Si è tenuta oggi la presentazione del “coordinamento sociale antimafia”, costituito nei giorni scorsi, per dare continuità alle attività svolte dai comitati 23 maggio e 19 luglio in occasione degli anniversari delle due stragi di Capaci e di via D’Amelio.
Il coordinamento sociale antimafia ha presentato, nell’auditorium di Moltivolti, il suo “manifesto” per costruire dal basso un’antimafia intersezionale, sociale e popolare ma anche antifascista, antimilitarista, antirazzista, ambientalista e transfemminista, e ha annunciato le prime attività in programma, che si terranno l’1, il 2 e il 3 dicembre ai Cantieri culturali alla Zisa.
Alla presentazione sono intervenuti il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, Marta Capaccioni di Our Voice, Andrea La Torre, di Attivamente e del collettivo studentesco Rutelli, Marta Napoli, studentessa del sindacato Regina Margherita, Gabriele Rizzo, dell’Officina del popolo.
Condivisione di diverse iniziative nate dal basso
“Il 23 maggio di quest’ anno ha segnato uno spartiacque rispetto a quelle che erano state le celebrazioni delle stragi da trent’anni a questa parte – ha detto Mario Ridulfo, il segretario generale della Cgil Palermo, sigla tra le promotrici del coordinamento – Soprattutto se a parteciparvi c’erano soggetti che hanno avuto rapporti con pezzi della mafia o dell’economia malata. Da questa rottura è nata la necessità di condividere un percorso comune, che mettesse insieme le esperienze di questi anni di una città ricca di iniziative nate dal basso su tanti temi che incrociano la società, il lavoro, lotta contro la mafia, la sicurezza, il tema della violenza sulle donne, gli incendi, l’ambiente e che hanno visto emergere il protagonismo di tante soggettività. Si tratta adesso di metterle in rete”.
Lotta alla mafia è lotta per i diritti
“La lotta alla mafia in Sicilia – aggiunge Ridulfo – è stata sempre lotta per i diritti, affonda le radici dai fasci siciliani alle lotte del dopoguerra dei lavoratori, con donne e uomini protagonisti, non comincia con le stragi Falcone e Borsellino. C’è questo filo rosso che lega tutte queste esperienze, noi vogliamo raccoglierlo e provare a farne un racconto diverso, costruendo iniziative che partono dal basso. Il coordinamento che nasce si propone come lievito in questa città segnata dalla rassegnazione. Il tema non è essere contro le esperienze fatte in questi 30 anni ma incrociarle e valorizzare quanto c’è di buono, aprendoci al confronto con l’associazionismo storico dell’antimafia, con tutte le realtà sociali e di quartiere, i collettivi e con quanti hanno praticato un’antimafia diversa. L’obiettivo è allargare la rete partendo da una base di discussione condivisa”.
Nella scia di Peppino Impastato e Pio La Torre
“La lotta antimafia a cui ci siamo ispirati è quella che è stata portata avanti da persone come Peppino Impastato e Pio La Torre. Per questo motivo – ha spiegato Marta Capaccioni di Our Voice, un’altra associazione promotrice – Abbiamo deciso di continuare il nostro percorso con una prospettiva intersezionale, sociale e popolare, che tenga conto, della capacità della mafia e di un intero sistema criminale di operare a più livelli e in più settori e ambiti della società. Una prospettiva quindi, che parli di mafia e antimafia da un punto di vista antifascista, antimilitarista, antirazzista, ambientale e transfemminista”.
“Il nostro obiettivo – ha proseguito Marta Capaccioni è anche quello di cercare di dare un nostro contributo nella ricerca dei mandanti esterni delle stragi, per esempio, pretendendo dal Governo l’apertura degli archivi dei servizi segreti o non legittimando sul piano politico e morale trattative, favoreggiamenti, cointeressenze o vicinanze tra esponenti della nostra classe dirigente o referenti istituzionali e le organizzazioni mafiose”.
Il programma
Le prime attività in programma prevedono per il pomeriggio di venerdì 1 dicembre un’assemblea aperta, dove sarà presentato il manifesto e i progetti futuri. La mattina di sabato 2 dicembre, un incontro su mafia e sanità che vedrà come ospiti: Ivan Cavicchi, medico docente dell’Università Tor Vergata di Roma, Franco Ingrillì, medico della rete degli ambulatori popolari di Palermo e membro del Forum Sanità, e Cecilia Giordano, docente universitaria di psicologia del fenomeno mafioso.
E in conclusione, il pomeriggio di domenica 3 dicembre un incontro di approfondimento sullo “Stato profondo”, sui rapporti che nel tempo le organizzazioni mafiose hanno avuto con parti infedeli delle istituzioni, della massoneria, di gruppi neofascisti, in collegamento alla ricerca delle verità sulle stragi e alle recenti riforme dell’attuale governo. Ne parleranno l’ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, la giornalista Stefania Limiti e la direttrice dell’Archivio Flamigni Ilaria Moroni.
Le realtà promotrici del Coordinamento Sociale Antimafia, sono: Attivamente, Our Voice, Officina del Popolo, CGIL – Palermo, Collettivo Rutelli, Sindacato Parlatore Kiyohara, Sindacato Regina Margherita, Fa.Se. Cannizzaro, Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, Radio Aut, USB e Arci Palermo.