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Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Non solo gioco d’azzardo: il vero gioco è quello formativo

Il gioco è un mezzo fondamentale della crescita, ma non il gioco elettronico bensì quello reale, quello educativo.

di Clara Di Palermo

La settimana scorsa abbiamo parlato di come la ludopatia abbia snaturato il significato del gioco, laddove genera una dipendenza così stringente… “ci hanno rubato il gioco” aveva detto il dottor Giuseppe Mustile, uno dei relatori del ciclo di seminari “Gioco o Malattia” che, promosso dall’associazione Elementi APS, vuole dare a famiglie e docenti gli strumenti per intercettare e contrastare la ludopatia, ossia la dipendenza da gioco

E, in effetti, se ci soffermiamo a riflettere, in alcuni casi è davvero così. Perché chi ha una dipendenza dal gioco non riesce più nemmeno a divertirsi. Il gioco diventa un’attività frenetica, si irrita se le cose non vanno come vuole lui e, magari, se si prova a rivolgergli la parola, ha una risposta aggressiva.

Perché la dipendenza ha un effetto deleterio sul cervello.

“Il gioco è un mezzo fondamentale della crescita – dice la dottoressa Giusi Giannone, Psicoterapeuta e psicologo pediatrico -, appartiene alla possibilità di essere individui sani. La mancanza del gioco, in taluni casi, può essere predittiva di comportamenti criminali”.

Se i primi videogiochi erano anche divertenti e gradevoli, con una grafica elementare e molto colorata, oggi si tratta di vere e proprie produzioni video con grafica sofisticatissima che magnetizza l’attenzione.
E non è nemmeno necessario andare ad acquistarli: su internet si trova di tutto, incluse le insidie. Stare iperconnessi non significa stare in contatto col mondo esterno, semmai “corrisponde a solitudine e dipendenza”, come precisa la dottoressa Giannone, e il gioco d’azzardo, sempre disponibile, è sempre più presente in età adolescenziale.

Un like per avere delle conferme

“Su internet passa di tutto, non solo le lezioni in Dad – aggiunge il dottor Giuseppe Maniaci, Psicologo Specialista in Psicologia Clinica e Psicoterapeuta, Dottore di Ricerca in Neuroscienze e Disturbi del Comportamento -, basti pensare che si riesce persino ad acquistare la droga. I ragazzi stanno sempre sui social dove si vive per un “like”, perché questo dà la misura della popolarità. Gli adolescenti sono sempre alla ricerca di follower e di conferme. Questo li spinge a usare i mille filtri che ci sono sui social, da Facebook a Instagram, per migliorare il loro aspetto e la loro immagine perché hanno bisogno di essere considerati”.

Il piacere dei giochi di una volta…

“Attenzione… a tutti fa piacere essere considerati, ma diventa pericoloso quando questo diventa un bisogno, bisogno di essere visti ed essere popolari – continua Maniaci -. Scatta un meccanismo che ha reali effetti sul cervello: se ho tanti like nel cervello c’è più dopamina (molecola che controlla l’umore e la sensazione di piacere, ndr). In caso contrario, però, si scatena una scarsa autostima”.

L’appartenenza a un gruppo

Questo meccanismo di ricerca di conferme è dato comune a tutti quei bambini e quegli adolescenti che hanno bisogno di appartenere a un gruppo cosa che, ricordiamo, è normale. Ma se il desiderio di appartenere a un gruppo diventa l’unico strumento per avere conferma del proprio “essere”, allora si sarà parecchio vulnerabili anche di fronte a tutti quei siti (e nel web ce ne sono tantissimi) che nella sensazione di appartenenza a un gruppo fanno la chiave per entrare nella psiche di un adolescente.

