Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Parto cesareo: e dopo?

di Patrizia Romano

 

Il parto cesareo è veramente un modo più facile di partorire? Quello che è certo è che oggi se ne fa un abuso eccessivo. In Sicilia, la percentuale è tre volte superiore, rispetto al tetto indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha stabilito la soglia massima intorno al 10-15 per cento.

di Patrizia Romano

In molti reparti ospedalieri si stanno specializzando per eseguire bene i parti cesarei. Sempre più donne chiedono di partorire con il cesareo. Per molte ostetriche di ospedali palermitani, questa scelta dipende dal fatto che le donne non vengono sufficientemente informate sul parto: non sanno che il parto non è una malattia e che il corpo femminile è naturalmente predisposto per dare alla luce un bambino. In Italia, il parto cesareo si è trasformato negli anni in una vera e propria modalità di nascita, tanto da collocare il nostro paese, con più del 30 per cento di media nazionale al primo posto tra quelli europei che ricorrono a tale intervento chirurgico.

L’aumento è dovuto principalmente ad alcune regioni ad altissima frequenza di taglio cesareo, tra le quali la Campania, addirittura con il 50 per cento, la Sicilia, al secondo posto con il 42,5 per cento, la Basilicata, con il 40,8 per cento e la Puglia, con il 40,6 per cento. Tutte, comunque, regioni del Sud. In Sicilia, la percentuale è tre volte superiore, rispetto al tetto indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha stabilito la soglia massima intorno al 10-15 per cento. Tale situazione è da ascriversi a una scarsa informazione alle donne e a un sistema che troppo spesso evita di consigliare adeguatamente le future mamme sul travaglio naturale senza dolore e con anestesia epidurale. A optare per il parto cesareo, infatti, non sono solo le donne, ma anche i medici che, in alcuni casi, si accontentano di una traccia di patologia per consigliare alle pazienti l’intervento chirurgico.

Gli esperti sono, però, concordi nel sostenere che il ricorso ingiustificato al taglio cesareo costituisce un indubbio fattore di rischio sia per la madre sia per il bambino.

Cosa succede dopo un parto cesareo? Il dolore che non si prova durante il parto per via dell’anestesia, si prova dopo, come in ogni intervento chirurgico. C’è sofferenza nel movimento, c’è sofferenza per la ripresa delle normali funzioni fisiologiche, c’è sofferenza nel tenere in braccio il bambino. La mobilità, la vitalità, la salute della neo mamma sono fortemente limitate dalla presenza di una ferita chirurgica che necessita di cure mediche.

Tutte queste considerazioni definiscono una volta di più il taglio cesareo come un intervento medico di grande importanza e utilità solo in caso di patologie che non potrebbero essere affrontate diversamente.

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