stato approcciarsi pure al mondo della moda.
 Io ho frequentato Milano per tanti anni, perché venendo da una famiglia di imprenditori nel settore della moda, andavo spesso a Milano. Però, la vivevo da un punto di vista prettamente settoriale, quindi come rappresentante di commercio, come agenzia, come manager. Infatti, ho fatto l’agente, poi il rappresentante, il capo area. Però questo non mi è mai bastato. Quindi, dopo tanti anni, avendo rotto con il commerciale, mi sono dedicato esclusivamente alla mia arte. Dopo tanti anni, è stato come un volere tornare in un posto che ho conosciuto soltanto come un commerciale. Tornarci da artista, è stato per me come la realizzazione di un sogno. Diciamo che ho voluto coniugare l’imprenditorialità e l’arte. In fondo, l’artista è imprenditore di sé stesso. Ho voluto coniugare la calcolatrice con uno strumento artistico per me fondamentale: il mio cuore. Ripeto, io non ho mai vissuto in funzione del denaro, ma ho vissuto in funzione di me stesso. Io voglio esprimere chi sono. Poi, posso piacere o non piacere, ma io solo così riesco a realizzare me stesso.

Quanto influisce il luogo di nascita

Cosa significa per un artista nascere, formarsi, crescere in Sicilia?
Pensa che per un giovane artista che vuole cimentarsi nel mondo dello spettacolo, esistano le condizioni per maturare questa esperienza?
Per me è una grande fortuna essere nato in Sicilia ed essere rimasto in Sicilia. Spero anche di morirci. Il mio cuore piange quando vede dei giovani che vanno fuori dalla Sicilia; per me è un sacrilegio. E’ una grande fortuna essere siciliano. Noi abbiamo l’arte nel DNA. Come, del resto, la maggior parte dei meridionali. Napoli, per esempio, quanti artisti sforna? Noi nasciamo con una marcia in più. Purtroppo, però, nessuno ce lo riconosce. Anzi, spesso veniamo stroncati, perché abbiamo la dizione pesante o perché le distanze non ci consento di essere presenti in modo tempestivo e con un aggravio di costi.
In Sicilia, esistono tanti contesti in cui maturare l’esperienza artistica. Il problema è il sistema. Essere talentuosi non basta. Il mondo dello spettacolo fa parte di un sistema in cui ci sono tantissimi artisti pieni di talento, ma vengono schiacciati dal sistema. Vanno avanti sempre gli stessi. Io mi arrabbio quando vedo film siciliani interpretati da attori che non sono siciliani e che devono sforzarsi per imitare la nostra pronuncia. 

Un consiglio per i giovani

Cosa si sente di dire ai giovani siciliani che vogliono intraprendere questa strada?
Ai giovani mi sento di dire di essere umili e rispettosi, ma di non scendere mai a compromessi. Inoltre, consiglio ai giovani talenti di avere sempre un piano B. Vivere solo di arte è difficile, a meno che non si abbia la capacità di reinventarsi sempre come faccio io. Ho avuto la fortuna di essere molto intraprendente e coniugare settori quali turismo ed eventi, per esempio. Così, se non sono impegnato sul set, magari posso esserlo in un evento, come, appunto, in quest’ultima esperienza della Milano fashion week.

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5 risposte

  1. Un grande uomo oltre che bravo artista.
    Io mi pregio di assisterlo “dietro le quinte” e confermo la grande sensibilità nonché il talento di Nicole Giosuè. Lui è così come lo si vede: nature. Si concede volentieri al suo pubblico, è umile e generoso ma (un consiglio) non fatelo mai arrabbiare…

  2. Nicola Giosuè è un siciliano doc.
    Un uomo tutto d’un pezzo, uno che non scende mai a compromessi.
    Artisticamente merita molto di più ma si sa: se non fai parte del “sistema” …
    Nicola non ama fare il ruffiano né elemosinare un ruolo.
    Lo stimo tantissimo.

  3. Artista di grande spessore:
    Attore, cantautore, Interprete, showman, trasformista.
    Merita di essere protagonista di una serie TV o di un film.

  4. Una persona vera, senza veli o maschere.
    Un amico, che stimo da quando, tanti anni fa, ebbi modo di conoscere e riconoscere a prima vista le sue innate qualità.

  5. Io spero davvero che il “sistema” cambi quanto prima; artisti come Nicola potrebbero coprire tranquillamente ruoli importanti in un contesto cinematografico o teatrale. Avendolo conosciuto personalmente, artisticamente ed umanamente, posso affermare che quanto riportato nell’ articolo è assolutamente vero vero! I miei complimenti a Nicola e l’ augurio di una raggiante carriera degna di lui.

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