Questa manifestazione muoverà le coscienze verso il riconoscimento dei diritti delle persone “lgbt”. Aldilà degli acronimi, l’amore unisce tutti ed è un sentimento che va rispettato
Di Ambra Drago
Il prato del Foro Italico ha accolto più di 100.000 mila persone che hanno partecipato alla parata finale del Pride 2013. Una ventina di carri coloratissimi sono partiti da via Lincoln, attraversando diverse vie del centro città: corso Vittorio Emanuele, via Roma, piazza Castelnuovo per raggiungere la destinazione finale, ovvero piazza p.pe di Camporeale. Dopo, il popolo del pride ha continuato la lunga notte al pride village allestito per queste dieci giornate di festa ai Cantieri Culturali della Zisa, dove si sono alternati dibattiti a momenti musicali e teatrali.
Il Pride ha fatto venir fuori una Palermo vivace, dinamica, abitata da persone che hanno voglia di affermare i propri diritti civili, aldilà dell’acronimo usato, ovvero lgbt ( lesbiche, gay, bisessuali e transessuali).
Gli organizzatori sono rimasti stupiti dal meraviglioso coinvolgimento della città. “Palermo ha dimostrato in questi giorni di essere una capitale europea – ha affermato Titti De Simone, presidente del Comitato Palermo Pride Nazionale 2013. Soddisfatte anche le madrine di questa edizione: Maria Grazia Cucinotta, Eva Riccobono, Vladimir Luxuria e Barbara Tabita che, nel corso di un incontro con la stampa prima dell’inizio della sfilata, non hanno nascosto il loro entusiasmo per l’apertura e il cambiamento che ha dimostrato Palermo con la realizzazione di questo evento. Secondo loro, infatti, questa manifestazione riuscirà a muovere le coscienze della classe politica nazionale per il riconoscimento dei diritti delle persone “lgbt”. In realtà, e questo il pride l’ha dimostrato, aldilà degli acronimi, l’amore unisce tutti ed è sicuramente un sentimento universale che va vissuto e rispettato.