Seconda notte negli uffici dell’Agenzia delle Entrate di Termini Imerese per i lavoratori dell’ex stabilimento Fiat
Gli occupanti rivendicano il rispetto degli accordi relativi alla reindustrializzazione del sito, ma questa è solo la fase iniziale delle tante proteste ed occupazioni previste per la prossima settimana davanti la sede della Regione e della Prefettura.
Sotto accusa, il mancato avvio del piano di sviluppo della casa automobilistica molisana Dr Motor, a quanto pare bloccato a causa di alcune difficoltà economiche generate dalle banche che non hanno fornito il capitale per l’avvio dei lavori per la reindustrializzazione.
Intanto, mogli, madri e figlie dei cassintegrati e degli esodati dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese si sono rivolte al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per chiedere un intervento immediato e per salvare 2.200 posti di lavoro, ma soprattutto per ‘fare rispettare gli accordi’.
Un disperato appello di quelle donne che, giorno dopo giorno, vedono i propri mariti disperarsi per l’incerto futuro che li aspetta.
Da mesi sono in ombra le sorti del piano di reindustrializzazione proposto dall’imprenditore Di Risio e che dovrebbe prendere il posto della Fiat, salvando gli ex lavoratori e i dipendenti dell’indotto.
“Questa realtà – scrivono nella lettera – la stiamo vivendo con rabbia e delusione; rabbia perché ci siamo sentite prese in giro dalle istituzioni e delusione perché abbiamo creduto in quelle stesse istituzioni che il primo dicembre 2011 hanno firmato l’accordo di programma, col nostro ministro dello Sviluppo economico a fare da garante. Eravamo tranquille perché il nostro governo era lì a tutelare i nostri diritti, il diritto al lavoro e alla dignità della persona”.