Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Pre-apertura della caccia in Sicilia: troppe specie a rischio

La Regione delibera lo “stato di crisi” e di “ calamità naturale” per danni causati dalla siccità ma - incredibilmente - ha anche anticipato al 1 settembre l'inizio della stagione venatoria ed ha previsto la caccia anche a 10 specie di uccelli acquatici nonostante laghi e invasi in secca!

di Redazione

Come previsto dal “Calendario venatorio 2024-2025” emanato dal Presidente della Regione on. Renato Schifani, da oggi, 1 settembre, in Sicilia le 25mila doppiette potranno sparare in occasione della “pre-apertura” della caccia. In attesa dell’apertura generale fissata al 15 settembre, infatti, la Regione ha autorizzato una speciale deroga per 6 giorni fissi di caccia (1, 2, 4, 7, 8 e 11 settembre) per cacciare Colombacci e Tortore (solo domenica e lunedì); la stagione venatoria si concluderà il 30 gennaio 2025.

Il parere di Bonfanti

Ennio Bonfanti, responsabile “fauna” del WWF Sicilia, critica con forza l’apertura anticipata della caccia, pur se limitata a poche specie e con numero massimo di abbattimenti, in quanto in aperto contrasto col parere scientifico dall’autorevole Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), che aveva suggerito alla Regione di aprire la caccia non prima del 1 ottobre: «Questa preapertura ha un gravissimo impatto su tutta la fauna selvatica in un periodo delicatissimo come la fine di un’estate siccitosa e con temperature torride. In una Sicilia di campagne e zone naturali devastate da incendi, caldo e siccità, l’apertura anticipata della stagione venatoria costituisce una decisione sconsiderata ed inaccettabile, che comporterà un danno ambientale gravissimoper la conservazione della fauna e rischia di avere, nel breve e nel medio periodo, effetti negativi sulla dinamica di popolazione di molte specie».

“Non ci sono le condizioni per la pre-apertura della caccia”

A causa di tale eccezionale situazione meteoclimatica, ambientale ed ecologica che ha interessato tutta la Sicilia, le popolazioni di animali selvatici sono già stremate, deboli e numericamente ridotte, per cui non sussistono – dal punto di vista scientifico e oggettivo – le condizioni per l’avvio della caccia e della conseguente uccisione di decine di migliaia di animali per mero divertimento. Il WWF evidenzia la palese incoerenza e contraddittorietà delle decisioni della Regione: da una parte, infatti, la Giunta regionale ha proclamato lo “stato di crisi” e di “calamità naturale” per l’emergenza idrica; dall’altra, con decreto del Presidente Schifani, è stato emanato il “Calendario Venatorio 2024-2025” che anticipa l’avvio della stagione di caccia al 1 settembre anche nei confronti di specie come la Tortora selvatica, migratore in fortissimo e preoccupante declino in tutta Europa e per la quale il Ministero dell’Ambiente ha chiesto ufficialmente la sospensione del prelievo venatorio! 

«Incredibilmente, il calendario venatorio prevede la caccia anche a 10 specie di uccelli acquatici – evidenzia Bonfanti – tra anatre e trampolieri, nonostante laghi e invasi in secca in tutta la Regione! Evidentemente l’on. Schifani, pur di non scontentare la lobby delle doppiette ha deciso di autorizzare una vera e propria strage di fauna».

Un vademecum antibracconaggio

Sul proprio profilo Facebook, il WWF Sicilia ha pubblicato un agile vademecum antibracconaggio – rivolto sia agli organi di vigilanza e alle forze di polizia, sia agli addetti ai lavori che ai comuni cittadini – che riporta le principali regole, i divieti e le limitazioni previste dal Calendario venatorio, onde scongiurare il massacro illegale degli animali selvatici. Il WWF, quindi, invita tutti i cittadini responsabili a farsi parte diligente condividendo sui social e scaricando sul telefonino tale vademecum: qualora si assista ad un’infrazione o ad un episodio di bracconaggio, l’invito è quello di denunciate subito alle autorità competenti tramite il NUE 112. Il WWF, comunque, assicura che farà tutto il possibile per assicurare il rispetto delle norme grazie all’attività sul campo delle proprie Guardie giurate volontarie e chiede a tutte le Forze di Polizia il massimo sforzo per il controllo del territorio in questi giorni.

Le specie a rischio

rischio sono sia le specie stanziali (coniglio, lepre, ecc.) sia quelle migratorie (quaglie, uccelli acquatici, ecc.): territori arsi dal caldo e vegetazione distrutta dal fuoco non consentono agli animali di trovare cibo, riparo ed habitat idonei a sopravvivere; quindi aumenta la mortalità degli individui (giovani nati in primavera e adulti), poiché tali condizioni ambientali e climatiche rendono i soggetti maggiormente vulnerabili a malattie e predazione. ISPRA, infatti, rileva che la “scarsa disponibilità di risorse trofiche condiziona sia specie che si nutrono di bacche, semi e insetti, sia specie erbivore che, a causa della scarsa disponibilità idrica, non sono in grado di compensare il basso tenore d’acqua presente nei tessuti vegetali di cui si nutrono”.

«L’apertura anticipata è una pratica del tutto illogica, dannosa, criticata da anni dal mondo scientifico. Il suo particolare impatto, sulle specie oggetto di prelievo e anche sulle altre (che ne saranno indirettamente o direttamente colpite) è dovuto a numerosi motivi – spiega Bonfanti -: si apre la caccia in tarda estate, in un momento particolarmente delicato del ciclo biologico di molte specie e quando molti giovani dell’anno non sono ancora maturi; si caccia in una situazione di fine estate caratterizzata da estrema scarsità di risorse idriche e trofiche e quando gli uccelli migratori si stanno preparando al grande volo di ritorno al sud, con le conseguenze che ciò ha sulla fauna; si comincia a sparare quando sul nostro territorio sono presenti ancora molte specie protette migratrici, che possono così essere oggetto di sicuro disturbo e di possibile (purtroppo anche in questo caso in modo pressoché sicuro) danno diretto (abbattimenti di frodo)».

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