Diverse e molteplici sono le forme che nei singoli stati dell’UE vedono sempre piu’ i cittadini protagonisti attivi nell’orientamento e nelle scelte delle amministrazioni. Una delle più rilevanti è il “dibattito pubblico”, molto diffuso in Francia.
di Mario Guglielmino*
In Italia tutta la recente normativa sull’anticorruzione e la trasparenza richiama costantemente il valore della partecipazione civica.
Ma il testo cardine cui si sono ispirate alcune legislazioni regionali, come quella della Toscana, Emilia Romagna, Umbria, e un ventaglio sempre più considerevole di iniziative comunali (valga per tutti il modello Napoli o Bologna ) è la normativa nazionale, il testo unico delle leggi sugli enti locali del 2001. Ancora,piu’ a livello di princìpi ,l’articolo 118 della Costituzione enuncia il diritto fondamentale alla partecipazione civica : “i poteri pubblici ‘favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale’.
L’esperienza concreta del LABSUS (regolamento sul laboratorio di sussidiarieta’ ) a Bologna, e in altre città italiane, è un patto tra cittadino-istituzioni, che impegna a trovare soluzioni utili alla comunità. La sussidiarietà porta ad una alleanza regolamentata con strumenti giuridici e amministrativi che facilitano e semplificano la cura e la presa in carico collettiva dei beni comuni.
Allo stesso modo, l’esperienza delle Consulte Civiche nelle grandi e piu’ importanti città,il bilancio partecipativo, così come il cosiddetto “Laboratorio “, a Napoli ,sono esempio di percorsi ormai avviati, con luci ed ombre, ma con decisione e senza tentennamenti.
*Presidente di Voci Attive – Associazione politico culturale – Movimento di cittadinanza attiva