È la scrittrice statunitense Elizabeth Strout la vincitrice della sezione Autore Straniero della 38esima edizione del Premio Letterario Internazionale Mondello, promosso dalla Fondazione Banco di Sicilia, quest’anno in partnership con il Salone Internazionale del Libro.
A decretare la vincitrice, un giurato d’eccezione: Paolo Giordano, straordinario giovane talento della nostra narrativa chiamato dal Comitato Esecutivo del Premio a individuare nel vastissimo palcoscenico internazionale il proprio ‘maestro’, il proprio ‘padre letterario’, il proprio autore di riferimento.
La notizia dell’assegnazione del Mondello a Elizabeth Strout è stata resa nota questa mattina, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2012 del Salone Internazionale del libro di Torino.
Questa la motivazione con cui Paolo Giordano ha deciso di assegnare il Premio: “I romanzi di Elizabeth Strout hanno, semplicemente, tutto. Il suo sguardo, da un’altezza vertiginosa, non perde un solo dettaglio: c’è un occhio per la famiglia, uno per la comunità dov’è immersa, uno a raggi X per i pensieri invisibili, uno per i cambiamenti epocali e un altro sempre distratto dalla natura. E puoi stare certo che, alla fine, una rivelazione arriverà. Come un raggio di sole che si è districato fra le nubi, ti colpirà dritto negli occhi. Non ho ancora trovato una persona, fra le tante alle quali ho raccomandato i libri di Elizabeth Strout, che poi non abbia sentito il bisogno di esprimere gratitudine. La proliferazione dei suoi lettori è virale e io non vedo l’ora che, attraverso il premio, il contagio sfugga al controllo. La mia è una missione: voglio creare un fan club di Elizabeth Strout, un gruppo di fanatici, una setta.”
L’assegnazione ufficiale avverrà giovedì 10 maggio proprio a Torino durante il Salone Internazionale del Libro (dalle 18.30 alle 20.00 – Sala Azzurra, Padiglione 3), dove è in programma un incontro aperto al pubblico intitolato ‘Paolo Giordano conversa con il suo Maestro’: un dialogo a cuore aperto fra il premiante e il premiato, un faccia a faccia inedito durante il quale Giordano svela al suo Maestro d’oltreoceano, la Strout per l’appunto, i sogni e le emozioni che i suoi libri e le sue pagine gli hanno saputo, nel tempo, regalare.
Non più il parere collettivo di una Giuria, dunque, ma il libero pensiero di un singolo scrittore: è la nuova formula di assegnazione di questo specifico riconoscimento destinato a premiare, nel contesto del Mondello, il miglior autore straniero. “È importante, essenziale, che tutti quanti leggano i romanzi di Elizabeth Strout. Questo Premio sarà il mio megafono per gridarlo”, Ha dichiarato Paolo Giordano.
Il dibattito Strout/Giordano è doppiamente significativo. Da un lato sottolinea la vocazione ‘multiculturale’ di questo Premio, storico ma al contempo attualissimo nel saper volgere lo sguardo anche oltre i confini nazionali. Dall’altro segna il punto di incontro dialogico fra due generazioni di scrittori, pronti a raccontarsi l’uno all’altra per poi confrontarsi con il pubblico in sala.
Il Lingotto torinese, dunque, come primo palcoscenico di questa edizione del Mondello, caratterizzata da uno spirito di rinnovamento e di crescita fortemente voluto dal Comitato Esecutivo, guidato dal presidente della Fondazione Banco di Sicilia, Giovanni Puglisi, e dal direttore del Salone Internazionale del Libro, Ernesto Ferrero.
Uno spirito di rinnovamento che si concretizza quest’anno anche nel coinvolgimento diretto del pubblico nei meccanismi di votazione: a una giuria qualificata di 240 lettori (indicati direttamente dalle librerie segnalate dalla rubrica ‘Parola di libraio’ dell’inserto culturale Domenica de Il Sole 24 Ore) spetterà infatti nei prossimi mesi il compito di decretare il vincitore del SuperMondello fra i tre autori prescelti a inizio giugno dal Comitato di Selezione composto da Massimo Onofri, Domenico Scarpa e Emanuele Trevi.