Adulti che adescano bambini

“Ci sono siti che reclutano bambini e adolescenti – dice ancora Maniaci -per spingerli a compiere diverse azioni e dando loro, con l’approvazione, un’illusoria gratificazione. È il caso di quei siti che spingono a compiere atti di autolesionismo, a tagliarsi, ad esempio, a ferirsi, per poi pubblicare le foto e raccogliere like e consensi. Dietro a questi siti ci sono adulti potenziali abusanti, capaci di una sordida manipolazione psicologica, che si fingono bambini per accostarsi a loro e poterne abusare. Una volta stabilito il rapporto emotivo con la vittima, lo induce a fare determinate cose con l’aiuto di minacce”.

Ricordate Blue Whale? Era una challenge, ossia una sfida, che qualche anno fa coinvolse, in una spirale perversa di azioni da compiere a livelli sempre crescenti, migliaia e migliaia di giovani in tutto il mondo. I giovani venivano spinti a far cose sempre più rischiose, fino a buttarsi giù da un palazzo o altre cose simili. Il tutto, ovviamente, ripreso e pubblicato sul web.
Ma qual è l’obiettivo, è naturale chiedersi. “Certamente c’è dietro un disturbo di personalità – conclude Maniaci -. Parliamo di sadici, anti sociali, psicopatici con serissimi disturbi di personalità”.

Fonte immagine: Pixabay

E tutto ciò cosa c’entra con la scuola?

“La scuola non può trascurare l’aspetto emotivo del bambino – dice la dottoressa Giannone -. Non c’è solo la didattica ma ci vuole la capacità di adottare una comunicazione efficace con l’alunno anche in caso di un piccolo fallimento scolastico che non deve essere mai vissuto come un fallimento nella vita. Per un bambino anche i compiti possono generare stress e la scuola è un luogo privilegiato nel processo di crescita, un luogo in cui potenziare le life skills (le competenze, le capacità che si acquisiscono sia per esperienza diretta che per insegnamento e che consentono di affrontare situazioni nella vita di ogni giorno, ndr) . Aiutare un bambino, prendersi cura della sua capacità di affrontare un compito, aumenta la sua autostima”.

Fonte immagine: Pixabay

C’è il gioco sano e formativo

“Il gruppo classe – continua la Giannone – è un gruppo di apprendimento e anche la collocazione dei banchi e la disposizione degli allievi è importante. Ricordiamoci che la mente non cresce senza gli altri e le relazioni sono fondamentali. E poi c’è tanto da fare per ricordare al bambino che esiste ancora un gioco sano e formativo, che il diventare un altro può essere semplicemente l’interpretare un ruolo in una rappresentazione teatrale. Perché il teatro è un incredibile strumento educativo che può essere fatto a scuola. Richiede spirito di osservazione ma anche la capacità di mettersi nei panni di un altro”.

Osservare costantemente il comportamento e l’atteggiamento di bambini e adolescenti, ma anche dei ragazzi, sia in famiglia che a scuola, è fondamentale. In Italia oltre un milione di persone, indipendentemente dall’età e dal sesso (sono sempre molti di più gli uomini schiavi del gioco ma ultimamente sono aumentate anche le donne) è affetto da questa dipendenza. Non dimentichiamo, inoltre, che in contesti sociali particolari, chi perde denaro al gioco, nella malsana convinzione di volersi rifare, gioca e gioca, continua a scommettere e se non gli va bene, ricorre al prestito che spesso nasconde l’usura. E lì, poi, si passa ad altro genere di rischi.

Il calendario dei seminari promossi da Elementi Creativi

“Scuola primaria e secondaria 1° grado”:
I venerdì di febbraio: 4 – 11 -18 – 25 dalle ore 15:00-17:00
Le date del 2° ciclo dei 4 seminari “Scuola Secondaria di 2° grado”:
I venerdì di marzo: 4 – 11 – 18-25 dalle ore 15:00-17:00
Per partecipare, compilare il Modulo iscrizione:
https://forms.gle/6tgb96DbogdDaDEQA
Per  informazioni rivolgersi al numero 3 2 9 6 5 0 9 9 4 1  
oppure per email info@teatrodelfuoco.com

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