Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, riconosciuta sin dal 2004 sia dall’ONU che dall’Unione europea, istituita ufficialmente da quest’ultima nel 2007, nata per celebrare l’eliminazione dell’omosessualità avvenuta il 17 maggio 1990 dalla lista delle patologie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), intende richiamare ulteriormente l’attenzione dei docenti e degli educatori sull’importanza della difesa della dignità umana nella sua globalità a prescindere dall’orientamento sessuale, dalla nazionalità, dal credo religioso e dall’estrazione sociale.
L’Unione Europea
L’UE ha espresso ultimamente seria preoccupazione per la colpevolizzazione della condizione di omosessualità che in ben 69 paesi costituisce ancora un reato, addirittura passibile di pena capitale in 11 Stati.
Inutile dire che tendenzialmente il diritto a vivere la propria sfera affettiva liberamente latita tendenzialmente proprio negli stessi Stati in cui altre forme importantissime di libertà personale vengono violate, negate costantemente. Aspetto che induce a pensare quanto siano intrinsecamente collegate l’esercizio di una democrazia evoluta e autenticamente civile con il rispetto dell’individuo nella piena espressione di sé stesso.
Il manifestarsi di una diversa identità di genere o tendenza rispetto al proprio sesso si verifica durante l’età scolare molto spesso; fattore che troppo frequentemente aggrava le relazioni già difficili tra coetanei, laddove manchi un’appropriata educazione emozionale e una solida coscienza civica.
Il ruolo della Scuola
In funzione di quanto detto, è proprio la scuola il luogo in cui si può e si deve intervenire per alleviare le sofferenze di chi si sente spesso respinto e deriso semplicemente per il proprio modo di essere.
Riteniamo importante quanto sottolineato nel 2020 in materia dalla presidenza della Cei, Conferenza episcopale italiana, secondo cui “le discriminazioni, comprese quelle basate sull’orientamento sessuale, costituiscono una violazione della dignità umana”; inoltre quest’ultima “deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni. Pertanto indirizzare l’impegno educativo in funzione di una integrazione e socializzazione di tutte le individualità componenti di una classe rimane il sistema più efficace per “una seria prevenzione, che contribuisca a scongiurare e contrastare ogni offesa alla persona” come raccomanda la Cei. Anche il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo scorso anno aveva sottolineato quanto l’omofobia, la transfobia e la bifobia “costituiscono una violazione del principio di eguaglianza e ledono i diritti umani necessari a un pieno sviluppo della personalità umana”.
Gli effetti della pandemia
Allarmanti sono i dati pubblicati ultimamente da svariate teste nazionali, in base ai quali durante la pandemia si sarebbero moltiplicati gli episodi di cyberbullismo e bullismo ai danni di adolescenti (30% degli studenti LGBT contattati dalle associazioni) presi di mira per le proprie scelte. L’Italia scende al 35° posto della classifica dei Paesi Europei per politiche a tutela dei diritti umani e dell’uguaglianza delle persone.
Il CNDDU promuove come attività didattica in difesa del rispetto reciproco il “Murales virtuale contro la discriminazione e l’uguaglianza” da realizzarsi nella settimana prossima con disegni, frasi, post incentrati sul tema del rispetto.
“Tra i molti gravi impatti della pandemia COVID-19 c’è la maggiore vulnerabilità delle persone LGBTI. Già affrontando pregiudizi, attacchi e omicidi semplicemente per quello che sono o per chi amano, molte persone LGBTI stanno subendo un accresciuto stigma a causa del virus, così come nuovi ostacoli quando cercano assistenza sanitaria. Ci sono anche segnalazioni di direttive COVID-19 utilizzate in modo improprio dalla polizia per prendere di mira individui e organizzazioni LGBTI.
Con lo svolgersi della pandemia, le Nazioni Unite continueranno a sottolineare queste e altre ingiustizie, nonché la necessità che tutti siano protetti e coinvolti nella risposta alla crisi. Insieme, restiamo uniti contro la discriminazione e per il diritto di tutti a vivere liberi ed eguali in dignità e diritti.” (Antonio Guterres, Messaggio del Segretario Generale, 2020).
L’hashtag è #stopdiscriminazioneforever.
prof. Romano Pesavento – presidente CNDDU