Il Premio culminerà a fine novembre a Palermo con l’assegnazione del SuperMondello e degli altri premi, fra cui il Mondello Giovani, conferito da una giuria di cento lettori, scelti fra gli studenti di dieci scuole superiori palermitane.
Elisabeth Strout è considerata una delle più grandi scrittrici americane contemporanee. Autrice di tre romanzi, Amy e Isabelle (1998), Resta con me (2006) e Olive Kitteridge (2008), tutti editi in Italia da Fazi Editore, dopo l’unanime consenso di critica ricevuto per le sue opere e dopo essere stata finalista ai più importanti premi letterari americani (Orange Prize, PEN/Faulkner Prize e Critical Book Award), ha vinto nel 2009 il Premio Pulitzer. Nata nel Maine e laureata in Legge a New York, dove vive, ha pubblicato racconti in diverse riviste, incluso il «New Yorker» e l’«Oprah Magazine». In Italia, Olive Kitteridge è stato premiato nel 2010 con il Premio Bancarella.
I libri:
Amy e Isabelle, traduzione di Martina Testa, Fazi Editore 2000, nuova ed. 2010 con la prefazione di Valeria Parrella.
È la storia, questa, di una cittadina anonima della provincia americana. Di un’estate straordinariamente torrida. Di un microcosmo di donne, impiegate presso gli uffici di una fabbrica locale. Tra queste c’è Isabelle, ancora giovane, che tenta di celare il proprio misterioso passato dietro una facciata di decoro e perbenismo; e c’è la figlia Amy, una timida adolescente con un segreto che non riesce a tenere nascosto. Lieve e spietato, impreziosito da una scrittura cristallina, Amy e Isabelle è un indimenticabile romanzo sui legami affettivi e la paura di amare.
Olive Kitteridge, traduzione di Silvia Castoldi, Fazi Editore 2009.
In un angolo del continente nordamericano c’è Crosby, nel Maine: un luogo di irrisoria importanza che tuttavia, grazie alla sottile alchimia dello sguardo di Elizabeth Strout, diviene lo specchio di un mondo di più ampio respiro. Perché in questo piccolo villaggio affacciato sull’Oceano Atlantico c’è una donna che regge i fili delle storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. È Olive Kitteridge, un’insegnante in pensione che con implacabile intelligenza critica osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell’animo di chi le sta accanto. Così, nell’attimo stesso in cui questa corte di personaggi è alle prese con il proprio precario mestiere di vivere, Olive viene condotta verso una più profonda comprensione di sé e della propria vita. Con dolore, e con spietata onestà, in Olive Kitteridge si accampano i vari accenti e le diverse declinazioni della condizione umana – i conflitti, gli scampoli di pace e la resistenza necessaria per fronteggiarli entrambi.
Resta con me, traduzione di Silvia Castoldi, Fazi Editore 2010.
Tyler Caskey è una presenza insolita per la comunità di West Annett. È giovane e i suoi sermoni sono brillanti, frutto di una preparazione e di una sensibilità fuori dal comune. Perché Tyler è nettamente diverso dalle precedenti guide spirituali che la comunità ha conosciuto finora: ha carisma, e una moglie di grande bellezza e sensualità accanto. Quasi uno schiaffo di vitalità per tutta la cittadina. Eppure un giorno tutto può cambiare, l’attrazione trasformarsi in sospetto e maldicenza. E non a causa di una colpa, di un errore.
Paolo Giordano è nato a Torino nel 1982. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Fisica teorica nel 2010. Il suo primo romanzo, La solitudine dei numeri primi (Mondadori) è stato il più venduto in Italia nel 2008 con più di un milione di copie acquistate e ha ricevuto numerosi premi, fra cui il Premio Strega e il Premio Campiello Opera Prima. L’opera è adesso in corso di traduzione in oltre trenta lingue. A settembre 2010 è uscito nelle sale cinematografiche il film tratto dal suo romanzo, per la regia di Saverio Costanzo, con Alba Rohrwacher e Isabella Rossellini nel cast. Ha scritto i racconti La pinna caudale (in “Nuovi Argomenti”, 2008), Vitto in the box (in “Il corriere della letteratura”, 2008), L’uomo che dà un’anima ai sassofoni (La Stampa, 29 ottobre 2008) e Mundele, inserito nell’antologia Mondi al Limite. Nove scrittori per Medici senza frontiere (Feltrinelli, 2008).