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Passeggiata culturale tra i vecchi mulini di Borgo Parrini

Promossa dalla sezione di Partinico di BCsicilia e da Accademia della cultura, l'iniziativa consentirà di conoscere gli antichi mulini del recuperato borgo. Appuntamento sabato prossimo alle 9,30.

di Redazione

Nell’ambito della “Settimana delle Culture” organizzato dalla Sede di BCsicilia di Partinico in collaborazione con l’Accademia della Cultura si terrà sabato 7 maggio 2022 la passeggiata culturale tra gli antichi mulini del Borgo Parrini.

Dal primo, denominato “Billeci”, sino arrivare al mulino “Cuti” nei pressi dello “Zucco”. Lungo l’itinerario è prevista la visita all’azienda agricola il “Limonio”, eccellenza nella lavorazione del liquore al limone. Inoltre visita guidata al piccolo e colorato Borgo Parrini, che riprende gli antichi colori siciliani, e alla sua piccola chiesa ricca di storia, e in ultimo visita all’allevamento di bufale, con assaggi di mozzarelle prodotte in loco.

Punto di ritrovo presso il parcheggio di Borgo Parrini alle ore 9,30. È consigliato abbigliamento comodo e/o da Trekking.
Ticket di partecipazione euro 5,00 per persona.
Per info e contatti: BCsicilia Partinico tel. 339.1895988.
Email: partinico@bcsicilia.it.

La storia

Recuperato grazie all’estro di Giuseppe Gaglio, artista e imprenditore di Partinico, il piccolo Borgo ha conosciuto così, una seconda vita.
Partendo dalle case di sua proprietà, Gaglio ha iniziato a dipingere le facciate delle costruzioni con colori vivaci e con un rimando alle opere del grande Gaudì, decorandole con maioliche recuperate e frasi di vari artisti e personaggi di spicco, da Frida Khalo a Gandhi a Mandela, per citarne alcuni.

Borgo Parrini, così, è diventato una vera chicca, attrazione turistica e meta costante di visitatori. Ma non solo… sono state tante le coppie di sposi che hanno scelto il borgo per le loro foto nuziali, attratti dalla tipicità del luogo.
Piccola annotazione storica: la nascita di questo piccolo agglomerato di case si fa risalire tra il 1500 e il 1600 e annotazioni si rintracciano già sulle antiche mappe catastali borboniche.

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