Povertà: Sicilia, Spi Cgil e Anci per rilanciare il tavolo alla Regione per il ‘Sia’ e per misure strutturali di contrasto alla povertà. A Palermo 10 mila domande e 24 operatori degli sportelli
di Luca Licata
Rilanciare il tavolo Anci, Regione, sindacati per gestire il Sostegno all’inclusione attiva (Sia), la nuova misura nazionale di contrasto alla povertà e per aprire una discussione sulle misure strutturali da mettere in campo per far fronte al crescente impoverimento di larghe fasce della popolazione.
E’ una necessità “ineludibile” per lo Spi Cgil regionale, ma anche per il presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, E’ stato proprio Orlando a sottolineare che a Palermo, per usufruire di una misura per la quale sono stanziati per l’intera Sicilia 112 milioni per un anno, sono già state presentate 10 mila domande e gli operatori degli sportelli, che dovranno prenderle in carico, sono solo 24. “E’ una situazione che giustamente preoccupa le amministrazioni locali – ha commentato il segretario generale dello Spi Sicilia, Maurizio Calà – e la proposta di Orlando di un alleanza contro la povertà, a partire dal rilancio del tavolo regionale, mi sembra opportuna. Il tavolo – ha aggiunto – dovrà mettere insieme tutti gli attori sociali per rilanciare la governance territoriale e aprire una discussione generale sulla povertà che approdi a misure specifiche regionali. Oggi – ha rilevato Calà – ci troviamo solo a gestire misure nazionali come il Sia che, peraltro, non riguarda i pensionati. Questo va fatto, ma occorre anche andare oltre, garantendo misure strutturali contro la povertà che riguardino tutti, anche gli anziani”. L’assessore alla famiglia Giancluca Miccichè, intervenendo al convegno ha dato la disponibilità del governo al rilancio del tavolo sulla povertà.
Il docente universitario Cristiano Gori ha rilevato che “il Sia è comunque un’opportunità che non va sprecata”. “Si tratta di una partita delicata – ha rilevato Vera Lamonica, della segreteria nazionale dello Spi e della Cgil, nella quale anche i sindacato deve rimettersi in gioco, assumendo un ruolo contrattuale. L’intervento sulla povertà – ha aggiunto – deve rilanciare il welfare locale in modo da creare nuova occupazione e bloccare l’impoverimento. In Italia – ha sottolineato Lamonica – si rischia anche che sparisca il welfare pubblico”. In Sicilia il 40,1 per cento delle persone è a rischio povertà e il 26 per cento si trova in gravi condizioni di deprivazione. Inoltre Palermo, con il 5,7 per cento, è il terzo comune d’Italia dopo Milano e Roma per numero di senza dimora.
Ad incidere fortemente nell’aumento del disagio sociale è il dato della disoccupazione: se la media nel capoluogo siciliano è del 23,16 per cento – aumentata nell’ultimo anno di tre punti percentuali – quella dei giovani è salita a quasi il 60 per cento.
A Trapani i giovani senza lavoro sono oltre il 50 per cento e la media è del 20,6 per cento.
“Di contro – sostiene la Cisl – il livello dei servizi sociali non è adeguato. Mense e accoglienze notturne rappresentano appena l’1,3 per cento a Palermo e il 4,6 per cento in tutta la Sicilia. La perdita di un lavoro stabile, insieme alla separazione dal coniuge, si confermano come gli eventi più rilevanti nel percorso di progressiva emarginazione che conduce alla condizione di senza dimora e di nuovo povero. A fornire assistenza sono soprattutto le associazioni di volontariato”.